LIVE Vanoli:"Vogliamo i tre punti col Venezia. Non ci sarà Ricci. Difesa a 3 o a 4? Vediamo, non c'è Lazaro ma c'è Gineitis. Il Grande Torino non è solo il 4 maggio ma tutti i giorni"

LIVE Vanoli:"Vogliamo i tre punti col Venezia. Non ci sarà Ricci. Difesa a 3 o a 4? Vediamo, non c'è Lazaro ma c'è Gineitis. Il Grande Torino non è solo il 4 maggio ma tutti i giorni"
Oggi alle 13:55Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin

Il Torino è reduce dalla sconfitta con il Napoli e davanti al proprio pubblico cercherà di riscattarsi e tornare a vincere per restare al 10° posto. 
L’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Venezia.

Come si prepara dal punto di vista emotivo per lei la gara col Venezia?
“Penso che l'emozione sia stata più nella prima partita perché era arrivata quasi subito dopo quello che avevamo fatto insieme al club. Ormai è passato un girone e ognuno ha i propri obiettivi. Il Venezia è una squadra che si è ravvivata perché lotta per salvarsi. Questo lo dobbiamo tenere ben presente. Gioca un buon calcio nonostante sia nelle ultime posizioni. Faccio i complimenti anche all’allenatore che ha dimostrato il suo valore dovunque sia stato. E' una squadra che sta sempre in partita e nonostante tutto è molto pericolosa sui calci piazzati: ha una percentuale alta di realizzazione, mi sembra che abbia segnato così quasi 14 gol. Sappiamo qual è il loro obiettivo e dobbiamo essere attenti e concentrati perché, come ho detto dopo la gara col Napoli, vogliamo questi 3 punti”.

Dalla gara dell’andata a oggi che tipo di percorso di crescita ha fatto la sua squadra?
“Era un buon periodo perché avevamo iniziato il campionato col piede giusto e poi con tutto quello che ci è capitato, non lo sto a raccontare tanto lo si sa, durante il percorso abbiamo cambiato e adesso siamo in una seconda evoluzione. Nel girone di ritorno siamo migliorati tanto cambiando il sistema di gioco. In questo ultimo periodo, purtroppo, abbiamo avuto alcune defezioni che non ci hanno permesso di dare continuità a ciò che stavamo facendo, però cii stiamo lavorando”.

Che approccio servirà venerdì sera per affrontare una squadra che ha l’obbligo di stappare punti per salvarsi?
“Sempre deve esserci un approccio importante. Noi dobbiamo lavorare sulla nostra mentalità e non dobbiamo guardare gli altri. Dobbiamo semmai capire, ed è quello che mi ha dato un po’ fastidio a Napoli, cosa vogliono e cosa cercano gli altri. Ci manca capire come vanno affrontate le partite perché non le puoi affrontare tutte nella stessa maniera Sappiamo benissimo che affronteremo due squadre, il Venezia e il Lecce, che si giocano tutto alla morte. E’ una cosa da sapere, però dobbiamo far vedere quali sono le nostre qualità se abbiamo una certa mentalità. E questo io lo pretendo e lo voglio. Penso che questo i ragazzi lo abbiano fatto. Poi a volte i risultati sono a favore e altre volte rispetto all'interpretazione della gara. Però  questo è ciò che dobbiamo fare”.

Non solo Venezia e Lecce, ma anche Inter e Roma che sono tutte squadre che devono raggiungere degli obiettivi. Mentre il Torino più o meno al 10° posto finale si sta avvicinando ….
“Mi dà fastidio il più o meno. Ultimamente mi stanno dando un po’ fastidio: il più o meno, le vacanze e cose simili. Se vogliamo crescere è bello affrontare partite con avversari che hanno motivazioni. Se in prospettiva futura avremo la fortuna di lottare per qualche cosa, questo tipo di partite diventano decisive. E quindi si devi imparare a capire come affondarle. Scusami se mi sono permesso di interromperti”.

Quanto la squadra è pronta a rispondere a questo suo messaggio?
“Deve esserlo. Ho sempre detto che è un nostro dovere così come ho detto che dobbiamo essere un esempio fino alla fine. In questo momento, a differenza dell’inizio, il nostro obiettivo è questo e dobbiamo a tutti i costi raggiungerlo. È un allenamento della mentalità, altrimenti vuol dire che non sei cresciuto su quest'aspetto E io voglio crescere anche in questo. Ci sarà da faticare com’è successo a Napoli, a Como e con altre squadre. Pero noi dobbiamo guardare avanti e a quello che facciamo noi stessi sapendo chi abbiamo affrontato”.

Come stanno i giocatori che hanno problematiche varie a cominciare da Ricci?
“Ricci non ci sarà per questa partita abbiamo provato a vedere se ce la faceva, ma la tendinopatia gli dà ancora fastidio. Lazaro è squalificato, però rientra Gineitis. Ilic bene come tutti gli altri”.

Con il Napoli è tornato a giocare con la difesa a tre. E' dipeso dalle assenze di alcuni suoi giocatori o dall'avversario? Col Venezia tornerà alla difesa a 4?
“Spero di farvelo capire, dopo che abbiamo cambiato sistema di gioco ultimamente abbiamo avuto delle defezioni e sapete che l’esterno Lazaro era difficile da sostituire e infatti quando non ha potuto esserci l’ho sostituito con Gineitis, l’unico che può svolgere il ruolo e, secondo me, ha fatto bene, ma poi per squalifica anche lui non c’è stato e mancava anche Lazaro che era infortunato. Per fortuna nella prima parte della stagione avevamo lavorato sulla difesa a tre avendo Sanabria.e con Vlasic in panchina .A Napoli ho scelto di giocare con la difesa a tre perché non avevo nessun sostituto da far giocare da esterno largo a destra e perché avevamo recuperato all’ultimo Valsic e Lazaro. Col Venezia decideremo perché non c’è Lazaro, ma abbiamo anche Gineitis”.

Giocherete venerdì sera a due giorni dalle commemorazioni della Tragedia di Superga, quando questo darà ulteriori motivazioni ai giocatori per fare bella figura davanti ai propri tifosi?
“La storia di questo club deve essere per tutti noi ogni giorno una motivazione. Non si può pesare alla storia solo il 4 maggio. L'ho detto dall'inizio, che cerco anche durante la settimana di far capire ai giocatori che maglia indossiamo. Secondo me, sarebbe un grandissimo errore soffermarsi solo su quella data. Quella data è una data speciale e andare a Superga per noi è un dovere più che un diritto perché noi dobbiamo andare a onorare una squadra che forse è irripetibile per quello che ha fatto. 10 giocatori del Torino su 11 in Nazionale. Ma non dimentichiamoci di onorare, oltre a questi grandi giocatori, anche tutte le persone che hanno perso la vita in quell'incidente. Ripeto, è un dovere ricordare che indossiamo questa maglia durante ogni partita e tutte le volte che andiamo in campo. Alle volte lo facciamo bene e altre male. Questo secondo me è un dovere. Poi quel giorno è un giorno speciale”.

Nei giorni scorsi Buffon ha rilasciato un'intervista nella quale le ha fatto i complimenti. L’ha letta? Cosa ne pensa? Cosa vede nel suo futuro?
“Sinceramente non l'avevo letta e se ha detto queste parole lo ringrazio.  Ma indipendentemente da quello che ha detto sono io che devo ringraziare lui perché ho avuto la fortuna di giocare con uno dei più forti portieri al mondo. Quando sono arrivato a Parma, dopo un mese di allenamento, mi ricordo che un giornalista mi ha chiesto quale fosse il giocatore che mi aveva impressionato e io gli ho risposto Buffon. E il giornalista mi ha detto: “Ma tu non fai il terzino?” Ma è Buffon che mi ha impressionato. A parte le belle parole, mi fa piacere tantissimo che oltre ad essere stato un grande giocatore sia un grande uomo che può trasmettere valori anche in Nazionale perché è una cosa importante per questi giovani. Sul mio futuro? Non sono abituato a guardare lontano da quello che è il domani. Mi hanno insegnato a guardare il presente e lavorare tanto. Ho sempre detto che se oggi ho la fortuna di allenare questa grande squadra, di essere orgoglioso di questa grande squadra, è grazie al lavoro che ho fatto fino adesso. La prospettiva futura è sempre in base a quello che fai”.

Ha visto video dei 4 maggio passati? Nel caso, c’è qualche cosa che l’ha colpita?
“Te l'ho detto, ho la fortuna di avere un addetto stampa (Venera, ndr) che mi insegna ogni giorno un pezzettino di storia raccontandomi gli aneddoti di questi grandi giocatori e ogni volta mi racconta qualche aneddoto speciale. E’ una  cosa bella di cui vado fiero perché a volte ci sono dei racconti che ti fanno venire la pelle d’oca. Cerco poco alla volta di fare il massimo per trasferire tutto questo ai giocatori. L'ho fatto anche recentemente con una frase, bellissima, detta da Pulici, bellissima. Si dice che a volte non si rispetta in campo la maglia granata, ma non è vero che non la rispettiamo perché cerchiamo di dare sempre il massimo, ma a volte ti viene bene e altre no. Devo essere un allenatore che non segue il bene o il male bensì devo seguire una strada”. 

Qual è la frase di Pulici?
“Non la posso dire perché se no dopo i giocatori mi dicono …. te la racconterò a fine campionato”.

Vlasic deve ancora essere dosato per il problema che ha avuto al polpaccio oppure può essere utilizzato per tutta la partita?
“Vlasic era in panchina solo perché rientrava da questo fastidio al polpaccio, fortunatamente l’ematoma, che era un po' asceso, gli dava solo più fastidio. Rispetto a Lazaro, Vlasic va solo gestito, ma penso che abbia tranquillamente i 90 minuti. Invece Valentino lo avevamo perso per più tempo ed effettivamente l sua era una gestione completamente diversa”.

Dall’espulsione a Firenze di Dembélé all’esultanza per il gol all’Udinese cosa è accaduto in mezzo? Nell’amichevole con l’Asti lo aveva provato come difensore centrale, può essere questo il suo ruolo in futuro?
“Parto dalla seconda domanda, ha tanti margini di miglioramento anche sotto l'aspetto tecnico. Tanti giovani devono migliorare sotto quell'aspetto perché si sta trascurando un po' l'aspetto tecnico. Dembélé fisicamente è un giocatore che è cresciuto tanto e ha delle doti naturali. Però, come gli dico sempre, di mezzo c’è una palla che corre e quindi bisogna migliorare. Per questo a volte in allenamento cerco di utilizzarlo in altri luoghi per fargli comprendere il calcio soprattutto a livello tecnico. Ma con lui è un piacere. Ho detto che il gol all'Udinese se lo era meritato per il lavoro, per l'entusiasmo, per la voglia e la determinazione che ha di voler provare a diventare qualcuno. Questo è quello che cerco in tutti i giovani. Poi un allenatore al giovane deve anche sapergli stare dietro perché deve riuscire a tenere alto il suo entusiasmo nonostante a volte non ci sia la possibilità di farlo giocare. Un aneddoto, prima della partita con l’Udinese mi è venuto a parlare perché era triste poiché non giocava. E io gli ho detto: “Guarda Ali, per come stai lavorando ricordati che nel calcio tutto può succedere”. E alla fine è entrato e ha fatto gol. Per questo è un ragazzo che si merita quello che ha fatto, è un ragazzo che sta raggiungendo uno status.
È stato bellissimo il percorso che ha fatto con me. perché io dico sempre come ha fatto Ali. La bellezza di Ali è stata che non lo conoscevo e il direttore sportivo (del Venezia, ndr) mi ha detto: “Guarda ci serve un quinto. Ho seguito questo ragazzo del settore giovanile del Torino e secondo me ci può dare una mano”. Non ho avuto neanche il tempo di guardarlo in video perché eravamo in corsa e l'ultimo giorno di mercato il direttore mi disse che lo aveva preso e gli ho risposto: “Bene”. A un certo punto mi chiama il team manager e mi dice che  Dembélé sarebbe arrivato alle 11,30 di sera in stazione. E io allora ho detto: “Ma non poteva prendere il treno domani mattina?” E il team manager mi ha detto che il ragazzo voleva arrivare subito. Questo è Ali Dembélé. Mi viene la pelle tocca quando un giovane fa questo. Ha preso la sua borsa e ha preso un treno che arrivava alle 11,30 in stazione e non si è fatto portare, ma è arrivato da solo. Per questo si merita tutto. Poi sai, deve avere, dico sempre, la pazienza. A volte non è facile, siamo stati tutti giovani. Ci vuole pazienza, però è un piacere con lui”.

Per tre volte Ricci non c'è stato nel girone di ritorno e avete sempre perso. Un tabù da sfatare? Quanto incide la sua assenza?
“Ero indeciso se farli fare un minuto e poi sostituirlo (sorride, ndr). Senza nulla togliere a tutti gli altri, conosciamo la crescita che ha avuto. Per noi è un giocatore importante. Devo dire che in questo percorso, altra cosa che mi ha fatto piacere, come ha risposto alla squadra Linetty a Napoli. Ha fatto un'ottima partita, ha risposto bene. E questo mi fa molto piacere. Dell’importanze di Ricci sappiamo tutti. Il ragazzo a Napoli ha provato fino all'ultimo, anche nel riscaldamento, però a volte è meglio avere un giocatore che sta bene al 100% piuttosto che uno che è al 50%. Non è un grosso problema la tendinopatia, ma bisogna avere la fortuna di trovare i giusti carichi di lavoro per questo rush finale”.