LIVE Ludergnani: "Vincere due scudetti nella stessa stagione è cosa unica e grande. Abbiamo una grande responsabilità nel far crescere i ragazzi e portarli in prima squadra"

Il responsabile del settore giovanile del Torino, Ruggero Ludergnani, fra poco in conferenza stampa farà il punto sulla stagione appena conclusa con la vittoria degli scudetti dell’Under 17 e 18.
Avete vinto due scudetti nel settore giovanile, un doppietta che non accadeva da oltre trent'anni. Cosa ha portato di nuovo per riuscirci?
“Ce ne stiamo rendendo conto più passano i giorni. Io non sapevo che non accadesse da trent’anni Il fatto di vincere due scudetti nella stessa stagione è qualcosa di difficile realizzazione e ne parlavamo dopo lo scudetto dell'Under 18 la sera della cena insieme a tutto lo staff e al gruppo di lavoro. Non so come si vinca, ma è figlio di una programmazione che è partita quattro anni fa. Mi dispiace che il nostro lavoro venga sempre esaltato quando si vince, se avessimo perso per un calcio di rigore con il Milan o avessimo preso gol al 93° con la Roma, che ha colpito il palo magari si sarebbe esaltato di meno il lavoro che già da tanti anni che stiamo facendo. E’ però un qualcosa di grande, non sapevo che fossero 30 anni”.
Allora furono Primavera e Berretti a vincere.
“Più passerà il tempo, più passeranno magari anche gli anni e ci si renderà conto realmente di quello che si è fatto in questa stagione”.
Il successo più importante è far crescere giocatori per la Primavera e la prima squadra. Quanti di questi ragazzi potranno già fare il salto in Primavera? Ha già parlato con Baroni per magari aggregarne qualcuno anche alla prima squadra?
“Parto dalla fine, fino all’altro giorno siamo stati molto impegnati e simo stati anche poco a Torino e Baroni ho avuto la possibilità d conoscerlo 10 giorni fa, ma più di tanto non c’è stata la possibilità di parlare con lui. L’idea che è nata l’anno scorso di fare il ritiro nello stesso luogo della prima squadra va nella continuità del lavoro che è partito anni fa e che è una grande condivisione e un rapporto fra la prima squadra e il settore giovanile. Ho sempre detto che l’obiettivo primario di chi fa questo mio lavoro, insieme ai miei ragazzi, ai miei collaboratori, è quello di produrre il più possibile giocatori. E’ adesso che è stato vinto lo scudetto non cambierò il focus. Il produrre i giocatori è alla base e ne parlano i numeri. Sotto questo spetto era già stato fatto un grande lavoro e continua ad essere il principale obiettivo. Poi vincere i trofei fa piacere a tutti perché poi, purtroppo, si accendono i riflettori soprattutto quando si vince, però sono fermamente convinto che a prescindere da queste vittorie si sta facendo già un grande lavoro”.
I giocatori dell’Under 17 e 18 teoricamente sono a 2-3 anni dall’esordio in prima squadra. Quanti d loro riusciranno a diventare calciatori professionisti?
“Domanda a cui è impossibile rispondere perché io posso avere delle idee, come è giusto che sia, ma poi non è detto che ciò che penso accada. In Italia siamo tutti allenatori, si dice. Ognuno vede le cose a suo modo e fa valutazioni sui giocatori in maniera soggettiva. Credo che ci siano dei giocatori che abbiano questo tipo di possibilità, ma che possa avvenire è altra cosa. Alcuni di questi sono ancora ragazzi giovani e quindi vorrei anche spegnere questa eccessiva luce di attenzione poiché bisogna dare loro ancora il tempo di maturare e di crescere. Ribadisco, ci sono dei giocatori che potenzialmente possono fare questo tipo di percorso, come hanno fatto altri 6 quest'anno. Però sono uno molto pragmatico e anche freddo su queste situazioni. Abbiamo l'esempio di Alessio Cacciamani che l'anno scorso è partito con l'Under 18 e nessuno ne parlava, ma a fine stagione ha esordito addirittura in Serie A e ha fatto due presenze. Potrei quindi dire dei nomi, poi magari ne vengono fuori altri due. Ed per questo che le dico che è una domanda a cui è difficile rispondere e non è neanche giusto che io risponda io. Il mondo e la storia del calcio ci insegna che ci sono tante storie che hanno la propria storia: giocatori che possono venire fuori in un momento e altri che vengono fuori in un secondo momento. La cosa più difficile adesso, secondo me, per noi come gestione di questi ragazzi è di fargli capire che comunque la strada è ancora lunghissima. La cosa più difficile per questi ragazzi è di rimanere con i piedi per terra perché sì hanno vinto uno scudetto a livello di categoria, ma non hanno fatto ancora nulla. C'è ancora tanta strada per tanti di loro. Se vogliamo analizzare in entrambi i gruppi potenzialmente ci sono un paio di giocatori per annata che possono avere l’obiettivo di esordire in Serie A, ma spero che siano sempre di più però non posso adesso dire chi poiché alcuni sono ancora ragazzi di 16 a 17 anni quindi devono lavorare tanto”.
A livello di programmazione adesso forse il passettino in più è per far sì che si allenino e giochino tutti in uno stesso luogo, al Robaldo. Il centro sportivo quando sarà utilizzabile?
“È una cosa che sento in questi giorni ed è da mesi che ne parlate tanto. Noi abbiamo un'idea, un cronoprogramma molto chiaro: sostanzialmente da agosto, quando ripartirà la stagione, delle categorie più piccole, dall'Under 16 all'Under 13, inizieranno già a allenarsi al Robaldo. E Under 16, 15, 14 e 13 svolgeranno lì i loro campionati ufficiali. Gli spogliatoi tra il campo 3 e il campo 4 sono già operativi e quindi i ragazzi potranno svolgere già la settimana tipo e il loro campionato. Per quanto riguarda le tre squadre più grandi, Under 17, 18 e 20, ripartiranno con la nuova stagione dove hanno finito la precedente quindi al centro sportivo di Orbassano e resteranno lì fino al completamento di quella che, come sapete, è la struttura più corposa dove ci sono la palestra, la sede del storie giovanile, aule video, ristorante e quant’altro. Nel momento in cui sarà completata quella struttura potremmo utilizzarla. Idealmente a gennaio 2026 saremo tutti al Robaldo. Poi potrà essere un mese o due prima. Chiaramente, come capite anche voi, ci sono tempi tecnici, però il nostro obiettivo, anche nella programmazione e nel planning con le strutture dove ci stiamo allenando adesso è che da gennaio 2026 tutte le squadre saranno al Robaldo. A quel punto anche le tre squadre più grandi, che inizieranno i campionati presso il centro sportivo di Orbassano, si sposteranno e giocheranno le partite al Robaldo”.
Come siete arrivati con l’Under 18 dall’essere una categoria un po’ sacrificata a vincere lo scudetto? E se sono state già prese decisioni su chi saranno gli allenatori della prossima stagione?
“Nei 12 anni che faccio questo mestiere degli errori ne ho fatti dagli errori s’impara. E’ vero che l’anno scorso con Under 18 abbiamo avuto qualche problema perché numericamente avevamo una rosa corta. Noi siamo una società che è molto a disposizione della prima squadra e deve essere molto disponibile a fornire settimanalmente e giornalmente calciatori alla prima squadra e nella stagione 2023-24 abbiamo pagato questo. Quella stagione ci ha insegnato tanto ad ovviare e prevenire i problemi con una rosa più lunga che partiva da una base diversa rispetto al gruppo dei 2006 di due anni fa dell’Under 17. Quindi mettendo insieme gli errori che avevamo fatto in sede di programmazione della stagione 2023-24 e la base del gruppo dei 2007 più alta abbiamo costruito l’attuale gruppo. Soprattutto il campionato Under 18, da sei nn a questa parte ogni anno ha vissuto una crescita e una modifica del campionato stesso. All’inizio c’erano solo 11 squadre e poi addirittura ci sono stati due gironi doversi e poi si è passati a un campionato unico, che sostanzialmente è paritetico alla Primavera numericamente parlando per cui ha un calendario molto lungo. Queste cose ci hanno insegnato a programmare in maniera diversa questa categoria.
In relazione agli allenatori faccio una premessa. In 12 anni non ho mai dovuto sollevare dall’incarico un allenatore e mi è dispiaciuto tantissimo farlo quest’anno. Come ho detto pubblicamente chiedo scusa a mister Tufano perché esonerare è una cosa che non mi piace fare e non lo ritengo etico in un settore giovanile. In quel momento però dovevamo prendere in mano la situazione e ho pensato insieme ai miei collaboratori e anche insieme a Vagnati, Moretti e al presidente Cairo di fare quel tipo di passaggio. Sicuramente ci siamo assunti dei rischi perché siamo andati a stravolgere due-tre gruppi scegliendo la soluzione interna, però ho sempre avuto fiducia negli allenatori che abbiamo spostato e coinvolto in questo tipo di passaggio. E’ innegabile che poi queste scelte hanno pagato e siccome sono uno che fa della continuità il suo credo posso dire che l’anno prossimo ripartiremo dalla continuità: Fioratti allenerà la Primavera e Vegliato l’Under 18 e Rebuffi l’Under 17, Catto l’Under 15 e stiamo facendo valutazioni sull’Under 16 solo perché La Rocca è uno di noi, fa parte del nostro gruppo di lavoro e stiamo portando avanti un certo tipo di progetto. La sostanziale novità o comunque conferma o notizia è che ripartiremo dagli allenatori di quest’anno non perché Vegliato o Rebuffi hanno vinto un titolo bensì perché sono persone con le quali si può condividere un lavoro e ci si può confrontare sul lavoro che facciamo. Sono persone con le quali si può lavorare insieme. A me piace vedere gli allenatori che tra di loro si parlano, che stanno insieme. Vegliato è stato con Fioratti che è sceso giù a Latina e preparavano le partite insieme e per me queste situazioni valgono di più di altro che si può creare. Oltre che dei bravissimi tecnici sono prima di tutto uomini e persone di spessore quindi, come ho detto al Presidente quando ci siamo incontrati a inizio settimana, la mia idea è di andare avanti con la continuità e ripartiremo da loro”.
Arrivare in prima squadra per un ragazzo oggi dell’Under 17 o 18 vuol dire intraprendere un percorso che durerà qualche anno. Ma voi che percorso avete studiato per accompagnare chi si meriterà di esordire in prima squadra e per chi invece lo ha già fatto in modo da affermarsi e divenentare un calciatore da Serie A?
“E’ una bellissima domanda ed è anche difficile dare una risposta. E’ forse la responsabilità più grande che noi dirigenti abbiamo perché per tanti di loro il percorso che gli andremo a creare può determinare un indirizzo piuttosto che un altro. Insieme a Davide Vagnati e a Emiliano Moretti questo è un focus che ci dobbiamo porre ogni settimana e ogni mese in modo da fare un po' il punto su quello che è lo sviluppo di ogni singolo giocatore. È chiaro che ogni ragazzo poi ha un proprio percorso migliore in base al suo sviluppo fisico e mentale. C'è chi è più avanti mentalmente e chi è più indietro. C'è chi è più avanti fisicamente e chi è più indietro. C'è chi tecnicamente ha bisogno di lavorare di più e quindi riteniamo che abbia bisogno di fare un passaggio in più internamente. Sicuramente sarà determinante la valutazione che si fa col direttore della prima squadra sapendo che abbiamo una grande responsabilità. Non dobbiamo dimenticare che in Primavera da due anni ci sono delle regole da rispettare per formare stilare la distinta che si deve presentare ogni partita e che l'anno prossimo queste regole cambieranno ancora. All'interno dei 22 giocatori che si possono mettere in distinta dobbiamo averne 10 local, cioè che hanno fatto 24 mesi all'interno del settore giovanile, e 10 italiani. Quindi anche questo è da valutare nei percorsi che dobbiamo pensare per ogni giocatore e va a sommarsi al rispetto delle regole della distinta. C'è tutto un ragionamento dietro a ogni singolo caso, però cercando di sintetizzare è un lavoro che deve essere fatto in grande simbiosi con i direttori della prima squadra perché d questo poi si va a rendere più fruttifero o meno il patrimonio di un giocatore. Lo avete visto anche voi che ci sono giocatori che hanno fatto il loro percorso in Serie C e adesso vanno in Serie B. Ci sono altri che hanno fatto bene In Serie B e vedremo cosa faranno l'anno prossimo. Ci sono anche giocatori che invece si approcceranno direttamente al contesto della Serie A. Di volta in volta bisogna analizzare anche l'opportunità di mercato e l'opportunità che vengono per ogni singolo giocatore”.
Qual è l'ostacolo più grosso per questi ragazzi?
"Non ho la verità in tasca, non bisogna farsi abbagliare dai risultati bensì produrre giocatori che è il nostro vero obiettivo. All'interno delle squadre serve avere valori assoluti per produrre giocatori. Ci deve essere più attenzione da parte di chi sta sopra per i settori giovanili. Io sono fortunato perché con Moretti e Vagnati ci confrontiamo tanto".
Aiuta avere allenatori di prima squadra che siano partiti dal settore giovanile?
"Al 100%".
Oltre a tutto ciò che ha detto servono budget molto più importanti di quelli che in generale i club sono restii a concedere?
"Sono d'accordo che servano budget maggiori, non solo per prendere giocatori, ma per investire, come abbiamo fatto anche noi, per tutti i collaboratori e per le strutture".
Quanto è stato ridotto il gap con la Juventus?
"Oggi stiamo in partita e possiamo fare partita. Giochiamo alla pari e poi i risultati possono esserci e a volte vinciamo noi altre loro".
Servirebbe avere l'Under 23?
"Indubbiamente perché velocizza il percorso di qualche giocatore che così può bruciare qualche tappa. Ma serve che parta dal club".
E' sempre più difficile anche per la Nazionale maggiore trovare giocatori italiani, è un problema anche per i settori giovanili?
"Siamo noi italiani che dobbiamo crescere ed essere meno diffidenti".
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