Izzo flight risk a gennaio? I tifosi possono stare (quasi) tranquilli

02.01.2020 10:24 di  Claudio Colla   vedi letture
Izzo flight risk a gennaio? I tifosi possono stare (quasi) tranquilli
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Che Armando Izzo, al netto di un trimestre conclusivo del 2019 decisamente al di sotto del livello d'eccellenza mostrato fino a metà-fine settembre, piaccia a tante big, non solo entro i confini dello Stivale, non è certo un mistero. Esploso al Genoa, in particolare quando schierato, sia da Gasperini sia da Juric, come riferimento di centro-destra nella retroguardia a tre, il 27enne campano si è consacrato definitivamente a Torino, sotto l'egida del 3-5-2 di Mazzarri. Approdato sotto la Mole un anno e mezzo fa, Izzo, da alcuni scambiato all'aeroporto di Caselle per quel Cristiano Ronaldo in arrivo alla Juve nel medesimo periodo, ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nel giro della Nazionale di Mancini: benché meno adatto dei suoi principali competitor al 4-3-3 attualmente in voga come modulo di riferimento azzurro (in particolare del laziale Acerbi, che gli sta contendendo il posto per Euro 2020 a suon di prestazioni maiuscole), Izzo, apprezzato dal CT anche per la sua capacità di adattarsi nel ruolo di terzino destro, in circostanze in cui occorra rafforzare i livelli di copertura e contenimento, può ancora giocarsela appieno.

Il costo per una sua partenza, al momento, è fissato a 30 milioni di euro. Cifra realistica? Meh. È noto come, per quanto nell'ultimo quinquennio le cifre relative ai trasferimenti di big e semi-big del calcio mondiale siano effettivamente decollate, in sede di indiscrezioni e ricostruzioni spesso si tenda a sparare alto, per poi trovarsi di fronte a somme che, pur molto elevate, evochino in misura inferiore quell'offerta che non si può rifiutare resa iconica da Mario Puzo e Francis Ford Coppola. Un esempio recentissimo è quello del trasferimento di Erling Haaland, stellina d'attacco norvegese, passata dallo scenario alpino di Salisburgo a quello industriale di Dortmund per circa 30 milioni, mancia a Mino Raiola, secondo i report, inclusa: fino a pochi giorni prima la vulgata ricorrente voleva un'asta tra Juventus e Manchester United a suon di cifre record. Trenta milioni, ancora, somma che ora come ora si tende ad accostare a un qualunque trequartista vagamente talentuoso, che sia al di sotto dei 25 anni, senza nemmeno la necessità di chissà quale curriculum sulla scena continentale. Izzo, al momento, è sì uno tra i sei-sette centrali italiani più quotati, ma è al contempo uno dei volti più rappresentativi di un Toro che certo non sta facendo sfracelli. Fase difensiva inclusa.

E, venendo nello specifico di chi finora si sia autenticamente interessato a Izzo, nessuna delle quattro potenziali candidate, Inter, Roma, Arsenal, e Siviglia, appare come plausibile acquirente nell'immediato. Sempre al netto dell'effettiva volontà in merito di Cairo, il quale però, di fronte a un'ormai decisamente probabile mancata qualificazione alla prossima Europa League, preliminari inclusi, qualcuno dei pezzi pregiati, specie ove ormai giunti al clou anagrafico della carriera, dovrà metterlo in vendita. Poca polpa, si diceva, per quanto riguarda Conte e i suoi neroazzurri. Almeno per ora. La permanenza in rosa di Diego Godín non sembra in discussione, e, benché un possibile innesto difensivo, che porti un contributo d'esperienza per la corsa a un triplete ancora possibile (seppur con l'Europa League al posto della Champions da perseguire), non è da escludere, le priorità della squadra in merito all'ampliamento della panchina appaiono altre (un ricambio in più sulla mediana e sulle fasce, e, soprattutto, un attaccante). Discorso diverso, ma con conclusione analoga, per quanto riguarda la Roma: è più Petrachi che Fonseca a pensare all'Armandone granata, e, se l'adattabilità tattica del 27enne si è già dimostrata di buon livello, la possibilità che i giallorossi puntino a stagione in corso su un giocatore impegnato su uno stile di gioco completamente diverso lungo gli ultimi tre-quattro anni, per di più dietro ingente investimento finanziario, non appare esattamente uno scenario plausibile. Discorso analogo per il Siviglia di Monchi e Lopetegui; qualcosa in più potrebbe investire l'Arsenal, ma il nuovo manager Arteta, allievo prediletto di Wenger, pensa ad altri profil, per quanto non del tutto dissimili in termini di caratteristiche atletiche e tecniche (uno tra tutti Upamecano, colosso del Lipsia). Al netto di tutto ciò, e dell'inserimento di altre pretendenti, resta il fatto che difficilmente al Toro converrà vendere già ora un giocatore del calibro di Izzo: sia per la leggera svalutazione del suo profilo nel corso degli ultimi tre mesi, sia perché la rosa non consente di rifondare già da ora, senza finire per rischiare seriamente un crollo nei bassifondi della classifica.

E, se davvero si getterà la spugna, classifica alla mano, rispetto a una rincorsa a quelli che una volta chiamavamo "i posti UEFA", la missione sarà quella di valorizzare le individualità come quelle, in primis, di Belotti e, per l'appunto Izzo: un po' per il prestigio intrinseco nel prestare nomi alla causa azzurra, un po' in vista, seppur a malincuore, di una separazione che risulti il più possibile redditizia, foriera di una rifondazione fruttuosa e non fine a se stessa. Almeno rispetto a un'eventuale partenza anticipata, in ogni caso, i tifosi possono stare tranquilli. O quasi.