Il Torino ha un tesoretto e un bilancio in attivo e … una squadra da potenziare
I conti in ordine sono un fiore all’occhiello che il Torino esibisce con grande orgoglio e ha ben donde di farlo poiché il club granata è appena stato insignito del Premio Fair Play Finanziario. L’utile relativo all’anno 2016 supera abbondantemente il milione, 1.391.789 euro per essere precisi, ed è il quarto consecutivo, anche se in calo rispetto a quello precedente che andava oltre i 9, però, nel quadriennio l’ammontare complessivo si aggira sui 22,7 milioni di euro. A questo va aggiunto che c’è un bel tesoretto sul quale possono contare Cairo e Petrachi per potenziare la squadra. 34 milioni sono quanto deve ancora incassare il Torino per le cessioni avvenute tra l’estate scorsa e il mercato invernale di Maksimovic, Peres, Jansson e Martinez e va tenuto conto che a quella cifra è già stato sottratto il costo di Lyanco e Milinkovic-Savic, 6 per il difensore ai quali andranno aggiunti eventuali tre di bonus, e 3,5 per il portiere.
Non saranno cifre stratosferiche, però, più di 35 milioni di euro sono già una bella base per operare sul mercato e qualche altro soldo arriverà sicuramente dalla cessione di giocatori che non rientrano più nei piani di Mihajlovic. Magari non da tutti si riuscirà a ricavare grandi cifre, ma i precedenti sono incoraggianti poiché dalle cessioni di Jansson e Martinez, due che non trovavano grandi spazi nel Torino, il club granata sta per introitare 9,7 milioni, non proprio bruscolini. Per allestire una squadra in grado di lottare per l’Europa League ci vogliono soldi e forse si dovrà arrivare a cedere qualche giocatore che ovviamente ha mercato e i vari Baselli, Benassi, Zappacosta per non parlare di Belotti sono nel mirino di più di un club, però, sono anche tutti o quasi incedibili per Mihajlovic. Stando alle parole del mister granata sono da confermarsi dodici o tredici giocatori, quindi, per completare la rosa ne servono, tra titolari e riserve, altrettanti. Va anche ricordato che se il Torino, come già avvenuto nella scorsa stagione, non avrà nelle sue fila quattro giocatori che sono stati formati nel club, tra i quindici e i ventuno anni per almeno trentasei mesi anche non consecutivamente, non potrà avere venticinque giocatori che abbiano più di ventuno anni. Non dovrebbe, invece, sussistere il problema per i quattro giocatori che sono cresciuti nei vivai italiani perché oggi ci sono De Silvestri, Zappacosta, Rossettini, Moretti, Molinaro, Benassi, Valdifiori, Baselli e Belotti. Barreca, avendo fatto tutta la trafila nelle giovanili granata, è da considerarsi fra i giovani che si sono formati nel club.
Investire in una squadra forte che possa competere per disputare le coppe internazionali non solo è motivo d’orgoglio, non meno che avere i bilanci in attivo, ma è un altro modo per continuare sulla strada del fair play finanziario. Si possono incassare e non pochi soldi anche da un buon piazzamento in campionato, dalla vendita dei biglietti e degli abbonamenti, dal merchandising e dagli sponsor. Più si vince e più s’incassa, più si ha una squadra competitiva e più si vince. Il Torino finora ha sfruttato poco quest’aspetto puntando quasi esclusivamente sulle plusvalenze derivanti dalla cessione dei migliori giocatori, ma ampliare i propri orizzonti potrebbe rivelarsi una mossa vincente. Cairo è stato insignito dal presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro non vorrà continuare a essere additato come “braccino” perché troppo attento ai conti e troppo poco ad avere giocatori competitivi continuando così ad avere una squadra che galleggia a metà classifica senza vincere mai nulla o almeno a piazzarsi fra quelle che contano nel calcio nostrano e magari anche europeo?