La sfortuna di Pellegri impone al Torino di prendere un centravanti
Ieri il Torino ha ripreso gli allenamenti e fra gli osservati speciali, ossia i tre che erano infortunati Aina, Schuurs e Pellegri, c’era appunto l’attaccante Pietro Pellegri, che nella gara con il Bologna al Dall’Ara, lo scorso 6 novembre, al fischio d’inizio era scattato e scivolato su una zolla, il terreno di gioco non era in buone condizioni, facendosi male alla caviglia sinistra. All’inizio si sperava che fosse una cosa guaribile in qualche giorno, ma purtroppo non è stato così perché Pellegri ha dovuto saltare le successive gare con Sampdoria e Roma, anche se era in panchina con i giallorossi, e durante il periodo di vacanza appena concluso ha continuato ad allenarsi per farsi trovare pronto, però suo malgrado anche ieri ha dovuto svolgere un lavoro personalizzato e non si è allenato con i compagni. In precedenza già durante il ritiro estivo, per una contusione alla coscia, dal 16 luglio fino alla fine del mese aveva dovuto allenarsi a parte, poi alla fine di settembre ha avuto una sofferenza muscolare al lungo adduttore di destra da esiti di elongazione senza lesioni ed è tornato ad allenarsi con i compagni il 4 ottobre, in conferenza stampa il 14 ottobre Juric aveva annunciato, fra lo stupore generale, che con la Juventus non ci sarebbero stati né Pietro né Sanabria “Pellegri da inizio settimana ha un fastidio e vediamo se riusciamo a recuperarlo almeno per la panchina perché ha una vecchia cicatrice che tira e Sanabria ha leggero affaticamento e ieri non è riuscito ad allenarsi e neppure l’altro ieri”, ma alla fine, per fortuna, Pietro è stato convocato e ha anche potuto giocare uno spezzone di partita.
Alla ripresa del campionato, fissata per il 4 gennaio, mancano ancora trentasei giorni e di certo Pietro per allora sarà disponibile e in perfetta forma fisica, ma purtroppo resta il fatto che la sua carriera, come nelle stagioni passate, continua ad essere pesantemente condizionata dagli infortuni. Il fato, la malasorte, o come si voglia chiamane, evidentemente si accanisce contro di lui. Il Torino ha puntato per l’attacco su Pellegri e Sanabria, ma finora tra tutti e due di gol ne hanno fatti 5, tre Pietro dei quali due in Coppa Italia (Palermo e Cittadella) e uno in campionato (Udinese) e due Antonio, entrambi in campionato (Monza e Napoli). Finora in stagione, sommando Coppa Italia e campionato, Sanabria ha giocato titolare 9 volte, è subentrato 2, è rimasto in panchina per tutta la gara in 2 occasioni e non è stato convocato per problemi fisici per 4 gare. Pellegri ha giocato titolare 5 volte, è subentrato 8, è rimasto in panchina per tutta la partita in 2 occasioni e non è stato convocato per problemi fisici per 2 gare. Se anche numericamente le presenze dei due attaccanti sono tutto sommato accettabili lo è meno il numero di gol fatti, che influiscono inevitabilmente sui risultati.
Il Torino ha bisogno di un centravanti che segni con continuità ed è per questo che è diventata una priorità del mercato di gennaio prenderne uno. I 16 gol fatti dal Torino in 15 partite di campionato collocano la squadra granata all’11° posto di questa specifica graduatoria, in classifica sono al 9°, e non si può non chiedersi: ma se il Torino avesse un centravanti più prolifico dove potrebbe arrivare? E i fatti hanno ampiamente dimostrato che Pellegri e Sanabria non bastano: il giovane Pietro ha potenzialità, ma non la continuità fisica, e Antonio non è di certo così prolifico visto che l’unica stagione in cui è andato in doppia cifra è stato nel 2015-16, quando segnò 11 reti giocando nelle fila dello Sporting de Gijón. Tocca al presidente Cairo e al direttore tecnico Vagnati risolvere il problema.