Lukic-Vojvoda, asse gregario che dà la spinta giusta
Proprio contro quel Sinisa Mihajlovic, suo connazionale, che per primo aveva creduto in lui, al punto di portarlo nel cuore del calcio italiano, da semisconosciuto regista di centrocampo del Partizan Belgrado, Sasa Lukic ha sfornato la prova, se non proprio della vita, che lo fa assurgere a giocatore in grado di puntare, e puntarci davvero, in alto. Una furia in entrambe le fasi, lungo quanto meno il grosso della durata della gara vinta ieri contro il Bologna di Sinisa, il numero 10 granata, il quale, quanto meno dal punto di vista della cifra stampata sulla maglia da gioco, raccoglie l'eredità di nomi del calibro di Valentino Mazzola, Claudio Sala, Renato Zaccarelli, Martìn Vazquez, Marco Ferrante, si è incarnato nella posizione di leader vero della squadra. Caricandosela sulle spalle, quella squadra orfana del Gallo Belotti, e aiutando le sue attuali forze migliori (da Pobega a Praet, da Sanabria a Bremer) a esprimere il meglio di sé, e a ottenere tre punti fondamentali.
Ultimo assist servito da Lukic, prima di ieri, risalente a fine agosto, a Firenze; ultimo gol segnato, analogamente, nella prima metà di settembre, contro la Salernitana. Tante prestazioni più da gregario utile ma rimpiazzabile, il serbo classe '96, al cospetto dei felsinei, ha svoltato. In via definitiva, lanciandosi verso una seconda metà di stagione di alto profilo? Forse. Intanto, i tre punti ottenuti contro i rossoblù sono anche farina del suo sacco. A coadiuvarlo, oltre ai nomi già citati, anche Mergim Vojvoda: "riciclato" sulla corsia sinistra, con Singo pressoché inamovibile su quella opposta, il kosovaro rappresenta al momento la prima alternativa al frequentemente infortunato Ansaldi, e le sue discese, contro il Bologna, sono risultate essenziali. Le aspettative riposte in lui all'epoca del suo acquisto dallo Standard Liegi, finalmente, possono iniziare ad essere meno automaticamente accostate all'aggettivo "disattese".