LIVE Juric: "Mi disturba tanto non aver mai vinto il derby con la Juve. Nessun infortunato è stato recuperato. Da Sanabria voglio più determinazione. Domani non è la partita di Radonjic"

06.10.2023 15:55 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin
Ivan Juric
Ivan Juric
© foto di Elena Rossin

Il Torino cerca il riscatto nel derby dopo la sconfitta in trasferta con la Lazio e il pareggio in casa con l’Hellas Verona, entrambe partite poco convincenti sul piano del gioco. I granata non vincono in casa della Juventus dal 9 aprile 1995 e in generale un derby dal 26 aprile 2015 e negli ultimi 18 anni in 28 match (due di Coppa Italia) sono riusciti ad ottenere l’intera posta in palio solo una volta e a pareggiare 5. L’allenatore del Torino, Ivan Juric, fra poco in conferenza stampa presenterà la gara con la Juventus che si disputerà domani alle 18 al JStadium.

Pensa di recuperare qualche infortunato per domani?
"Zima ha iniziato ad allenarsi con noi, ma sicuramente non è pronto per giocare dall’inizio, al più se siamo proprio in emergenza uno spezzone. Altri no, mi sembra di no".

Per battere la Juventus serve essere più cinici?
“Ci vuole tutto. Con loro ultimamente abbiamo anche fatto buone partite, ma le abbiamo perse sui calci piazzati perché la diversità nella fisicità è evidente ed è enorme. Dobbiamo mettere più cattiveria in queste cose e cercare di ripetere le ultime prestazioni contro di loro. Fare gol, giocare bene ed essere più tosti in quelle situazioni nelle quali abbiamo pagato tanto negli anni passati".

Cosa ha imparato dai derby di Torino? In cosa è diverso questo derby dagli altri?
"Ho imparato che non vinciamo mai e questa cosa mi disturba tanto. Vorrei cambiare sicuramente questo andamento. La diversità dagli altri derby che ho vissuto in passato è che una squadra è molto forte e l'altra molto meno, a Genova Sampdoria e Genoa le società erano molto equilibrate. Noi nei quattro derby precedenti abbiamo fatto partite molto equilibrate e sono state decise purtroppo da calci piazzati, ma abbiamo fatto tante volte bellissime partite".

In difesa toccherà ancora a Tameze?
"Tameze farà il terzo, perché non ci sono altre soluzioni".

Nelle palle inattive conta solo la fisicità o manca anche determinazione?
"I gol presi contro la Juve c'era tutto: disattenzione, ma anche dominanza allucinante loro nella forza fisica: mi ricordo una spinta e Rodriguez va via perché l'altro è arrivato con più potenza e colpisce la palla di testa. A favore i piazzati ultimamente li calciamo anche bene, anche Ilic li batte bene e stranamente l'altra con il Verona volta male. Lazaro ha sempre battuto sempre tutto. Per fare gol sui piazzati ci vuole un po’ di tutto: qualità del battitore e giocatori che saltano bene di testa con grande determinazione per segnare. In fase difensiva dobbiamo mentre azione perché non abbiamo fisicità in questo momento”.

Per come ha visto la squadra in questi giorni, domani potete giocare per tutta la partita su ritmi molto elevati e con un pressing feroce in modo da mettere in difficoltà la Juventus?  
"Penso che con il Verona abbiamo giocato con determinazione e ferocia. E domani mi aspetto di ripetere determinazione e ferocia".

Per aprire varchi nella difesa della Juventus servono di più giocatori che agiscono allargandosi sull’esterno oppure chi si muovano più per vie centrali?
"Ho visto due Juventus diverse in questo campionato: affrontavano gare con molta aggressione come a  Udine e anche altre in cui sono andati a pressare prendendosi magari anche rischi dietro, ma se anche perdono palla  hanno una forza fisica tremenda e la riprendono. Mentre con l'Atalanta hanno adottato un’altra tattica: erano bassi e aspettavano molto per ripartire in contropiede. Mi sembra che Allegri abbia detto che domai si aspetta una partita diversa e io mi aspetto una Juve molto aggressiva, che cerca di recuperare palla anche stando alta. Dobbiamo quindi giocare veloce e rapido e non avremo tempo da perdere, dovremo cercare di fare azioni molto veloci".

Alla Juventus mancheranno Vlahovic e Chiesa, cambia per voi qualche cosa?
"Hanno Kean, Milik e altri che hanno sufficiente qualità. A loro mancano quei due, ma anche a noi mancano tanti giocatori. Ma nel derby questo conta meno, contano di più tante altre cose".

Come ha visto Sanabria?
"Quando era dentro alle cose al 100% anche gli allenamenti erano di altissima qualità. Adesso è in una situazione diversa un po' come quando c'era Belotti e in lui vedevo meno determinazione. Questa era la mia sensazione prima e mi sembra che si stia ripetendo un po’ di nuovo. Lui è importantissimo, magari è una cosa inconscia ma deve mettere ancora più rabbia in allenamento, come faceva quando era sicuro di giocare titolare".

Come sta Zapata?
"A noi ci sembra che stia bene, in tutta sincerità. Si allena sempre bene, ogni tanto gli togliamo qualcosina, però non ha una gestione diversa dagli altri e neanche lui chiede una gestione diversa dagli altri. E’ tutto normale. Dopo una partita, fra due ravvicinate, ha avuto qualche problema fisico e ha riposato un po’ di più  e fatto un po’ meno, ma per tutto il resto si è allenato sempre bene con la squadra, dà sempre grandissima disponibilità".

A che punto siete con la mentalità, ha visto qualche cambiamento? Ha lavorato su questo aspetto? Magari l’assenza di Vlahovic e Chiesa può diventare una distrazione?
"Distrazione sicuramente no, mi auguro di no. Sarebbe una pazzia dopo tutti questi derby che non abbiamo vinto da quando ci sono io e in precedenza con altri allenatori. Deve esserci una motivazione fantastica. La squadra per fare 50 e 53 punti in questi anni deve aver fatto tantissime cose bene.  essere abbastanza al top nella mentalità e nella voglia. Per fare qualcos'altro invece deve esserci una sorta di fanatismo che ho avuto in altre squadre allenarsi e vivere insieme: una cosa che ti porta veramente oltre ai limiti. In questi due anni abbiamo fatto il top per ottenere i risultati che abbiamo avuto, ma in questo momento percepisco che siamo meno del top. Non abbiamo la mentalità che vorrei ci fosse in certe situazioni e in certi comportamenti, vorrei che si alzasse il livello per ottenere le cose dell'anno scorso ci vuole top, per qualcosa in più devi diventare “fanatico”. E io non lo vedo”

In settimana ha buttato il pallone come faceva a Crotone e tutti correvano oppure c’è stato bisogno di qualche stimolo?
“Non c’è “fanatismo”. La squadra è composta forse anche da giocatori sbagliati, il nostro concetto di lavoro è anche di recuperare giocatori che in altri posti nella loro vita non gli hanno dato il massimo dedicandogli tanto lavoro e amore. Abbiamo avuto tantissimo successo nel recuperare giocatori come  Taarabt: quando era arrivato era inguardabile e poi noi siamo riusciti a cambiarlo e adesso siamo grandi amici e al Benfica ha fatto quattro anni ad alto livello. Qui non siamo riusciti, butto il pallone e non vanno forte tutti: uno lo fa e un altro no. Parlando di  Sanabria, io avevo in testa un Sanabria, ma quando è in concorrenza è un po' meno. Anche altri. Io non ho qui questo “fanatismo”, evidentemente anche noi abbiamo sbagliato qualche cosa”.

In settimana è cambiato qualche cosa in vista del derby?
“Attenzione i ragazzi si allenano benissimo”.

Ora però bisognerebbe "mordere" di più, no?
"Questa squadra per fare 53 punti doveva andare oltre e così anche quest'anno se vuole ripetersi. Noi in passato abbiamo creato un ambiente che era un'altra cosa, non so come spiegarlo. Io ho sbagliato in certe situazioni perdonando cose che non avevo mai perdonato prima. In questo momento non abbiamo quel “fanatismo” assoluto e penso che difficilmente ce l'avremo. Perché? Non lo so. I ragazzi sono a posto, vanno forte e vogliono fare bene non si dica che sto dicendo qualcosa contro i miei giocatori, sia chiaro"

Non è questo, ma è una settimana particolare.
“I ragazzi hanno risposto molto bene a tutto ciò che ho chiesto loro. Hanno lavorato con tantissima concentrazione e abnegazione. Siamo un po’ pochi e magari questo anche aiuta. Quelli che devono giocare con due-tre cambi che abbiamo a disposizione hanno fatto allenamenti di altissima concentrazione e voglia. Ci sono stati pochi allenamenti (con il Verona si era giocato lunedì sera, ndr), l’unico vero è stato quelli di ieri e hanno risposto molto, molto bene”.

Domani è la partita di Radonjic?
"No"

Non sarà convocato?
"Non rispondo altro".

Cairo si immagina uno Juric alla Gasperini come permanenza: cosa ha pensato leggendo quelle dichiarazioni?
"Un allenatore quando gli offrono un contratto deve firmare, così se poi ti esonerano si è tranquilli questo è il concetto. Io devo vivere bene le emozioni per rimanere in un posto. Nella mia testa, stiamo costruendo un palazzo: siamo partiti dal basso facendo un grandissimo lavoro e anche il presidente è sempre bravo con me e ho libertà e la stima che percepisco, anche nei momenti un po’ bui non mi ha mai messo in discussione o fatto domande scomode. Veramente bene. Stiamo costruendo, ma devo sentire una crescita continua e che ci siamo. Abbiamo fatto molto bene, ma in questi due anni e mezzo tutti ci aspettavamo tutti di più, io stesso. Al di là dei campi, della fluidità, della riconoscenza, del gioco, dei giocatori talmente diversi.  Evidentemente ho sbagliato i conti su tante cose, devo fare bene riflessioni per ripartire forte poiché cose che ritenevo a posto si sono rivelate non a posto. L'errore evidentemente è stato mio nella valutazione di certe situazioni. Al di là degli infortuni, penso alle valutazioni su Djidji, Zima e Soppy, che si è fatto male nello stesso posto dove gli era già capitato ed era stato fermo tre mesi. Alle volte le valutazioni sulla pubalgia vanno bene e a volte no, così come il ginocchio esterno. E a noi tutte le valutazioni sono andate male. E poi anche altre cose che credevo di avere salde, fisse in mano e sulle quali bisognava solo lavorare sui particolari per crescere e invece devo fare tre passi indietro e riprendere".

I numeri negativi nei derby vi pesano?
"Deve essere uno stimolo, io percepisco questo come stimolo passeggiando per la città e parlando con amici che tifano Toro. Mi sembra che non sia un peso, io non lo percepisco così, ma al contrario “Dai, vinciamo”. “Lasciamo perdere il passato, vinciamo questo derby”. E penso che anche i giocatori lo percepiscano così: non abbiamo ottenuto una vittoria per tanti anni e ora vogliamo ottenerla. E se non succede domani ci proveremo la prossima volta perché non deve essere la fine del mondo. Parlando con al gente che conosco e che tifa Toro percepisco questo. Non mi parlano di depressione, ma con ottimismo. I miei ragazzi devono vederlo come una grandissima occasione".

E' diventato un po’ tifoso del Toro in questi due anni e mezzo?
"Sono in una battaglia emotiva, lo dico con sincerità. A volte ci sono cose che apprezzo e altre no: percepisco, come vi ho detto prima, e so che qua esplode, però ho tanti amici che non vanno allo stadio: hanno il tatuaggio del Toro e poi ci beviamo una birra e parlando con loro mi dicono “Io allo stadio non ci vado più” . E sono tanti, tanti. Questa cosa mi disturba perché allo stadio si va. Da altre parti gli stadi sono sempre pieni. Al di là che non abbiamo vinto da sedici anni, percepisco disillusione per varie cose, ma vorrei che non ci fosse. E lo vorrei con tutto il mio cuore e i miei sentimenti diventare veramente tifoso del Toro. Ma bisogna essere onesti quando si parla di sentimenti e non è bianco o nero e dire adesso sono tifoso del Toro perché sono in battaglia (nel senso di combattuto, ndr)".

Se vincesse il derby a chi lo dedicherebbe?
"Vorrei dedicarlo a un ragazzo che ieri sera ho conosciuto a Lo Sbarco (locale a San Salvario, ndr)”.

Come mai?
“Abbiamo parlato un po' ieri e mi è tornato il buon umore".

Ha fatto qualcosa di particolare in questa settimana?
"No no, sono andato a Lo Sbarco è un gran bel posto, c'è proprio l’anima vera di Torino".

Il fatto di essere in scadenza di contratto può non aiutarla nello spogliatoio?
"Può essere, ma mi auguro di no”.

Dice che manca il “fanatismo”, ma quell’impegno, quella passione in più forse ci sarebbe se i giocatori sapessero che l’allenatore resta anche per il futuro.
“Non credo che sia in questo senso, ma che sia perché c’è un gruppo di venti e passa giocatori e ci sono situazioni differenti e non influisce che io sia in scadenza, ma per come si è”.

Le dichiarazioni di Cairo sono state miele?
“Fin troppo”.

Magari non è così contento?
“In questo periodo nelle partite abbiamo fatto anche punti in un campo bruttissimo, ma non ci lamentiamo, però tutti ci aspettavamo di più da certi giocatori e su certe cose. E' normale che il presidente in casi così ti chiama e chiede che cosa penso o chiede spiegazioni anche solo per curiosità come fate voi giornalisti. Può succedere che un presidente chiami e chieda se si è sbagliato qualche cosa ma devo dire che lui non mi chiama e non mi chiede e per me è fantastico”.

Cairo sostiene che non vi parlate abbastanza e che avrebbe cose utili da dirle.
“Sicuramente qualche cosa potrei impararla da lui”.

Parlatevi.
“E' una persona che ti può aiutare in certe situazioni, però nel mio lavoro lasciarti prendere decisioni con serenità, tranquillità senza essere condizionato da altre situazioni è una cosa di grandissima fiducia: la percepisco così. Ogni tanto lo chiamo, ma non spesso".

Cos'è successo con Radonjic?
"Non lo so, non è Taarabt che aveva 10 chili in più e con il quale abbiamo avuto scontri pazzeschi e l'avevo mandato via un mese prima della fine del campionato, chiedete conferma a Marco Pellegri. Era tutto un bordello. E lui è sparito perché lo avevo mandato via, gli avevo detto “vattene, non ti voglio più vedere” e poi l'anno dopo si è presentato con 10 chili in meno e mi ha chiesto se mi poteva parlare. Mi ha abbracciato e mi ha detto “ho capito tutto, dami un’altra occasione” e al Benfica ha poi fatto quattro anni ad alti livelli ed è stato uno dei migliori giocatori in Portogallo”. Quando buttavo il pallone in campo andava ai tremila all’ora e se gli dicevo di fare una cosa la faceva, se lo mandavo in palestra lui ci andava ed è diventato un “fanatico” del lavoro e ancora adesso almeno una volta a settimana ci sentiamo. Questo nel mio lavoro è il mio orgoglio: quando succede così. Posso mettere su questo livello un po’ Seck, con tutte le particolarità che aveva. Tu ci lavori e il giocatore diventa un uomo, un professionista e il rapporto umano è eccellente e ci si fida. Con Radonjic ci siamo riusciti, poi non più, ci abbiamo riprovato di nuovo e ancora una volta si torna indietro e allora ti stanchi”.

Ilic ha capito la lezione?
"Sì. I ragazzi passano momenti in cui non hanno pazienza, passano momenti  brutti, particolari nella vita privata e in varie situazioni e noi cerchiamo di avere sempre tanta pazienza. Penso che Ilic abbia grandissime capacità e può diventare un grandissimo giocatore. Ultimamente sta lavorando molto bene. sarà una strada lunga, però mi auguro che sia sulla strada giusta e che il suo cervello in questo momento lavori bene".

Sanabria e Zapata domani quindi non giocheranno insieme?
"Io voglio bene a Sanabria, vorrei che ritrovasse l'atteggiamento di quando giocava sempre. Non è facile. In questa partite non giocheranno insieme perché la Juventus ha la difesa a tre e preferisco due trequartisti a due punte centrali. Poi dopo la sosta potremmo anche pensare di fare qualcosina di diverso dal punto di vista dell’assetto del gioco e azione d’attacco"