L'eliminazione dalla Coppa Italia evidenzia i limiti del Toro bis
Il Toro bis o delle seconde linee, che dir si voglia, ha ceduto al Siena in Coppa Italia e così ha abbandonato la competizione, agli ottavi con la Lazio giocherà la squadra toscana. Il Torino può recriminare per il mancato rigore che l’arbitro Nasca non ha concesso al ventesimo quando Stevanovic al volo ha calciato a rete e la palla è stata deviata con il braccio, tenuto allargato e lontano dal corpo, da Mannini. Forse se il rigore fosse stato concesso la partita avrebbe preso un’altra piega per il Torino perché il risultato era sullo zero a zero, ma se si considera nel suo complesso la prestazione dei granata e dei bianconeri, rispettivamente per l’occasione in azzurro e in rosso, la vittoria del Siena è stata meritata.
I gol di Ze Eduardo e Reginaldo, tutti nel secondo tempo, sono stati propiziati da giocate dell’ex Rosina. Il Siena nel complesso ha giocato meglio, infatti, fin dai primi minuti della gara Ventura ha più volte richiamato i suoi giocatori esortandoli, soprattutto nel primo tempo, a incrementare la copertura sulla fascia sinistra, dove Mannini scorazzava senza trovare grande opposizione e anche Rosina spesso riusciva, senza particolare fatica, a saltare l’uomo. Il mister granata a Masiello ha chiesto ripetutamente di stare più basso in fase d’impostazione e agli altri giocatori di coinvolgerlo di più nella manovra. Il Torino non sempre ha tenuto palla a terra - e di questo Ventura non era soddisfatto - prediligendo i lanci lunghi per superare il centrocampo del Siena; mentre il mister predica sempre maggiore circolazione della palla per creare spazi in modo da cogliere le opportunità di verticalizzazione sia per vie centrali sia esterne. Anche Cosmi in alcuni frangenti, in particolare nella prima frazione di gioco, ha esortato i suoi a essere più aggressivi salendo con maggiore convinzione e in particolare a D’Agostino ha chiesto di avanzare il proprio raggio d’azione di una decina di metri per dare maggiore spinta al gioco offensivo, e a Rosina e Mannini di prendere per mano la squadra; a tratti il tecnico senese non è apparso soddisfatto della sua squadra perché non ripiegava come avrebbe dovuto e non convinceva del tutto nelle ripartenze. Il Siena ha fatto di più la partita, mentre il Torino ha giocato più di rimessa con un possesso palla superiore, 34’:30’’ a 25’:02’’, risultato però nel suo complesso poco incisivo.
Non è tanto la sconfitta del Torino con conseguente eliminazione che preoccupa, ma il fatto che le seconde linee non si siano dimostrate del tutto valide. In campo Ventura a parte Darmian, che è da considerare un titolare a tutti gli effetti, con il Siena ha schierato Lys Gomis, Di Cesare, Rodriguez, Masiello, Brighi, Vives, Birsa, Sansone, Sgrigna e Stevanovic e nella ripresa sono entrati Meggiorini e Verdi al 60’ per Sansone e Stevanovic e all’80’ Suciu per Birsa, giocatori tutti utilizzati alcuni poco e altri di più, ma che finora ben poche volte hanno giocato per novanta minuti. Questo indica che a gennaio in sede di calciomercato la società dovrà non solo agire per colmare le lacune, poca incisività in attacco, ma anche valutare attentamente se per l’obiettivo finale sarebbe meglio avere delle seconde linee di maggior peso specifico, perché il principio di precauzione dettato dalla saggezza popolare “prevenire è meglio che curare” un suo motivo lo ha eccome. Ora si deve voltare subito voltare pagina perché sabato sera ci sarà il derby ed essere impallinati due volte nel giro di tre giorni dai bianconeri, sopratutto se la seconda volta avvenisse per mano o meglio per i piedi di quelli juventini, per il popolo granata sarebbe duro da accettare.