Meggiorini: "Il gruppo va messo davanti agli obiettivi personali"

16.08.2012 16:06 di  Elena Rossin   vedi letture
Meggiorini: "Il gruppo va messo davanti agli obiettivi personali"
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© foto di Luigi Gasia/TuttoJuveStabia.it

C’è voglia di misurarsi con le partite che valgono i tre punti. Il nodo di giocare del Torino sarà sempre lo stesso, di volta in volta il modulo potrà anche cambiare a seconda dell’avversario. In serie A bisogna affrontare tutte le squadre, sia le grandi sia le piccole, nello stesso modo poiché in tutte ci sono valori. Ogbonna potrebbe essere una delle rivelazioni della stagione.

Ci siamo, è finito il periodo delle amichevoli da sabato sera si gioca per i tre punti. Come arrivate a questo primo appuntamento con il Lecce in Coppa Italia?
“Abbiamo voglia di misurarci oltre che con avversari di livello simile al nostro anche di disputare partite vere e non solo amichevoli: dopo un mese e mezzo di ritiro è ora”.

Come vi aspettate il Lecce allenato da un mister che due anni fa sedeva sulla panchina granata e che come società e squadra avrà voglia di far bene viste le vicende giudiziarie che l’hanno fatto retrocedere in Lega Pro se non cambieranno i verdetti negli altri gradi di giudizio?
“E’ una squadra di livello perché era in serie A l’anno scorso e anche se è retrocessa i giocatori in gran parte sono rimasti gli stessi e non sono calciatori di serie B, ma importanti e li conosciamo quasi tutti, quindi dovremo affrontare il Lecce come se fosse una partita di campionato”.

In organico adesso oltre a lei ci sono tre altri attaccanti di ruolo, il mister vi ha provati in più occasioni alternando gli elementi che compongono la coppia offensiva. Per caratteristiche tecniche come vi trovate?
“Ognuno di noi ha caratteristiche diverse, però, come ho sempre detto, non è che uno si trovi meglio con un compagno o con un altro perché il modo di giocare è lo stesso a prescindere da chi scende in campo. Ci alleniamo tutti insieme e proviamo schemi e movimenti e ognuno in partita sa che cosa c’è da fare. E’ ovvio che negli ultimi metri ci sia chi entra di più in area o chi tira da fuori, chi tecnicamente per gli scambi e più bravo, ma tutti anche Diop che è l’ultimo arrivato sa cosa si deve fare”.

Diop le sembra già maturo per affrontare la serie A o essendo giovane ha bisogno di accumulare ancora esperienza?
“Maturo maturo no, però, insomma, per l’età che ha qualità importanti ed è forte. Deve sicuramente migliorare sotto tanti aspetti, ma ognuno di noi deve farlo, quindi figuriamoci lui”.

Ventura basa molto il gioco sugli inserimenti, sull’aggressione degli spazi, sui movimenti per smarcare e smarcarsi, l’anno scorso non siete stati l’attacco più prolifico anche perché affrontavate difese molto chiuse, quest’anno come vi porrete per la serie A?
“Sarà tutta un’altra cosa e non si può paragonare la serie B con la A, non solo per il livello dei giocatori, ma anche per il comportamento delle squadre. L’anno scorso si difendevano tutti nella loro metà campo per non dire in area e quest’anno non so se succederà spesso, forse accadrà qualche volta quando s’incontreranno le squadre che lottano per la salvezza. Potrà accadere che un atteggiamento di questo tipo lo avremo anche noi, si vedrà di partita in partita. Il nostro modo di giocare comunque sarà sempre lo stesso, magari ci sarà qualche spazio in più”. 

Ieri con la Cheraschese il mister ha iniziato la partita schierandovi con il 4-3-3 e nel secondo tempo passando al 4-2-4. Questi moduli sono propedeutici al campionato e al tipo di avversario che di volta in volta affronterete? Preferite il centrocampo a tre perché dà un certo tipo di supporto sia in fase offensiva sia in quella difensiva oppure vi trovate meglio con una mediana a due perché siete più abituati a giocare così?
“Non abbiamo un modulo preferito, sicuramente abbiamo giocato di più spesso con il centrocampo a due, però cambiare lo facciamo per adattarci agli avversari che troveremo nel corso della stagione, non tutti ci affronteranno con il 4-4-2 o con il 3-5-2 o con il 5-3-2, dovremo essere bravi ad adattarci e queste prove servono appunto per allenarci perché poi durante il campionato magari non si ha il tempo per provare ed è quindi meglio acquisire adesso delle certezze”.

Il procuratore federale Palazzi farà ricorso sugli esiti delle sentenze di primo grado sulla vicenda scommessopoli, Masiello e Vives e anche tutti voi come state vivendo questo secondo momento in attesa di verdetto?
“Vedo Masiello e Vives veramente tranquilli, come lo erano già prima. Spero che vada tutto bene perché oltre due compagni che danno tanto al gruppo sono due ottimi giocatori”.

Da attaccante preferirebbe una stagione dove si ritaglia uno spazio importante a suon di gol o un raggiungimento dell’obiettivo di gruppo?
“Sicuramente la seconda ipotesi, ho sempre messo il gruppo davanti agli obiettivi personali perché quando le cose vanno per il verso giusto anch’io mi sono trovato bene, poi è chiaro che segnare fa sempre piacere (sorride, ndr)”.

Qual è la squadra che va temuta di più?
“Le solite in generale e per il Torino sulla carta non ha particolare senso indicarne una perché è sempre il campo a stabilire le gerarchie in classifica. L’anno di Bari mi ha insegnato tanto sotto quest’aspetto: in serie A bisogna affrontare sia le grandi sia le piccole nello stesso modo, valore ce n’è in tutte poi ci saranno quelle più o meno forti”.

Qual è il giocatore che emergerà?
“Ce ne sono tanti, ma fare nomi all’inizio della stagione è difficile. I giocatori che in A possono esplodere li conoscono tutti, però io spero che sia qualcuno del Torino, magari Ogbonna, non lo scopro io, siamo tutti contenti che lui rimanga con noi”.
Magari le piacerebbe mettersi in luce in modo che Prandelli convochi anche lei in Nazionale?
“(Abbassa un pochino la testa e sorride, ndr) Mi sembra troppo accostare il mio nome alla Nazionale”.