Mercato, Filadelfia e stadio: ma a chi interessa veramente il Toro?

Alla voce rinforzi ancora il nulla. Per la ricostruzione del Filadelfia più chiacchiere e promesse che fatti concreti. Il Comune non chiamerà Grande Torino lo stadio Olimpico e cerca uno sponsor per monetizzare la cessione del nome.
16.01.2013 12:31 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Mercato, Filadelfia e stadio: ma a chi interessa veramente il Toro?
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Nessun giocatore è ancora arrivato per rinforzare l’organico; riunioni, promesse di stanziamenti di soldi, progetti per la ricostruzione del Filadelfia, ma certezze in tal senso ancora non c’è ne sono; allo stadio Olimpico ormai gioca solo il club granata e i tifosi da tempo vorrebbero che fosse intitolato al Grande Torino, però il Comune tergiversa sperando di ricavare soldi da uno sponsor che scelga il nome. Lo scenario non è da squadra di serie A, ma da piccola provinciale che prova a campare navigando più o meno a vista.

C’è la crisi, ma questo non giustifica il fatto che nel e attorno al Torino si ha la sensazione che tutto sia precario. E’ chiaro che avere a disposizione un discreto gruzzolo di denaro aiuta moltissimo a gestire qualunque cosa, però è anche vero che con il buon senso e una programmazione oculata è possibile creare, pur senza avere ingenti capitali ovviamente procedendo un passo per volta, una realtà solida che resiste nel tempo e che riesce anche a diventare importante. Per farlo bisogna partire dalle fondamenta, all’inizio non si potranno raggiungere grandi risultati e ci sarà scetticismo e non molti consensi, ma con il passare dei giorni se il progetto è ben strutturato e valido si otterrà sempre maggiore apprezzamento trasformando lo scetticismo in consenso.

Investire nel vivaio e in un centro sportivo adeguato per una squadra di calcio al giorno d’oggi può essere fondamentale perché si creano le basi per lavorare al meglio con la prospettiva di poterlo fare anche nel futuro. Negli ultimi anni in ogni sessione di calciomercato le società fanno sempre più fatica ad allestire rose competitive, non per nulla il livello dei campionati si è appiattito verso il basso e le squadre italiane in ambito internazionale faticano sempre più a stare al passo con i grandi club europei che attraggono finanziamenti molto elevati. Questo perché in Italia non c’è la voglia di andare al di là del fattore gioco: solo la Juventus ha uno stadio di proprietà adeguato. Sempre meno le società puntano nel creare vivai che trasformino i ragazzi in validi giocatori per la prima squadra, al più alcuni club, grazie ad una buona rete di osservatori, prelevano giovani di talento nel mondo e li portano nel nostro campionato, riuscendo nel doppio intento di far bene alle finanze e in parte anche ai risultati sportivi, senza però imporsi fra le più grandi società di calcio a livello internazionale.

Credendo veramente nel Toro e quindi investendo, come si diceva, nel vivaio e in un centro sportivo non accadrebbe, come avviene, che per adeguare la rosa agli obiettivi stagionali in ogni sessione di mercato si deve andare alla ricerca di giocatori di medio-basso profilo e in alcuni casi accontentarsi di calciatori non troppo esperti o reduci da stagioni non brillanti, ma si crescerebbero in casa i giocatori che servono alla prima squadra, dovendo al massimo prenderne da altri club uno-due all’anno per integrare l’organico, pareggiando i conti con la cessione di chi è in esubero. Con il tempo poi si potrebbe persino arrivare a pensare a uno stadio di proprietà senza dover pagare affitti al Comune per un impianto non adeguato e correre il rischio di vedersi appioppare un nome dallo sponsor, nome che magari non ha nulla a che fare con la propria storia e identità.
Fosse per i veri tifosi del Toro tutto ciò sarebbe già accaduto da anni e oggi non si disquisirebbe se scambiare Sansone, scontento per essere poco utilizzato, per un giocatore che non rientra più nei piani di un’altra società o cedere Bianchi per Miccoli o per chissà chi o sapere che a fine stagione Ogbonna cambierà squadra o attendere per giorni l’ufficializzazione del passaggio di Barreto dall’Udinese al Torino; il Filadelfia sarebbe stato ricostruito da tempo; lo stadio Olimpico si chiamerebbe Grande Torino. Già ai veri tifosi il Toro interessa veramente e agli altri?