Mazzarri: “Nell’intervallo ho detto ai ragazzi di non infierire e che non dovevamo subire gol”
L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha commentato la vittoria sul Benevento. Ecco che cosa ha detto:
La vittoria è stata netta, ma nei primi trenta minuti il Torino ha subito la spavalderia del Benevento soprattutto sulle fasce. Concorda?
“E’ vero, infatti mi sono anche arrabbiato. Noi dobbiamo migliorare nella gestione della gara e qualche cosa del genere l’avevamo fatta anche contro il Sassuolo quando siamo andati in vantaggio e poi abbiamo subito il gol del pareggio e perciò domani (non c’è il giorno di riposo perché il Torino sabato affronterà la Sampdoria, ndr) lavorerò anche su questo. E poi bisogna tener conto che ci sono anche gli avversari e sapevamo che il Benevento, stando alla sua situazione di classifica, se la gioca sempre tentando il tutto per tutto senza pensare a niente. Non dimentichiamo anche che il Benevento oggi non è quello del girone d’andata e poche settimane fa ha vinto con il Chievo e la Sampdoria ed è una squadra che quando è andata dall’altra parte della città è andata in vantaggio e, quindi, sapevamo che poteva metterci in difficoltà. Noi dobbiamo essere più bravi a capire i momenti e stare compatti senza prendere quelle infilate che abbiamo preso. Sono d’accordo che su questo dobbiamo lavorare e, come dicevo, mi sono arrabbiato in certi frangenti”.
Nel secondo tempo è vero che eravate in vantaggio per tre a zero e anche in superiorità numerica, ma non avete spinto per lunghi tratti. Forse non volevate infierire o ci sono altri motivi?
“Se mi aveste sentito fra il primo e il secondo tempo della partita con il Bologna sapreste che sul tre a zero, secondo me, la partita è chiusa e andare a cercare di fare le goleade non porta bene e ci vuole rispetto per gli avversari. Nella mia lunga carriera ho vissuto due o tre situazioni brutte perdendo cinque a uno e sei a uno e non è bello quando gli altri infieriscono in più, in questa fase, noi dobbiamo anche, come ho cercato di fare, far crescere i giocatori che vengono da infortuni come Belotti e Ansaldi. Oltretutto nella lettura della gara loro erano in dieci e in vantaggio per tre a zero e così mi sono raccomandato di non subire gol, infatti, due o tre volte mi sono arrabbiato perché siamo stati troppo leggeri. In certi casi dobbiamo essere squadra e leggere i momenti in modo da crescer dal punto di vista della gestione del risultato. So i risultati che il Torino aveva fatto prima che arrivassi e tante volte era andato in vantaggio per due a zero e poi aveva pareggiato. Voglio far capire ai miei ragazzi per farli crescere che se vogliamo piano piano sempre più grandi bisogna una volta andati in vantaggio conservarlo perché è un bene prezioso, non si possono commettere leggerezze e gettare al vento i tre punti. Mi interessava, quindi, vedere questo aspetto piuttosto che segnare tanti gol e poi c’è la questione del rispetto dell’avversario: bisogna averlo sempre, infatti, sul tre a zero la partita è chiusa e anche con il Bologna mi ero calmato perché so che cosa provano dall’altra parte quando si perde”.
Ansaldi ha giocato anche oggi da centrocampista, lo vedremo spesso in questo ruolo e come l’ha visto in campo?
“Dico la verità, oggi potevo farlo entrare al posto di chiunque, nel ruolo di terzino sinistro come fa di solito, ma l’ho messo proprio mezzala perché in una partita del genere un centrocampista deve correre di più e volevo che aumentasse i ritmi e mi sembrava il ruolo giusto per farlo. Gli avevo parlato in occasione della gara con il Sassuolo e lui mi aveva dato la sua disponibilità per fare la mezzala nel 3-5-2 o anche nel 4-3-3. Lui può fare questo e quando gli tornerà l’autonomia di gamba per assurdo, è un modo di correre diverso, ma fare tutta la fascia e quasi più dispendioso che fare la mezzala se la si fa bene, se la squadra ti aiuta ed è corta e c’è da correre dieci metri avanti e indietro. Anche Acquah ha fatto molto bene e l’ho visto volentieri e nei minuti che ha giocato è stato fra i più determinati a centrocampo”.
Ljajic ha passato un’altra partita in panchina, vuole dire che sarà ceduto nei prossimi tre giorni prima che il mercato chiuda?
“Sapete quando sono arrivato e che Ljajic stava rientrando da un infortunio e in occasione dell’allenamento che aveva preceduto la gara con il Bologna i fisioterapisti mi avevano detto che si correva un rischio se lo avessi utilizzato, ma comunque io volli portarlo in panchina e dissi a Adem che se non fosse stato indispensabile non lo avrei fatto entrare perché già mi prendevo la responsabilità di convocarlo. E’ chiaro che con il Bologna ho fatto delle scelte e chi scese in campo fece una grande gara e di conseguenza si è meritato la riconferma con il Sassuolo. Nel frattempo Ljajic si è allenato e sta bene, ma non so quanti minuti ha nelle gambe e come sta perché un conto è vederlo in allenamento un altro in campo per novanta minuti. Con il Sassuolo avevo riconfermato la squadra e dopo la partita non bellissimo che abbiamo disputato dovevo decidere se ridare fiducia agli stessi anche con il Benevento poiché avevo lavorato in settimana sugli errori fatti e cambiare un solo giocatore mi sembrava penalizzante per il ragazzo e, allora, ho ridato fiducia a quelli che avevano giocato le ultime due partite. Le mie scelte sono queste e oggi la partita si è messa come si è messa e così ho fatto fare minutaggio a chi ne aveva più bisogno. Queste sono le mie scelte serene e tranquille sempre basate sul vincere di squadra e sulla possibilità di fare risultato con la squadra”.
Belotti quando è entrato ha dimostrato di avere corsa e gamba, lei come l’ha visto?
“Belotti è uno di quelli che è rientrato e come sapete alla vigilia ero in dubbio perché il giorno prima non lo avevo visto tanto bene, ma nella partitina di sabato in allenamento aveva fatto bene e poiché è un giocatore importantissimo ho cercato oggi di portarlo in panchina a disposizione per la prima volta, poi, la partita si è messa su certi binari e ho pensato di fargli fare un po’ di minutaggio visto che trovavamo in un momento facile e, mi sembra, che sia andato tutto bene. C’è meno bisogno di recuperare Belotti con affanno se la squadra regge anche senza di lui come ha fatto. Niang ha fatto bene e anche gli altri ragazzi intorno a lui (Falque e Berenguer, ndr). Meglio di così non poteva andare anche da questo punti di vista, vedremo in settimana se Belotti migliorerà e poi deciderò in base a quello che penserò che si dovrà fare con la Sampdoria”.
In tre giornate la squadra ha subito solo un gol, è la difesa il reparto che le dà maggiori soddisfazioni?
“Non mi sentirete mai parlare di difesa, ma sempre di fase difensiva perché nel calcio moderno la fase difensiva si fa tutti insieme tanto è vero che quando abbiamo sofferto dopo l’uno a zero non è stato solo per la difesa, ma anche per il centrocampo, per gli esterni. Tutta la squadra non ha fatto ciò che doveva. Nella linea difensiva ci sono quattro uomini e quando arrivano sei avversari, poverini, vanno in difficoltà, poi può capitare l’errore del singolo difensore, ma sia oggi sia contro il Sassuolo abbiamo fatto in due-tre frangenti errori come fase difensiva: c’è stato un momento in cui siamo andati fuori con i centrocampisti centrali e c’era troppo spazio fra la linea difensiva e il nostro centrocampo e, quindi, queste cose vanno corrette e migliorate. E’ vero che in tre gare abbiamo subito un solo gol, ma per come la penso io sarebbe stato meglio non prenderlo perché magari avremmo avuto due punti in più”.
Si stupirebbe se Ljajic andasse via entro mercoledì?
“Sapete che di mercato non voglio parlare. Sono arrivato qui da poco e non sarei stato un allenatore serio se avessi già deciso di mandare via qualcuno, ma se in questi giorni qualche ragazzo volesse andare via sarebbe un discorso personale, non perché sono io a mandarlo via. Questo vale per Ljajic, ma anche per altri che so che vorrebbero andare a giocare poiché hanno poco spazio, ma queste sono cose che, probabilmente, si sono create prima che io arrivassi. Non credo che si possa dire più di quello che sto dicendo”.
Ljajic le ha detto che vuole andare via?
“A me nessuno ha detto di voler andare via. Per onestà del vero ci sono ragazzi che vorrebbero andare via per poter giocare di più, ma fra questi non c’è Adem. Si tratta di qualche giovane. Parlerò con Petrachi, farò bene il conto della rosa e si vedrà se c’è la possibilità per chi ha giocato meno, da inizio stagione e non da quando ci sono io, di essere accontentato ad andare altrove. Per il resto nessun altro mi ha parlato”.
Quanto ritiene importanti Obi e Falque?
“Sono importanti al di là dei gol che hanno segnato oggi. E’ vero che qualcuno deve fare gol, ma io sono contento anche se a segnare fosse Sirigu. Quando si vince va sempre bene, ma al di là dei gol i ragazzi stanno facendo bene e sono contento di come si comportano tutti i ragazzi, anche se in certi momenti vorrei che si facesse meglio come oggi quando sull’uno a zero si è rischiato di subire gol in un paio d’occasioni. Bisogna stare più attenti in certi frangenti”.
Ieri aveva detto che numericamente la rosa era attrezzata, ma se dovesse andare via qualcuno sarebbe sostituito oppure no?
“A livello numerico se non ci fossero gli infortunati questa sarebbe una rosa più che sufficiente visto che disputiamo solo il campionato. A me, in quanto allenatore, dispiace quando i ragazzi s’impegnano tutta la settimana e poi tutte le domeniche vanno in tribuna, ma d’altra parte bisogna fare delle scelte. Ora, dico la verità, parlerò con Petrachi e, se ci sarà, anche con il presidente Cairo e analizzeremo numericamente la rosa e se mi chiederanno se si può lasciar andare via qualche ragazzo dirò il mio parere facendo i calcoli anche con Pondrelli (preparatore atletico, ndr) e Frustalupi (vice allenatore, ndr). Credo che come rosa sia ampia da un punto di vista numerico, anche se si può sempre migliorare, però, come numero siamo tanti”.