LIVE Baroni: "Ci serve maggiore attenzione difensiva. Giocare con due punte è una possibilità, per domani vedremo"

Il Torino, è reduce dalla sconfitta con il Parma, la terza sulle cinque gare finora disputate in campionato, ha il peggior attacco della Serie A con soli 2 gol segnati, come Verona e Genoa, e anche la peggior difesa con 10 reti al passivo, come il Lecce. In classifica ha 4 punti, frutto del pareggio con la Fiorentina e della vittoria con la Roma, ed occupa il 15esimo posto. Domani i granata affronteranno la Lazio, che nello scorso turno in trasferta ha battuto il Genoa però prima aveva perso il derby e pure con il Sassuolo e il Como mentre con il Verona aveva vinto. I biancocelesti hanno due punti in più in graduatoria e sono 12esimi col Sassuolo, hanno segnato sette gol e ne hanno subiti quattro. Due squadre quindi che sono ancora alla ricerca della continuità di risultati positivi.
L’allenatore del Torino, Marco Baroni, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con la Lazio in programma sabato alle ore 15 allo stadio Olimpico di Roma.
Subito il responsabile della comunicazione, Piero Venera, ha informato sulle condizioni fisiche di alcuni giocatori dopo l’allenamento di oggi: “Personalizzato per Anjorin e terapie per Ismajli che non verranno convocati per la trasferta di domani”.
Come avete vissuto questa settimana? La visita di ieri di Cairo ha rassicurato l'ambiente?
"Abbiamo lavorato duro e chiaramente siamo dispiaciuti per il risultato avvenuto con la sconfitta siamo dispiaciuti per il risultato avvenuto con una prestazione di squadra nella quale abbiamo subito due reti su palle inattive e anche il calcio di rigore è stato conseguente a una palla inattiva. Sono stati lgi unici due tiri che il Parma ha fatto, però rimane che dobbiamo fare di più e lo sappiamo. Con la squadra abbiamo lavorato su questo. Cairo è il nostro primo punto di riferimento quindi per la sua presenza e vicinanza alla squadra posso solo ringraziarlo".
Sente la fiducia intatta della società come a inizio stagione?
"Tutti sapevamo del calendario complicato e difficile a inizio campionato, abbiamo incontrato sei delle prime sette in classifica dello scorso anno. Su queste difficoltà stiamo lavorando duro tutti insieme uniti per cercare di costruire sapendo di avere partite difficili. Ma è proprio dentro queste gare che dobbiamo trovare forza, solidità ed energia che ci serve".
Le danno fastidio le voci che la sua panchina scotti? Ha ricevuto segnali di conferma?
"L'anno scorso sono cambiati il 90% degli allenatori rispetto all'anno prima, quest'anno il 60%. Un esempio, un allenatore, che è un modello di riferimento per tanti, come Klopp in 24 anni ha cambiato solo due squadre, questo non potrebbe avvenire in Italia perché c'è un sistema diverso. Sono concentrato solo sul lavoro e sul Torino".
La squadra continua a subire gol per disattenzioni e non c’è neppure Ismajli che è infortunato. Per affrontare la Lazio meglio un reparto arretrato con quattro uomini o con tre?
"Abbiamo lavorato sia sull’organizzazione di reparto sia difensiva di squadra. A noi serve maggiore attenzione perché un pallone può essere determinante, anche se la squadra dal punto di vista difensivo è stata molto brava e basta vedere i soli due tiri che il parma ha fatto in porta, ma questo non basta e infatti dobbiamo fare di più e ne siamo consapevoli".
Due soli gol segnati in cinque gare sono un bottino misero eppure gli uomini offensivi non mancano in rosa. Potrebbe essere una soluzione schierare due punte di ruolo?
"A Parma la squadra anche dal punto di vista offensivo ha creato molto più dell'unico gol segnato. Siamo consapevoli che serve ancora di più, stiamo lavorando su questo. Due punte? Soluzione possibile”.
Già domani?
“Vediamo".
I giocatori hanno compreso il momento difficile? E’ emersa la voce di qualche leader all’interno dello spogliatoio?
"Sì. Ho visto questi occhi nella gara di Parma, anche se non è stato sufficiente e lo sappiamo benissimo: il dolore per la sconfitta lo abbiamo ancora addosso. Abbiamo vissuto una settimana, anche se molto corta e particolare, lavorando con la convinzione di fare di più e di uscire insieme da questa situazione che sappiamo difficile, ma possiamo appunto uscirne tutti insieme".
Con quale spirito e quali tasti della squadra si toccano per avere una reazione e affrontare la Lazio?
"Posso dare tre ingredienti: Lavoro, determinazione e convinzione. Questo lo si trova durante la settimana e poi va riportato tutto in partita poiché è lì che serve".
Torna a Roma contro la Lazio da avversario: cosa vuol dire per lei e che squadra troverete?
"Ogni gara si gioca per fare un risultato importante. Siamo consapevoli di andare a giocare contro una squadra forte e che ha giocatori molto forti".
Cosa ci può dire su Ilic? Avete chiarito dopo l’esclusione dai convocati per la gara con il Parma? Ci sarà?
"E' convocato. Non c'era nulla da chiarire, io non devo chiarire. Insieme a lui è un percorso che stiamo facendo perché io credo nelle qualità di questo ragazzo e per questo mi aspetto molto da lui anche in allenamento. Quando non lo vedo è chiaro che devo usare strategie che però vanno solo verso una direzione: far capire la strada che dobbiamo fare tutti insieme e quella che deve fare il singolo giocatore per dare l’apporto che tutti vogliamo da un giocatore così".
Ha detto che le partite difficili sono opportunità, ma si aspettava un inizio così difficile, non solo nei risultati?
"Confermo che le partite difficili sono opportunità. Lo sapevo dall’inizio delle difficoltà. Un esempio, nel nostro percorso un giocatore come Asllani, che è importante, ha giocato 4 gare di fila ed era tre anni che non le faceva. E come lui Ngonge, Simeone e Zapata quando sarà nelle migliori condizioni. C’è un percorso, oltre alle difficoltà delle partite, che alcuni calciatori stanno facendo e stiamo facendo insieme. Vedo grandi potenzialità di crescita individuali e di squadra ed è in questo che sta la nostra sfida".
Come sta Zapata?
"Posso solo portare la testimonianza che è un giocatore pienamente centrato nella squadra, conosce i margini di miglioramento che deve fare. Solo attraverso questa consapevolezza può ridurre il gap. Umanamente e professionalmente c'è vicinanza al gruppo e la sua voglia di rientrare tornando a dare ciò che può a questa squadra".
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