Juric ribadisce che l’idea che aveva sul Torino era diversa: “Non c’è stata neanche l’intenzione di realizzarla”
Quando Juric parla delle prospettive del Torinoè sempre illuminate. E anche ieri in conferenza stampa alla vigilia della partita con il Bologna lo è stato. Senza fare polemica è stato però molto esplicito e chiaro. A chi gli domandava quale fosse il suo rapporto con Cairo – il presidente poco prima era stato ospite di Radio Deejay e aveva parlato di lui e del Torino dicendo riguardo al mister che preferiva le persone che dicono le cose subito, quando si può ancora intervenire, rispetto a quelle che parlano dopo - ha risposto: “Non siamo intervenuti proprio su niente, l’obiettivo era tutto diverso. Penso che quello che conta sia la squadra e la mia sensazione, che ho detto anche ai giocatori, è che a volte mi sembra quasi che si accontentino, diciamo, di competere bene. Pensando al passato adesso competiamo, ma secondo me non è sufficiente perché, secondo me, devono avere un altro tipo di cattiveria per affrontare le sfide poiché le occasioni passano e noi stiamo lasciando per strada vari punti. E su questo dobbiamo crescere molto. Sul gioco abbiamo fatto tante cose, ma è come se fossimo contenti, che la squadra sia contenta di competere con tutti, di essere giusta, tosta, ma non riusciamo a raccogliere quello che dobbiamo. Sicuramente vorrei che la squadra facesse un salto di qualità in questo, che diventi un po’ più consapevole delle occasioni che ogni partita dà e raccolga il massimo”.
E quando gli è stato chiesto se dicendo "non siamo intervenuti" intendesse che lui non era riuscito ad incidere abbastanza subito Juric ha puntualizzato: “No, no, proprio zero”. E poi gli è stato chiesto se in positivo rivolto al mercato di gennaio e ancora il mister del Torino: “Le cose si fanno a luglio e ad agosto. Io dal 30 agosto comincio a lavorare con la mia squadra e l’obiettivo è sempre migliorare tutti i giocatori. Questa è la mia squadra, li sento bene. Danno tutti il massimo, ma penso che possano dare ancora di più. Gennaio è un mercato di cui poi si parlerà, ma non é un mercato che ti stravolge le cose o nel quale si facciano grandi cose. Per cui sono contento della squadra, di come si comporta e si va avanti così cercando di migliorare gli aspetti che ho detto”. Specificando poi sul salto di qualità che la squadra dovrebbe fare Juric ha detto: “Bisogna giocare bene, migliorare su tanti aspetti tecnici e, secondo me, su certe cose abbiamo difficoltà e non riusciremo mai a fare tutto ciò che mi frulla per la testa”. Incalzato sul non aver inciso in relazione alle riflessioni estive con Cairo, Juric ha affermato: “Pjaca l’ho portato io, cioè era gratis. Non voglio ritornare su certe cose, ma come ho detto sono stra-soddisfatto della squadra e di tutto. Quando finisce il mercato io riprendo il lavoro e le risposte che mi hanno dato i giocatori sono molto soddisfacenti, ma l’obiettivo in generale era diverso. E su questo si è fatto proprio lo zero per cento, non è che se io faccio bordello vengono presi due-tre giocatori. E’ una barzelletta. Il lavoro serio è una roba tutta diversa. E che su Pjaca ci si è andati ad arrangiare alla fine, non arrangiare perché Pjaca è arrivato prima, però l’idea globale come pensavo nella mi testa non c’è stata e non c’è stata neanche l’intenzione di realizzarla.
Alla domanda diretta se a gennaio chiederà qualche rinforzo, la risposta di Juric è stata puntuale: “Io non chiedo mai, in società si fa tutti insieme. Dobbiamo sfruttare le diverse caratteristiche dei vari giocatori e alle volte questo ci porta vantaggi e altre svantaggi. E anch’io mi devo adattare in certe situazioni in modo diverso. Ci sono due centrocampisti che sono tuttocampisti e queste loro caratteristiche vanno sfruttare. I quinti hanno certe caratteristiche. Poi abbiamo i trequartisti che hanno bisogno che gli venga portata la palla perché non sono velocisti o calciatori che spaccano le partite come può fare Barrow. Sta a me amalgamarli bene e alle volte ci riesco ed altre un po’ di meno. Sta a me mettere tutto a posto, non vado sul mercato. Questa è la mia squadra: non succede niente sul mercato”.
E’ evidente dalle parole di mister Juric che per il suo gioco servirebbero altri calciatori, ad esempio Barrow, ma che la società non glieli ha presi e forse non glieli prenderà per cui lui si deve arrangiare con gli uomini che ha a disposizione. Un problema che al Torino hanno avuto tutti gli allenatori che sono passati nell’era Cairo, alcuni lo hanno detto più o meno chiaramente di non avere una rosa del tutto adatta, mentre altri se lo sono tenuto per sé. Un altro che ieri lo aveva detto chiaramente è Sinisa Mihajlovic: "A Torino c’era un problema tra me e Cairo sulle questioni di mercato, non sono stato cacciato per il derby perso (quello di Coppa Italia, ndr)”.
Al Torino gli allenatori cambiano, ma si scontrano sempre con gli stessi problemi e la crescita della squadra quando c’è, come adesso con Juric, resta incompiuta e così il Toro e con lui i suoi tifosi e gli allenatori devono accontentarsi: quando va bene la squadra arriva a metà classifica e se qualcun altro commette passi falsi, come accaduto a Parma e Milan, può anche assaggiare l’Europa, ma non saziarsene.