La costante svalutazione di Belotti un problema per il giocatore e per il Torino

L’algoritmo sviluppato dal CIES valuta Belotti 40,7 milioni. Il “Gallo” resta il giocatore più importante della rosa granata e proverà a suon di gol a tornare ai massimi livelli.
08.01.2019 12:28 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: CIES Football Observatory
Andrea Belotti
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Andrea Belotti
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In epoca di calciomercato il valore dei cartellini dei giocatori tiene banco più che mai e allora il CIES Football Observatory, Centro Internazionale per gli Studi sullo Sport,  ha puntualmente stilato la classifica in base al rendimento dei calciatori e alle potenzialità dei club d’appartenenza dei migliori cinque campionati d’Europa, fra i quali quello italiano. A stabilire il valore economico è un algoritmo che si basa su statistiche, quindi, si tratta di un metodo scientifico uniforme e oggettivo ed è in quanto tale veritiero e attendibile, ma che non può essere in assoluto esaustivo poiché non può tener conto di variabili legate a fattori soggettivi che comunque influiscono sulla prestazione del singolo e della squadra e anche sulla forza e capacità di contrattazione dei vari club. Detto questo, le valutazioni del CIES sono molto indicative per comprendere quanto un giocatore sia appetibile sul mercato e quanto possa essere un valore economico per il club d’appartenenza.

Va da sé che interessi quanto il giocatore più rappresentativo del Torino, Andrea Belotti, sia valutato dal CIES. Ebbene il “Gallo” vale 40,7 milioni di euro, cifra molto differente dalla famosa clausola valida per l’estero inserita nell’ultimo rinnovo di contratto stipulato il 4 dicembre 2016 che ammontava a 100 mln. Che si trattasse di una clausola con valori eccessivi era parso fin da subito nonostante Belotti stesse allora vivendo un momento di grazia poiché aveva iniziato a segnare a raffica, per l’età che aveva quasi 23 anni, li avrebbe compiuti sedici giorni dopo, e per il margine di crescita che aveva e ha ancora. Valore eccessivo in quanto il giocatore aveva appena cominciato a far vedere le sue doti di bomber e non aveva ancora testato in modo significativo le sue capacità a livello internazionale, infatti, il Torino non disputava le coppe europee e in Nazionale maggiore era stato convocato per la prima volta il 27 agosto 2016 dall’allora Ct Ventura, suo ex allenatore nel Torino. Belotti, comunque, fin quasi alla fine della stagione 2016-2017 aveva confermato di essere forse il più promettente degli attaccanti emergenti italiani, infatti, in quel campionato realizzò 26 gol e 8 assist e aggiunse altre due reti realizzate in Coppa Italia. E anche in Nazionale aveva iniziato a segnare due reti al Liechtenstein, una all’Albania e un’altra all’Uruguay. Poi, complici le voci di mercato dell’estate 2017 che lo distrassero non poco e, soprattutto, un doppio infortunio al ginocchio destro più la delusione per l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale in Russia, nella stagione successiva non riuscì a ripetersi e segnò solo 10 gol in campionato e 3 in Coppa Italia e realizzò rispettivamente 5 e 2 assist. Anche in Nazionale segnò solo più una volta nell’amichevole con l’Arabia Saudita. Superata l’annata nera in questa stagione l’attaccante è in ripresa, ma non è ancora tornato ai suoi livelli massimi, infatti, è a quota 9 reti, 7 in campionato e 2 in Coppa Italia, e 2 assist tutti sfoderati in campionato. Nel frattempo il nuovo Ct Mancini, complici anche le valutazioni sui giocatori che sta effettuando, non lo ha più convocato a partire dall’ottobre scorso.

Il valore del cartellino di Belotti in questi ultimi due anni si è svalutato e se dodici mesi fa era ancora elevato, 70,4 milioni in linea con quello degli ottimi attaccanti europei, si è progressivamente abbassato prima a 50,3 a inizio campionato e poi oggi a 40,7. Indubbiamente un problema sia per il calciatore sia per il Torino. Questo non significa che il “Gallo” non resti il giocatore più importante a disposizione di Mazzarri, non sia stimato e ben voluto dai compagni e non sia amato dai tifosi e non ha comportato che la società abbia mutato parere su di lui, infatti, crede in lui e non per nulla sono iniziate a circolare voci sul rinnovo del contratto che scadrà a giugno 2021. Il 2019 per tanto dovrà essere l’anno della definitiva consacrazione di Belotti, su di lui e sui suoi gol conta il Torino per tornare a cimentarsi in Europa League e alla Nazionale serve un bomber per qualificarsi innanzitutto a Euro 2020. Andrea è un ragazzo con valori e principi indiscutibili, è un attaccante di prospettiva e un professionista di primo livello, quindi, per sé e per il Toro, di cui è capitano, saprà e vorrà sfruttare questo nuovo anno per rilanciarsi e assurgere definitivamente fra i calciatori di primo piano così il valore del suo cartellino non continuerà a svalutarsi e, anzi, invertirà la rotta puntando a quei famosi cento milioni.