Mazzarri: “Non culliamoci sulla vittoria sul Bologna, non sarà sempre così”

06.01.2018 19:43 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mazzarri: “Non culliamoci sulla vittoria sul Bologna, non sarà sempre così”
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L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha commentato la vittoria sul Bologna. Ecco che cosa ha detto:

Quanto c'è già della sua mano nella vittoria odierna del Torino poiché i mediani erano un po' più vicini, c'era l'uscita in pressing delle due mezze ali e la spinta degli esterni bassi?

"Partiamo dal presupposto che c'è grande rispetto per il precedente allenatore perché se si arriva a questi livelli lo si merita, lo steso sistema di gioco lo si può interpretare personalizzandolo e cercando di dire ai ragazzi le proprie idee, ma è difficile che subito essere ascoltati ed è per questo che devo fare un elogio a questi ragazzi  perché se il buongiorno si vede dal mattino sono delle spugne e quel poco che ho potuto dire loro lo hanno cercato di fare al massimo. Qualche volta, se avete visto, quando parlavo dalla panchina alcune cose le facevano un po' diversamente da come gliele avevo dette, ma è normale. Sono rimasto anche sorpreso dal nostro primo tempo perché il Bologna è una signora squadra e se non mi sbaglio in trasferta ha vinto cinque partite per questo non è un cliente così facile, però, nel primo tempo, secondo me, siamo stati bravi davvero e abbiamo creato tante palle gol abbastanza pulite e loro a parte la punizione e due o tre calci d'angolo non mi sembra che abbiano creato granché. L'unica cosa sulla quale dobbiamo stare attenti sono i cali di tensione, l'avevo detto nell'intervallo che il secondo tempo poteva essere insidioso e per cinque-dieci minuti siamo stati un po' indecisi e quando Baselli era a terra è accaduto l'episodio del rigore. Ma poi giocatori sono stati davvero bravi a chiudere la partita".

Che cosa vedremo quando riprenderà il campionato del suo Torino?

"Dopo tanti anni d'esperienza credo di sapere che se una squadra vuole fare il salto di qualità deve archiviare subito una vittoria e pensare che la partita successiva sia la più difficile al mondo. In questo calcio così equilibrato non bisogna mai sottovalutare nulla e se è andata bene una partita dobbiamo festeggiare la vittoria perché è giusto e dà autostima e tante altre cose, però, dal lunedì o dal martedì, quando c'è la settimana tipo,bisogna archiviare tutto e avere rispetto e quel pizzico di paura dell'avversario, qualunque esso sia. Se riusciremo a essere così potremmo fare bene e questo sarà la mia curiosità quando conoscerò ancora meglio questo gruppo. Ripeto, per quel che ho visto oggi ci sono le basi per sperare che sia un grande gruppo che possa crescere velocemente da questo punto di vista".

Forse la sosta del campionato arriva in un momento sbagliato, per caso siete riusciti a trovare un accordo con i giocatori per cercare di poter lavorare subito senza pause?

"I giocatori hanno diritto a una settimana di pausa e non possiamo cambiare questo, anche se lo volessimo e persino se i giocatori fossero d'accordo. Sapete che tipo di allenatore sono e che voglio dare ai giocatori tutto ciò che ho dentro e vorrei averne il tempo e sarebbe stato il momento giusto dopo questa vittoria se avessimo potuto iniziare a lavorare dopodomani sui dettagli e sulle cose da correggere, anche se la partita è stata vinta. Dobbiamo fare così: dopo ogni partita vinta o persa si deve andare a cercare ciò che è stato sbagliato per migliorarlo perché è un modo per crescere oltre alla mentalità di cui ho parlato prima. Quindi, sinceramente, avrei preferito se non ci fosse stata la pausa, ma è così e penso che i giocatori essendo professionisti seri faranno vita buona e quando ritorneranno faremo tre-quattro allenamenti forti per stare bene e poi lavoreremo nei giorni che ci sarà da lavorare".

Forse la sua mano si è già vista in questa prima partita e la sua mano ha rischiato qualche cosa durante il match, che cosa si è fatto?

"Se vincessimo sempre tre a zero me ne romperei una al giorno. Ero talmente concentrato a dare indicazioni dalla panchina che non mi sono neanche accorto di essermi fatto male e a un certo punto ho visto che usciva sangue, ma non saprei proprio che cosa mi sono fatto. Comunque non è nulla di grave, l'importante è questo".

Che cos'è accaduto nel momento in cui è intervenuto il Var? Baselli subito prima è caduto a terra, aveva subito fallo?

"Quando sono andato dal quarto uomo la gente può aver pensato che volevo protestare, ma sono andato per chiarire. Quando ho visto che c'era il dubbio sul rigore e si andava a vedere il Var per l'episodio accaduto dentro l'area io ho detto: "Mi raccomando se guardate quello dovete anche andare a vedere, per favore, se c'era stato anche un fallo su Baselli". Pensavo che avrebbero visto anche quello perché se c'è un giocatore a terra e noi stavamo giocando in dieci volevo essere sicuro in che condizioni fosse perché dalla panchina non potevo essere sicuro se si trattasse di un fallo grave e se si fosse fatto male. Perché se ci fosse stato il fallo annullava l'episodio del rigore, almeno penso. E mi sembra che il quarto uomo abbia detto che avevano visto e che per loro non era fallo e a quel punto si accetta quello che decidono gli arbitri".

Quanto sarà aperto il Filadelfia e quanto saranno visibili i suoi allenamenti?

"Per come la vedo io a me piacerebbe fare sempre allenamenti a porte aperte se fossi sicuro che chi viene a vedere l'allenamento è un tifoso del Toro, ma quando ci sono le porte aperte vengono anche emissari di altre squadre e poiché io lavoro sulla tattica non voglio dare vantaggi agli altri. Credo in quello che faccio e spero di dare vantaggi al mio Torino, alla mia squadra e penso che anche i tifosi vogliano questo, perché se non diamo vantaggi e poi vinciamo avendo chiuso le porte credo che ai tifosi potrebbe andare bene lo stesso. Il motivo di chiudere le porte, se lo farò, è solo perché non vorrei mai che quello che prepariamo in settimana venisse visto dalla squadra avversaria, non ci sono motivi diversi. Mi raccomando divulgate questo messaggio perché so la storia poiché mi è già successa altrove dove ho allenato. Non chiudo le porte perché non voglio far vedere l'allenamento ai tifosi, ma è solo perché vogliamo che quello che facciamo e come prepariamo tatticamente la partita, guardando gli avversari e cercando di metterli in difficoltà con degli accorgimenti, non sia conosciuto dai nostri avversari. Se si potesse controllare, ma non è fattibile farlo, che ogni persona che entra è uno di noi andrebbe benissimo e farei gli allenamenti a porte aperte, ma in mezzo ai nostri può entrare qualcuno degli altri per vedere che cosa facciamo, se cambio modulo o se non lo cambio ma cambio movimenti per adattarli agli avversari. Mi sono dilungato su questo  per spiegarlo bene perché ci tengo che sia tutto chiaro".

Come ha trovato la squadra dal punto di vista fisico? Vorrà sicuramente avere una squadra ancora più competitiva, quindi, quanto bisognerà intervenire in sede di mercato?

"L'ho detto prima, se la squadra ha fatto la partita che ha fatto è merito di chi ha lavorato prima di me e la squadra stava bene. Il Bologna non era una squadra da sottovalutare, Palacio è un signor giocatore, Destro, gli esterni, è un'ottima squadra, quindi, se abbiamo fatto questa prestazione vuole dire che, al di là della tecnica e della tattica, la squadra ha fatto il suo. Sono arrivato da due giorni e poi faremo i test e vedremo di migliorare ancora.
Ve lo ridico così non mi farete più domande sul mercato. Ieri, quando il presidente mi ha presentato, ho detto che sono venuto qui anche perché prima di firmare ho parlato di certi meccanismi e del mercato se ne occupa la società, quindi, queste domande dovete farle a Petrachi o al presidente. La società fa il mercato su indicazione riservate tra di noi quando io, Petrachi, il presidente, Comi e gli organi della società ristretti ci parliamo e si danno indicazioni. La società sa il budget e poi che cosa deve fare. È inutile che io parli di mercato, ma è giusto che ne parli Petrachi. Io devo cercare di far rendere al meglio la rosa che mi sarà messa a disposizione, in questo momento c'è una cosa e che cercherò di fare bene con questa".

Oggi la squadra ha fatto bene con il 4-3-3, però, sappiamo dalla sua storia che preferisce una difesa a tre. Conserverà questo modulo oppure lavorerà per cambiarlo?

"Ho detto anche ieri che in generale non mi piace prendere le squadre in corsa perché sono un allenatore che pensa di essere capace di spiegare diversi sistemi di gioco nel modo migliore. È chiaro che questa è una mia idea. Conoscendo il calcio italiano e sapendo che vi sono allenatori molto bravi che studiano gli altri colleghi e ho visto che quando ho avuto l'Inter, il Napoli, la Sampdoria nelle prime partite non capitava, però, poi tutti prendevano accorgimenti allora ritengo che una squadra evoluta debba imparare un sistema di gioco e poi un altro e addirittura un terzo sistema. Quando ragazzi l'avranno fatto e ci riuscirò a farli digerire tutti e tre allora magari dopo il primo tempo farò un cambio in modo da destabilizzare l'avversario che non se l'aspetta; ecco che torna il discorso delle porte chiuse, è tutto collegato. In Italia ci sono i migliori allenatori, posso dirlo e non si offenderanno che in Inghilterra ci sono i top, ma anche qui in Italia siamo bravi e la scuola italiana non è da meno, quindi, i colleghi guardano tutto e poi ti prendono le misure e i vantaggi che avevi svaniscono per cui bisogna essere bravi a cambiare pelle velocemente, ma per cambiare pelle visto che in campo ci vanno i giocatori non basta che io cambi nella mia testa bisogna che io sappia far fare a loro questi cambiamenti e con il tempo si vedrà che avranno digerito tutto questo. Se in qualche partita le cose non andranno bene nel primo tempo si cambierà e si giocherà con un altro modulo, però, sono i giocatori a dover prima digerire questo assimilando i vari moduli".

Quali corde di Niang ha toccato per fare in modo che disputasse una buona partita com'è avvenuto oggi con il Bologna?

"I ragazzi oggi hanno fatto un bel pressing e io ho fatto un pressing di quarantacinque minuti su Niang. Questo ragazzo ha delle doti e lo avete visto tutti, ma non riesce a tirare fuori tutto il potenziale che ha e gliel'ho detto e lui ne è cosciente,tra di noi c'è un rapporto bello. Ci sono giocatori che hanno un potenziale basso, ma riescono ad avere quella cattiveria, quell'applicazione, quella lampadina accesa che li fa rendere di più e io mi violenterò per fare in modo di fargli tenere sempre più accesa quella lampadina e se ci riuscirò, poiché lui è un grande talento, ci darà grandi soddisfazioni".

Lei non parla di calciomercato, però, al Torino è stato accostato Taider, le piacerebbe ri-allenarlo?

"Lo stimo, è un bravo ragazzo ed è un buon giocatore, ma ormai sono tanti anni che non lo vedo più. Non credo in questo momento, non mi aspettavo questa domanda, ma come ho detto prima sono domande da fare a Petrachi".

Lei non ha cambiato il modulo del Torino, ma Il fatto che Donadoni abbia cambiato quello del Bologna utilizzando il 4-2-3-1 l'ha aiutata?

"Io ho cambiato solo alcuni movimenti. Non mi ha aiutato il cambio di modulo del Bologna perché eravamo preparati, sapevamo che avrebbe potuto giocare con il 4-3-3 o il 4-2-3-1. Quando è arrivata la formazione visto che in campo c'erano Palacio e Destro abbiamo subito provato a fare due piccoli accorgimenti in fase passiva cambiando due posizioni a centrocampo, ma è cambiato poco. Noi abbiamo la nostra identità quando abbiamo la palla e ci distendiamo e poi ci sono degli adattamenti”.

Torino e Bologna che In Italia sono a metà classifica, con i granata un pochino più avanti, in Inghilterra dove sarebbero in graduatoria?

"Se si guarda ai giocatori che ci sono in Inghilterra sono di un livello più alto rispetto all'Italia perché li le società hanno la possibilità di pagare di più giocatori, avendo un budget maggiore, quindi, ci sono molti giocatori più costosi che poi sono quelli che nell'anno precedente hanno fatto bene, questo, però, non basta perché in Inghilterra si bada meno alla tattica e ad altre cose, anche se c'è Guardiola che è un fenomeno e fa il suo gioco. Non è facile, quindi, fare un confronto e se una squadra italiana che è ottava o decima incontra una che nel campionato inglese è settima può essere che la metta in difficoltà. In Italia e in Inghilterra s'interpreta il calcio in un modo diverso".

Si sa già come stanno Obi e Burdisso?

"Ho chiesto, ma non ho capito bene, però, non credo che siano infortuni particolari. Con il dottore mi confronterò più tardi, ma da quello che ho intuito non mi sembra che siano cose di lunga degenza, magari al ritorno saluteranno qualche allenamento".

Le ha dato più soddisfazione vincere tre a zero o il fatto che la squadra abbia subito recepito le poche cose, per ragioni di tempo, che ha potuto trasmettere?

"Chiedete ai miei giocatori se non è vero, Io vorrei vincere attraverso il gioco, io guardo alla prestazione per poi arrivare alla vittoria. Non mi piace la prestazione bella per fare scena e perdere, ho detto ai ragazzi che dobbiamo essere concreti, però, secondo me oggi il Torino ha fatto bene in tutto perché ha giocato bene e non pensavo neppure che si potesse giocare così bene e ha vinto in modo netto, quindi, meglio di così non si poteva fare. Non culliamoci, però, su questa partita e iniziamo già a pensare alla prossima perché non sarà sempre così, magari lo fosse".