Mazzarri: “Con il Napoli non siamo stati in campo, ci siamo scordati tutto”

23.09.2018 16:52 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
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Walter Mazzarri
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L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha commentato la sconfitta del Torino con il Napoli. Ecco che cosa ha detto:

Torino da subito in difficoltà con il Napoli che ha spinto e sfruttato le fasce, forse non era questa la partita che si aspettava dalla sua squadra?

“Vorrei dire una cosa per iniziare, siccome da quest’estate si è creato un bel connubio con i tifosi, che anche oggi ci hanno sostenuto alla grande, volevo ringraziarli e dire a loro e a voi che oggi le disquisizioni tecnico-tattiche faccio fatica a farle perché il Torino sembrava un’altra squadra rispetto a Udine, al di là dell’avversario che è fortissimo me lo sapevamo. Da quest’estate abbiamo fatto una crescita esponenziale dal punto di vista del gioco, dell’unità d’intenti e della concentrazione e lo hanno fatto anche i giovani, ma oggi è sembrato che ci fossimo scordati tutto. Quindi è difficile parlare delle fasce, del centro o di qualunque altra cosa. Non eravamo in campo. In questi casi l’allenatore si trova in difficoltà, parlavo con Frustalupi e avremmo dovuto sostituire sette-otto giocatori, sembravano i fratelli di quelli visti a Udine. Per fortuna domani non c’è il giorno libero e ci metteremo tutti davanti al video della partita e ci dovremo dare delle spiegazioni. Voglio dirlo anche ai tifosi che mi dispiace perché tutto mi aspettavo tranne che un inizio di partita com’è stato quello di oggi. Al di là della forza del Napoli che avevo detto che è squadra fortissima, anche i cambi non hanno dato l’apporto che avrebbero dovuto. Faccio un esempio, quando si ha di fronte una squadra forse più forte per valori tecnici bisogna correre quanto meno quanto loro, ma forse di più e bisogna essere più organizzati, più attenti, più solidi, più corti, correre a mille all’ora e aggredire i loro portatori di palla, ma non l’abbiamo fatto. Non l’ha fatto il novanta per cento dei giocatori”.

Perché?

“Lo dirò domani perché devo capirlo anch’io. Negli spogliatoi non ho dato tanto modo di parlare ai ragazzi perché un po’ mi giravano. All’inizio del secondo tempo c’è stata una mini reazione, ma ci siamo sciolti come neve al sole appena abbiamo preso il terzo gol. Anche chi è subentrato sembrava che avesse la marcia ridotta, ci sono cinque marce e tutti andavano in prima. Non capisco perché, dobbiamo spiegarcelo. Deve essere una giornata con un bioritmo negativo per tutti. Dare una spiegazione è difficile dopo aver visto i ragazzi giocare a Udine, dopo esserci preparati in settimana per benino, dopo aver fatto due allenamenti a mezzogiorno e mezzo, essere stati attenti all’alimentazione e all’idratazione, all’aver lavorato e dopo che avevo fatto mille raccomandazioni … allora me lo spiegheranno i ragazzi ognuno per conto sue e tutti insieme. E riguardiamo la partita. Noi allenatori non abbiamo la sfera di cristallo, al di là delle assenze e che qualcuno dirà che io … ma non ci si può attaccare a nulla. Berenguer ha giocato sull’esterno ed è chiaro che in estate i titolari erano Ansaldi e De Silvestri, ma anche i ragazzi giovani finora erano cresciuti. Avevano fatto bene per personalità e attenzione tutti, giovani e vecchi, ma oggi ne salvo pochissimi”.

Con il Napoli ci sono stati anche tanti errori individuali.

“Sì, anche di squadra, non si saliva … si è fatto di tutto. La cosa che mi ha dato più fastidio è che loro, che sono una squadra che già da anni ci è superiore per classifica e qualità, erano affamati, andavano sui nostri portatori di palla in due o tre, mentre noi perdevamo la palla, non salivamo … non era la squadra che avevo visto fino ad Udine. Anche con l’Inter eravamo partiti male, ma non male come oggi. Speriamo che sia un episodio”.

Il Napoli in settimana aveva giocato in Champions sarebbe dovuto essere più stanco di voi.

“Pensavo che sarebbero calati nella ripresa, ma non è stato così”.

Ancelotti quindi ha preparato la partita meglio di lei? Le ha dato una lezione di tattica?

“Sì, bravo. Lei è contento? Sì, ha dato una lezione su tutto. Ha ragione il Torino doveva fare di più, l’ho detto. E’ tutto vero”.

Per fortuna già mercoledì contro l’Atalanta ci sarà un’altra partita.

“Per fortuna. Vediamo perché domani dovrò capire chi ha la testa per giocare fra tre giorni in un modo totalmente diverso da oggi”.

In circostanze del genere si possono cogliere delle avvisaglie? Le è mai capitato che mancasse la risposta da parte del gruppo?

“Non mi è mai capitato, quando ho parlato ai giocatori prima della partita avevo detto che erano un bel gruppo, che erano bravi ragazzi e, quindi, non mi potevo aspettare una cosa così, che tutti insieme … non c’erano avvisaglie, anzi, fino ad oggi il contrario. Posso pensare che oggi sia stata una giornata negativa da parte di tutti, me compreso così il signore è contento. Abbiamo giocato più o meno con gli stessi di Udine e con la stesa organizzazione avrebbero dovuto fare più o meno le stesse cose e anche il Napoli giocava a quattro, ma non riuscivamo a fare niente. L’intensità, nel gioco senza palla erano tutti fermi e se non ci si muove è difficile mettere in atto gli schemi”.

Le sono piaciuti Insigne e Hamisk in queste inedite posizioni?

“Lorenzo mi è venuto a salutare e me lo sarei messo in tasca, avete visto che mi è venuto ad abbracciare? A parte le battute, non mi va di parlare degli altri. Credevo di aver messo la squadra a posto, i giocatori cominciavano a capire anche i movimenti in attacco … devo pensare ai miei. Il Napoli ha forse uno degli allenatori più forti e bravi d’Europa e ci pensa lui a Insigne e Hamisk”.

Al di là di tutto, ma sul due a uno la partita poteva essere ancora riaperta, ma l’errore grave di Izzo ha compromesso tutto, non trova?

“Sono arrabbiato, l’osservazione è giusta. Tra il primo e il secondo tempo ho provato a fare l’elettroshock ai giocatori e, infatti, siamo rientrati in campo e avevo la sensazione che l’elettroshock come con l’Inter fosse servito, ma dopo qualche parvenza, si poteva fare ancora di più, più nulla. Berenguer faceva tutto bene, ma oggi aveva il piede che gli andava dall’altra parte, era uno dei più bravi anche a battere gli angoli. La cosa che mi ha fatto arrabbiare ancora di più è che ci eravamo detti delle cose nell’intervallo e poi, dopo aver preso il cazzotto del tre a uno ingenuamente e anche com’è venuto mi ha dato fastidio, ho provato a mandare in campo altri ragazzi e Parigini, che a Udine aveva fatto due-tre cose bellissime, ha cercato recuperando una palla in modo veemente, però, niente di più. E’ strano. Se voglio essere una persona seria non posso fare considerazioni perché non è facile spiegare sinceramente”.