Il Toro è ancora troppo fragile: infortuni e “ingenuità” lo frenano
Juric rivendica la voglia che anima i giocatori “di portare il risultato a casa, di andare oltre l’ostacolo con tutti i limiti che possiamo avere” e nessuno lo nega, basta vedere cosa fa in campo la squadra, così come i miglioramenti che grazie a lui ci sono stati rispetto alla passata stagione, la classifica è eloquente, ma c’è anche altro che fa da contraltare e non può essere ignorato proprio nell’ottica della crescita. Gli infortuni che stanno condizionando dall’inizio della stagione, una rosa tra l’incompleto e la zavorra di giocatori che non rientrano nei piani tecnici e le “ingenuità” che sono costate punti.
Degli infortuni si è già parlato tanto e non vi è nulla da aggiungere, tutti sanno. Della rosa incompleta, manca un vice Bremer, servirebbe un altro uomo di fascia così come un centrocampista che sia una via di mezzo fra Mandragora e Pobega e in attacco una punta che garantisca di andare in doppia cifra, prima che s’infortunasse c’era il solo Belotti. Anche dei giocatori zavorra si sa tutto e le conferme arrivano dal loro utilizzo: minutaggio basso, per alcuni bassissimo e accade che qualcuno vada in campo solo se non c’è proprio nessun altra alternativa. Delle “ingenuità” le più clamorose sono i due rigori provocati da Djidji nelle gare con Lazio e Venezia, due pareggi che sarebbero state vittorie, e l’espulsione ieri di Singo, che ha cambiato il volto alla partita, un uomo in meno dal minuto 29 e una cambio obbligato, e permesso all’Empoli di rimontare due gol e la conseguenza di altri due punti gettati al vento e in più nella prossima partita con il Cagliari lunedì sera ci saranno i soli Vojvoda e Aina per le fasce, tenuto conto che alla vigilia della gara con l’Empoli Juric non sapeva quando avrebbe potuto ricontare su Ansaldi. Con sei punti in più oggi il Torino ne avrebbe 24 e sarebbe al 6° posto in compagnia di Bologna, Juventus e Fiorentina e non al 13°. E non è poca la differenza fra il lottare per l’Europa League e il limbo di metà classifica.
La crescita del Torino è innegabile, ma resta incompleta e si fa fatica a capire se potrà andare oltre lo stato attuale senza interventi importanti nel mercato di gennaio. Interventi che lo stesso Juric prevede ben poco probabili. “Ho detto che il mercato si fa a luglio e ad agosto e si fanno le analisi di tutti i giocatori e di tutti i problemi che possono capitare e anche facendo così alle volte si sbaglia. Secondo me si poteva fare meglio. Gennaio a me non piace. Questi ragazzi lavorano da cinque mesi e stanno migliorando molto su tante cose. Oggi ci sono situazioni particolari con qualcuno che può alzare il livello della squadra come mi era successo a Verona allora sì, ben venga. Ma non sono cose di cui devo parlare in occasione di ogni partita. Si farà poco. E sull’attaccate vedremo” così l’allenatore granata alla vigilia della gara con l’Empoli. E poi subito al termine della partita prima ha rivendicato che in partita non è mancato nulla: “Siamo stati perfetti. Non accetto critiche diverse, considero quelli che pensano diversamente scarsi” poi però pochissimi minuti dopo ha anche detto: “Noi oggi abbiamo fatto errori e poi siano stati penalizzati, espulsione o non espulsione, però abbiamo fatto errori e lo pachiamo. So cosa accade nel calcio e mi è successo anche spesso, mi ricordo che all’inizio dell’anno (quando allenava il Verona, ndr) scorso che girava tutto bene e ci sono momenti che in partita agisci normalmente e gli avversari sbagliano un’occasione e si fa gol e si vince e poi si fa i fenomeni. Adesso io ho la sensazione dei nostri errori, ma anche alti li commettono, e che però ci gira un po’ maluccio in varie partite. Bisogna essere forti e lavorare di più ed evitare gli errori. Questo è un inizio di percorso, ci sono tanti ragazzi giovani, un cambio di struttura della squadra ed è giusto che ci siano degli errori, però comunque siamo tanto penalizzati”.
Nel giorno del 115° compleanno del Toro, con tutte le gioie e i dolori che ne hanno caratterizzato la Storia, speriamo che arrivi il tempo in cui non si parli più di errori, limiti e cose che penalizzano, ma del fatto che la squadra granata è tornata ad essere una realtà di primo piano del calcio italiano e non solo, che il vivaio torni a sfornare tanti calciatori che trovano spazio in Serie A, che non si debba più lottare per la salvezza e neppure che si vivacchi nel limbo di metà classifica tra infortuni e mercati fatti all’ultimo e con giocatori che se anche hanno qualità tecniche sono penalizzati da problematiche fisiche. Buon compleanno Toro!