Mazzarri: “Ciò che abbiamo fatto quest’anno ci responsabilizza ancora di più”

27.05.2019 06:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Walter Mazzarri
Walter Mazzarri
© foto di Alex Bembi

L’allenatore del Torino, Walter Mazzarri, in conferenza stampa ha commentato la vittoria con la Lazio. Ecco tutto ciò che ha detto:

Nel secondo tempo, specifichiamolo, la partita è andata come voleva ed è stata anche una bella festa per Moretti che si è congedato dal calcio giocato. Vuole fare un commento sulla partita?

“Parto dalla considerazione che c'era un po' di depressione quando sono arrivato e non era facile pensare che dopo poco più di un anno si creasse quel connubio che ci vuole tra i tifosi, la società e la squadra che ha un blasone importante. Questo mi ha riempito di orgoglio, di gioia e sono contento. Vorrei anche ricordare quello che ha detto Moretti durante la conferenza stampa nella quale ha annunciato il suo addio al calcio, lui che ha avuto gioie nei suoi sei anni qui da calciatore ha ricordato la sconfitta di Empoli che non è stata l'unica sconfitta, ma che è stata la più brutta eppure i tifosi alla fine hanno applaudito la squadra questo perché hanno capito quello che abbiamo fatto. Questa è la più bella soddisfazione, ma poi è chiaro che sono un professionista e viene tutto il resto. Devo dire che essere riuscito, insieme a questi giocatori, a creare questa bella festa in occasione della partita con la Lazio non era facile e questo ci responsabilizza ancora di più per il futuro. Questa è la strada giusta”.

Quali sono le tipologie di giocatori che secondo lei servono per far fare al Torino quel salto di qualità in modo tale che il prossimo anno si possa parlare di Europa League e si possa anche andare più avanti in Coppa Italia?

“Ogni anno ha la sua storia e per ciò che abbiamo fatto quest'anno so benissimo che ci responsabilizza. Come ha già detto il presidente, chiedo alla società di trattenere lo zoccolo duro. I migliori di quest'anno, che hanno contribuito a fare quest'annata bellissima, devono rimanere tutti. Non ho detto tutti i giocatori che ci sono perché so che chi è penalizzato dalle mie scelte e dal giocare poco potrebbe richiedere di andare a giocare altrove. Per me, e l'ho detto ai ragazzi qualche giorno fa, potrebbero essere confermati tutti poiché tutti hanno meritato e hanno contribuito a questa bellissima annata, anche quelli che hanno giocato meno e sono stati tutti importanti. L'ha già detto il presidente, ma è chiaro che dobbiamo fare tre acquisti mirati. Per acquisti mirati intendo  che siano giocatori che possano competere con i quattordici titolari che ci sono, ma non per togliere il posto a quei 14-15 che hanno giocato di più bensì per implementare la rosa in modo che sia superiore a quella di quest'anno, che sia superiore qualitativamente. Avete visto che da quando sono arrivato sono state fatte delle scelte, si è scremato, anche se a gennaio in tanti non l'hanno capito si è fatto sì che il gruppo sia solido e unito veramente. Si è fatto anche un lavoro sugli uomini perché dietro ogni giocatore c'è un uomo. L'esempio è Moretti. Se abbiamo dei giocatori bravi che hanno voglia di migliorarsi e hanno la testa e il carattere di Moretti è difficile batterci. Non abbiamo guardato solo  al tenere i giocatori più bravi, ma quelli che avevano delle doti che potevano far si che il gruppo fosse unito. Per questo poi si è vista l'anima i tifosi l'hanno percepito e sono con noi alla grande perché abbiamo creato lo spirito Toro e questo con un'escalation si è visto soprattutto nel girone di ritorno”.

Il girone di ritorno si è concluso con 9 punti in più rispetto all'andata. Ci sono stati nel girone d'andata almeno 10 episodi che hanno penalizzato la squadra e che possono essere quantificati con 10 punti in meno. Nel girone di ritorno non si ha cronaca di episodi che hanno favorito …

“Ho capito, ma vorrei dire due cose. Io non mi lamento, ma protesto quando penso che ci sia qualche errore. Se avete visto c'è stato solo un episodio, ma si trattava di un equivoco tra me e il quarto uomo poiché non avevo fatto nulla e non a caso nel girone di ritorno non ho avuto mai grandi cose da ridire. Le considerazioni mi piacerebbe che foste voi a farle perché, come ho intrapreso da qualche giornata, vorrei fare solo l'allenatore occupandomi solo di calcio e vorrei che fosse così anche nella prossima annata. Quello che ha detto è sotto gli occhi di tutti e quando per qualche motivo i punti non li prendiamo non vengono in seguito più ripresi. Questo crea anche un po' di rammarico e il non aver vinto a Empoli farà sì che se per caso ci sarà qualche sorpresa nelle partite che concludono l'ultima giornata ci mangeremo un po' le mani. Per l'esperienza che o mi viene da dire che se in qualche partita non si fanno i punti che si dovrebbero alla fine del campionato poi mancano. Sono cose che giustamente avete notato e potrete fare meglio di me i conti, in certi parametri non voglio più entrare”.

Ci sono 9 punti di differenza tra il girone d'andata e quello di ritorno, alla fine lei si deve veramente mangiare le mani?

“Sono successe delle cose e se fossero anche solo 6 o 5 i punti di differenza e non 9 che cosa si direbbe ora di questo Toro? Comunque mi ha fatto piacere che avete posto voi, critici sportivi che avete seguito tutto il campionato, l'argomento. Basta non parliamone più. Devo ringraziare voi perché credo che ci sia stato un grande rapporto e non ci sono stati nemmeno tanti incidenti di percorso poiché alle volte la stampa ha interessi contrapposti, quindi, vi ringrazio perché c'è stata una bella collaborazione. Ringrazio anche il pubblico, ma l'ho già fatto quando in campo mi hanno salutato e mi hanno fatto commuovere perché si tratta di un pubblico diffidente per le tante vicissitudini che ha trascorso e in un anno sono riuscito ad ottenere un'ovazione, partita dalla curva e seguita da tutto lo stadio, durante la gara. Devo ringraziare anche tutti i ragazzi e tutte le persone che lavorano con me perché è stata un'annata stupenda. Se si riescono a fare le cose così è perché c'è un ambiente e lo spirito giusto”.

Quanto il Toro è entrato dentro di lei?

“Totalmente. In passato qualche soddisfazione me la sono tolta, ma vedere uno stadio così entusiasta mi ha fatto chiedere ai miei colleghi collaboratori se stavano proprio riferendosi a me. Questa cosa, per uno che ha il carattere come il mio, dà ancora maggiori motivazioni. Mi sento parte integrante di quella che chiamo famiglia composta dai tifosi, dall'ambiente interno, da voi e se iniziamo a remare tutti dalla stessa parte con l'entusiasmo che c'è si crea un'energia incredibile che può far fare veramente il salto di qualità, come penso che l'abbiamo già fatto oltretutto tutti insieme”.

Il suo rinnovo del contratto sarà fatto a breve?

“Io sono di quella generazione che basta una parola, non c'è fretta. Ho ancora un anno di contratto, so che mi stimano tutti e non ci sono problemi per quel che riguarda il contratto”.

Adesso ci sarà il rompete le righe, ma si può dire che si spera di essere chiamati prima del tempo?

“Non mi piace contare sulle disgrazie degli altri, però, visto che è stata un'annata veramente particolare perché mi sembra che negli ultimi cinque o sei anni non era mai successo che la settima classificata non andasse in Europa e l'unico anno che la Juventus non è andata in finale di Coppa Italia si è verificato ed è un'anomalia anche questa. Io quando allenavo la Sampdoria in Europa ci andai con 60 punti e bastò il sesto posto perché a quei tempi c'era solo un preliminare e poi si andava ai gironi. Ora 63 punti non bastano e vabbè la partita di Empoli che mi rimane sempre nel cervello, ma sono sicuro che se l'avessimo giocata avendo qualche punto in più non l'avremmo mai persa. Se ora dovesse accadere un ripescaggio sarebbe quasi una conseguenza naturale perché essendo arrivati al settimo posto e con i punti che abbiamo conquistato lo sentiremo nostro e non ci sembrerebbe neppure di essere stati ripescati, lo dico con totale sincerità”.

È più contento ho più rammaricato?

“L'ho detto, sono uno che rimugina. Io sono il primo tifoso della mia squadra e quando ripenso ai fatti e ai punti persi per strada mi verrebbe da dire che siamo stati sfortunati, ma non mi garba nemmeno dirlo seppur sia successo un po' di tutto. Nonostante quello che si è fatto non siamo riusciti a raggiungere l'obiettivo ed è molto strano. È stato un anno anomalo, non so se questo termine si possa usare. Non mi piace il campionato spezzatino  perché bisogna attendere tutte le partite per fare i bilanci, ma nel girone di ritorno per punti fatti siamo la terza squadra e magari alla fine saremo la quinta però comunque si tratta di un percorso eccezionale e nonostante questo ci troviamo fuori dalle coppe europee. Sono stranito”.

Sembra che il suo vero rimpianto sia la partita con l'Empoli, ma solo quella partita?

“Cagliari e Sassuolo, ma solo dell’andata”.

Forse anche Bologna e Parma sia all’andata sia al ritorno?

“Ho detto queste due perché se in un annata non si sbaglia nulla si arriva primi. La partita che secondo me avevamo già in tasca era quella con il Sassuolo perché la partita era finita quando abbiamo preso il gol del pareggio. Con il Bologna sul 2 a 2 c'era ancora tempo e anche sul 2 a 1 hanno avuto fortuna poi noi siamo stati polli, ma eravamo tornati ad attaccare e qui mi fermo. Con il Cagliari al ritorno l'espulsione di Zaza è avvenuta in un momento di euforia. C'è stato uno zampino strano quest'anno nelle nostre partite. Di qualche partita sbagliata l'ho detta, come con il Parma oppure con il Napoli dopo la partita di Udine, dove secondo me avevamo fatto una grande gara, e volevamo giocarsela alla pari e invece è andata diversamente, ma ci può stare perché parlando del Napoli si parla di una corazzata che lotta per la Champions da quando c'ero io e che va in Europa League quando va male. Con il Bologna è stata una partita strana, ma ci stanno due o tre partite così in campionato. Quella però che non ho proprio digerito è quella con il Sassuolo dove Falque per un millimetro non ha segnato il 2 a 1 che si sono persi due punti. Nella partita a Empoli se ci fossimo arrivati anche solo con 4 punti in più posso garantirlo che non si sarebbe perso. Quindi un po' di rammarico c'è, ma se ci dovessero ripescare sinceramente mi passerebbe perché sento che è meritato l'accesso in Europa, anche se per ora per tutti questi motivi i numeri dicono di no”.

Aver perso punti con squadre medio basse è un segnale o è una casualità oppure è proprio lì Il passo successivo che deve fare il Torino per migliorare?

“Un po' di esperienza ce l'ho e sono arrivato anche secondo 9 punti dalla prima e le cose le so. L'ho avuta la crescita dove ho lavorato e ho fatto questi risultati. Bisogna passarci, serve più qualità nei momenti topici, squadre che sono abituate a lavorare ai vertici sanno che quando si affronta una piccola magari bisogna stare calmi e dagli una zampata, magari bisogna vincere male con un po' di esperienza, con un po' di malizia. Mi viene in mente la gara di Parma e ieri ho fatto vedere a Berenguer e altri due ragazzi anche a Baselli bastava buttare dentro una palla e ne abbiamo avute 5 di possibilità. E' un percorso di crescita, si sono fatte tante cose ma non si può fare tutto e qualcosa non siamo riusciti a farla. L'importante è che in quelle partite ci sia stata la prestazione, solo in qualcuna non c'è stata, ma ad esempio a Parma ci è mancato solo il gol potevano essere due punti anche quelli. Altro esempio con il Parma in casa ci sono stati altri episodi e lasciamo perdere, quando una partita non la si può vincere alle volte Bisogna accontentarsi anche di un punto perché alla fine quello sarebbe stato un punto in più. Serve un po' di esperienza. Ci siamo avvicinati ad avere un rendimento alto, come quello delle grandi che sono abituate ad averlo da sempre, ma sicuramente qualche cosa abbiamo pagato sotto questo punto di vista e bisogna migliorare”.

Bremer sta facendo benissimo e anche con la Lazio ha fatto un'importante chiusura su immobile, Lyanco al Bologna ha fatto anche lui bene e Bonifazi nella Spal è stato uno de migliori. Il prossimo anno terrà tutti questi difensori?

“Nei prossimi giorni Ne parleremo per bene con il presidente e anche con i miei collaboratori per fare chiarezza. In questo momento mi piace parlare di quelli che sono stati qui e hanno fatto questa bellissima annata. Devo fare i complimenti a Nitti, a Miggiano e a tutto il mio staff tecnico per Brenner perché chi lo ha visto giocare con la palla a livello difensivo era già bravo, ma per giocare a certi livelli era un po' timido con il destro e invece ora calcia anche di sinistro, faceva fatica a uscire con la palla di destro. In otto mesi, anche se sembra assurdo, questo ragazzo è stato encomiabile perché pur non giocando mai perché non gli davo spazio tutte le volte per mezz'ora o quaranta minuti alla fine di ogni allenamento con Nitti e Miggiano faceva esercizi di tecnica e chiedeva lui di farli. Con la Lazio ha dato una palla in verticale che sembrava Toninho Cerezo, non sto scherzando me lo ricorda un po' per le movenze, anche se gioca in un altro ruolo. Ha dato una palla incredibile che solo otto mesi fa se la sarebbe sognata. È una cosa che ho voluto dire perché sono contento, mi ha reso felice vedere un ragazzo serio. Questo è un giocatore che oggi ci dà grandi garanzie e ha solo 22 anni”.