La rottura tra Petrachi e il Torino è consumata: ora la scelta del nuovo DS
Dopo dieci anni le strade di Petrachi e del Torino divergono perché dopo le dichiarazioni del direttore sportivo in risposta a quelle del presidente Cairo non può che essere così e il divorzio non è amichevole, ma si tratta di una rottura vera e propria maturata negli ultimi mesi e resa palese dalle parole pronunciate. Da un po’ di tempo erano sempre più insistenti le voci di un interessamento della Roma nei confronti di Petrachi e dopo la rescissione consensuale fra il club giallorosso e Monchi non è passato giorno senza che si sentisse parlare della possibilità che il nuovo direttore sportivo della Roma fosse proprio Petrachi.
Riavvolgendo il nastro della vicenda e ripercorrendone i punti salienti, Cairo ha sempre sostenuto la tesi che Petrachi non gli avesse mai parlato di volersene andare e che comunque aveva ancora un anno di contratto con il Torino, ma due giorni fa aveva anche detto che eventuali contatti tra Petrachi e la Roma sarebbero gravi e che si tratterebbe di un conflitto d’interessi. “La Roma è interessata a Petrachi? Con noi ha ancora un anno di contratto. Sarebbe una cosa grave se ci fossero i contatti con la Roma, che è in lotta con noi per l’Europa. Vorrebbe dire che c’è un conflitto d’interessi. Non ci voglio credere e continuo a dire che è il nostro direttore sportivo”. Dalle parole forti di Cairo trapelava molto più di un fastidio e si capiva che le voci non erano solo un chiacchiericcio, ma che avevano un fondamento. Nell’ultimo periodo Petrachi era stato in silenzio, ma aveva destato non pochi sospetti il fatto che dopo gli episodi sull’arbitraggio di Torino-Cagliari e sull’uscita da campo di Mazzarri per protesta con rientro e successivo ri-allontanamento da parte dell’arbitro a parlare fosse stato il direttore generale Comi e non Petrachi, che in altre occasioni era invece stato lui a esprimere la posizione della società. Ieri poi è stato lo stesso Petrachi a rispondere, rilasciando dichiarazioni all’Ansa, al presidente Cairo e i toni usati dal direttore sportivo erano anche più forti di quelli di Cairo. "Dopo dieci anni di rapporto professionale con il Torino, non credo sia giusto mettere in discussione la mia lealtà e la mia professionalità. Trovo quindi ingiuste le dichiarazioni del presidente Cairo e avrei preferito un chiarimento di persona. Il rapporto fra il presidente e un suo dirigente deve essere fondato sulla fiducia reciproca e il rispetto per i ruoli. Non capisco in che modo potrebbe concretizzarsi tale conflitto di interessi e l'eventuale avvicinamento di un'altra società è semplicemente la prova che il lavoro svolto sia stato di primo livello e il 'mio' presidente ne dovrebbe solo essere orgoglioso. Mi dispiace constatare, che forse è il presidente Cairo che non ha più fiducia nei miei confronti". Petrachi così non solo ha reso pubblico che non c’è più un rapporto di fiducia, ma ha indirettamente confermato di essere stato contattato da un'altra società.
Palesato il divorzio, che ormai ha come unico epilogo l’essere annunciato ufficialmente o con le dimissioni di Petrachi o con una rescissione del contratto consensuale alla Monchi o con una “cacciata” vera e propria del direttore sportivo, il Torino o meglio Cairo dovrà al più presto trovare un nuovo direttore sportivo. Gli scenari in questo caso sono due: interno ed esterno. Interno, la promozione di Bava che ha fatto bene nel settore giovanile con eventualmente al suo fianco un direttore tecnico. Esterno, con l’arrivo di un direttore sportivo proveniente da altra società o di qualcuno che al momento è libero e circolano i nomi di Sabatini, che si è appena dimesso da direttore tecnico della Sampdoria e promesso sposo al Bologna, Freitas ex Fiorentina, Osti della Sampdoria, Vagnati della Spal, Corvino della Fiorentina, Mirabelli ex Milan, Faggiano del Parma o magari Giampiero Ventura che è in ottimi rapporti con Cairo e potrebbe assumere una veste nuova rispetto a quella di allenatore. Indubbiamente Cairo dovrà fare in fretta a trovare un nuovo dirigente, se non ne ha già uno in pectore, perché se anche la stagione non è ancora finita e il calciomercato non ha ancora aperto i battenti è in questo periodo che si imbastiscono le trattative e soprattutto se il Torno dovesse andare in Europa è fondamentale avere chi opera in sede di mercato. Cairo alcune trattative, soprattutto le più importanti, le conduce in prima persona nella fase cruciale, ma con tutti gli impegni che ha con le sua altre aziende non può stare senza direttore sportivo o con uno che di fatto è sfiduciato.