La serata no di Buongiorno con l’Italia: un inciampo che trasformerà in ulteriore crescita

22.03.2024 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Alessandro Buongiorno
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Alessandro Buongiorno
© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom

Quella di ieri con l’Italia contro il Venezuela, a Fort Lauderdale in Florida, è stata una partita no per Buongiorno, per fortuna si trattava di un’amichevole che comunque gli azzurri hanno vinto due a uno. Ci sta che un giocatore giovane, a giugno compirà 25 anni, e che a livello internazionale non ha ancora una grande esperienza non giochi bene una gara, non che abbia sbagliato tutto sia ben chiaro, ma di certo rispetto a quanto fa vedere nel Torino e alle prestazioni di questa stagione non è stato ai suoi soliti livelli. Pesa indubbiamente l’aver atterrato in area, dopo che gli era sfuggito, Rondon, era stato servito da Aramburu che aveva rubato palla a Udogie, dopo appena due minuti dal fischio d’inizio con la conseguenza che l’arbitro ha fischiato il rigore poi parato da Donnarumma. Buongiorno è un giocatore sempre molto concentrato dall’inizio alla fine delle partite e quindi per chi è abituato a seguire sempre il Torino fa persino specie che Ale abbia approcciato non al massimo.       

La gara è stata fisica e con tanti errori da una parte e dall'altra, non proprio una bella partita in assoluto, l’Italia ha impostato la costruzione dal basso schierandosi inizialmente con il 3-4-2-1 per poi tornare nel finale (74’) all’abituale 4-3-3. Buongiorno ha giocato l’intera gara segno che Spalletti, anche se il difensore centrale non è stato al top, ha voluto comunque testarlo fino in fondo contro un avversario come Rondon decisamente fisico e che con 41 gol all’attivo è l’attaccante più prolifico della storia de la Vinotinto. Nel Torino Bongio gestisce il reparto difensivo, che con 14 gare su 29 senza subire gol è la quarta miglior difesa della Serie A, con l’autorevolezza e la capacità di un veterano, imposta la manovra da dietro oppure avanza e sui piazzati va in area alla ricerca del gol che in campionato finora ha trovato tre volte, ma consce alla perfezione tutti i compagni, mentre non è così con quelli della Nazionale e non va scordato che tra l’era Mancini e quella Spalletti questa era la sua terza partita con l’Italia e nelle altre due la finale per il terzo posto di Nations League contro l’Olanda, vinta dagli azzurri, e la gara di qualificazione a Euro 2024 con l’Ucraina, pareggiata zero a zero, era stato uno dei migliori in campo. Ieri indubbiamente ha un po’ faticato nel tenere unito il reparto che annoverava anche Di Lorenzo e Scalvini. E dopo il rigore concesso al Venezuela è sempre stato un po’ sul filo del rasoio alternando buone giocate (ha impostato dopo aver ricevuto da Saclvini 11’, in anticipo su Rondon 19’, ha messo in angolo sulla pressione di Machis 20’, altro anticipo su Rondon 23’,  sulla punizione battuta da Cambiaso di testa ha cercato la porta però ha mandato alto 59’, dopo che Rondon gli era sfuggito ha recuperato fermandolo 60’) ad altre non precise (lui e Rondon sono stati un po’ rudi e non è mancata qualche scintille però l’arbitro non ha estratto cartellini 51’, gli è sfuggito Rondon 60’, non era ben posizionato sullo scatto di Cadiz 64’).

Chi conosce Buongiorno sa benissimo che farà tesoro di questa partita e che l’analizzerà nei minimi dettagli, che terrà conto degli appunti di Spalletti per migliorare ancora. Alessandro ha fatto grandissimi progressi in questi anni, ha la cultura del lavoro e la sana ambizione di affermarsi e quindi anche i mezzi passi falsi gli servono per crescere. Si può stare certi la prossima volta che indosserà la maglia azzurra farà bene.