L’incapacità del Torino di fare la partita: un problema che sussiste da anni, Baroni riuscirà a risolverlo?
Per il Torino è meglio giocare con le cosiddette grandi perché sono loro a fare la partita e quindi i granata possono difendersi per poi provare a ripartire e sfruttare gli spazi che di solito vengono lasciati da chi sa di essere qualitativamente superiore. Quando invece deve affrontare le squadre che si definiscono alla portata, o persino qualitativamente inferiori, la situazione si ribalta perché anche l’avversario si chiude e punta sulle ripartenze e così servirebbe avere giocatori davvero di qualità che impostano la manovra offensiva e sono in grado di scardinare il muro difensivo altrui e poi con buona mira depositano la palla in rete.
Da anni questo è un problema che i vari allenatori che si sono susseguiti sulla panchina del Torino non sono riusciti a risolvere. Non tanto per loro carenze, ma perché non disponevano di giocatori in grado di riuscirci. Senza neppure scomodare le statistiche basta ripensare alle annate del Torino ed è facile ricordare partite con squadre alla portata pareggiate o addirittura perse con la conseguenza di lasciare punti per strada.
Il calendario adesso pone di nuovo il Torino di fronte a questa situazione. A parte le gare con il Como, velocemente assurto a squadra competitiva grazie ai tantissimi milioni che la proprietà elargisce per allestire la rosa, e il Milan, in questa seconda metà del girone d’andata i granata affronteranno Lecce, Cremonese, Sassuolo, Cagliari, Verona e Udinese. Tra l’altro tre di queste squadre finora hanno fatto bene ottenendo più punti delle aspettative iniziali. Il Sassuolo ha due punti in più del Torino (14), l’Udinese uno e la Cremonese gli stessi. A parte il Verona che è penultimo con soli 6 punti, Cagliari e Lecce ne hanno quattro in meno dei granata.
Dando un’occhiata ai risultati finora ottenuti dal Torino se affrontando Inter (5-0, sconfitta), Fiorentina (0-0, pareggio), Roma (0-1, vittoria), Atalanta (0-3, sconfitta), Parma (2-1, sconfitta), Lazio (3-3, pareggio), Napoli (1-0, vittoria), Genoa (2-1, vittoria), Bologna (0-0, pareggio), Pisa (2-2, pareggio) e Juventus (0-0, pareggio) i punti incamerati sono stati 14 allora nelle prossime 8 partite in teoria dovrebbero esserne fatti almeno altrettanti e anzi ci starebbero anche 2-3 in più. Si potrebbe arrivare a dire che se il Torino giungesse al giro di boa a quota 30, quindi incrementando di 16 il suo attuale bottino, sarebbe cosa buona e giusta. Vorrebbe dire che passerebbe da una media punti di 1,27 a 2, salto non proprio piccolo, ma in linea con il calendario.
Tornando al discorso iniziale, per fare un passo avanti e non indietro il Torino dovrebbe riuscire a fare la partita con le squadre alla portata. Lasciando fuori dal discorso il reparto difensivo e per il momento Simeone e Ilic, attualmente infortunati, giocatori come Asllani, Casadei, Anjorin, Ngonge, Vlasic, Adams e Zapata possono tutti fare la differenza, tanto più se buona parte di loro va in campo assieme. Ma ci sono anche Aboukhlal, Lazaro, Biraghi, Nkounkou e Pedersen che possono dare il loro contributo, senza dimenticare i più giovani Gineitis, Ilkhan e Njie, finora ben poco o quasi niente utilizzati da Baroni che ha privilegiato i nuovi arrivati in estate a questi ragazzi già presenti in rosa da più tempo.
Per testare il valore del Torino le prossime otto partite sono proprio quello che ci vuole: la sfida dei granata è prima con se stessi che con gli avversari. Per essere chiari, il test vale anche per la società che ha preso questi giocatori.
Copyright © 2025 - Tutti i diritti riservati