Mercato, quando il Torino inizierà a fare sul serio?
Per correttezza bisogna dire che i riscatti di Aina, Djidji, il contro riscatto di Bonifazi,il rinnovo a Rosati e le cessioni di Niang e Ljajic sono fatti concreti in sede di mercato e a questo va aggiunto che solo il primo luglio ufficialmente aprirà il calciomercato, detto questo, però, stante la ridda di nomi che sono circolati e ri-circolati di veri passi avanti verso l’acquisto dei giocatori che servono per rinforzare la rosa non si ha gran sentore.
Non possono essere usate come scusanti il fatto che il Torino ha “divorziato” dal direttore sportivo Petrachi perché le trattative importanti le ha sempre condotte il presidente Cairo in persona. Neppure che non si sa se il Torino giocherà o meno l’Europa League perché i rinforzi servono a prescindere, certo un po’ di difficoltà in più esiste se si disputano due (campionato e Coppa Italia) o tre competizioni (anche l’Europa League) e se si gioca in Europa servono profili di caratura tecnica e qualitativa ancora maggiore. E neanche può essere una scusa o un’attenuante che le altre società non è che abbiano ancora fatto chissà quali colpi di mercato. Mazzarri ha bisogno di poter lavorare fin da subito con gli uomini chiave tutti a disposizione e basta pensare cosa avvenne l’estate scorsa quando l’ultimo giorno di mercato arrivarono Soriano e Zaza e tutti sanno com’è andata: si sono rivelati entrambi due flop, sorvolando sui mortivi e sulle colpe, eppure sarebbero dovuti essere due giocatori che avrebbero dovuto aiutare la squadra a fare il salto di qualità. Non ci sono dubbi che comunque ci sia stato un miglioramento rispetto al passato, ma non è bastato a portare il Torino in Europa. Qualcuno salterà su a dire che se il Milan avesse rispettato i paletti del Fair Play Finanziario al quinto posto non si sarebbe piazzato e il Torino sarebbe riuscito almeno ad arrivare a disputare con certezza la fase di qualificazione alla competizione europea. Chi la pensa così pensi anche all’Atalanta che non aveva una rosa molto più forte di quella granata e che è arrivata a disputare la finale di Coppa Italia, mentre il Torino è uscito agli ottavi eliminato dalla Fiorentina, e in campionato è arrivata terza a pari punti con l’Inter.
E’ risaputo che al Torino serva un uomo di fascia, una mezzala e un attaccante. Senza fare nomi poiché sono noti anche alle pietre, in quanto circolano più o meno sempre gli stessi, non si tratta di profili che fanno gridare: “Che colpo di mercato!”, con tutto il rispetto per questi giocatori. E il punto è proprio questo perché per implementare la qualità dei 14-15 che sono i titolari ne servono altri tre che siano più forti di chi c’è già e finora nomi circolati non sono tali in quanto più o meno valgono lo stesso e alcuni hanno anche minor esperienza. Nel caso Cairo, zitto zitto, stia trattando calciatori di livello allora quando saranno ufficializzati meriterà applausi.