Il Torino ha spirito e ha costretto il Napoli al pareggio, ma il punto è un po’ poco per una classifica più entusiasmante

09.03.2024 11:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Zapata e Sanabria
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Zapata e Sanabria
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Un pareggio quello del Torino al Maradona che di certo fa morale e dimostra che la voglia di non mollare c’è al di là di tutto. Degli infortuni, centrocampo ridotto all’osso senza Ilic e Tameze, della sfortuna, Ricci squalificato a causa dell’errore dell’arbitro Marchetti nella scorsa gara con la Fiorentina, della forza degli avversari, Kvaratskhelia straripante. I granata hanno tenuto testa al Napoli con Buongiorno che ha dato del filo da torcere a Osimhen, vincendo più di un duello con lui, Milinkovic-Savic che ha fatto tre parate decisive su Kvara e comunque la squadra ha quasi sempre fatto tutto quello che era nelle sue corde  per contenere gli avversari. In più il Torino è riuscito anche a creare pericoli come quando solo la bravura di Meret ha impedito sullo zero a zero, a Zapata di segnare e Sanabria, appena subentrato a Pellegri, in rovesciata ha pareggiato dopo soli tre minuti dal gol di Kvara. E poi la caparbietà con la squadra del duo Juric, in tribuna perché squalificato, Paro che ha respinto gli assalti finali dei partenopei non senza disdegnare ancora qualche incursione in avanti.

Di per sé un buon punto quello che il Torino ha ottenuto con il Napoli e di certo le concorrenti dei partenopei saranno grate ai granata per averne sottratti due alla squadra di Calzona, però il pareggio ai propri fini è un po’ poco. Nelle ultime quattro partite infatti il Torino ha conquistato solo due punti e questo lo ha decisamente frenato nella rincorsa per un posto in Europa e se questa sera il Monza battesse il Genoa si troverebbe scalzato dal 10° posto e sorpassato dai brianzoli. C’è il più che concreto rischio che neppure alla metà di marzo i sogni di andare oltre la parte centrale della classifica siano già infranti.

Mancano dieci partite alla fine del campionato e se anche il calendario adesso propone tre match alla portata, Udinese, Monza ed Empoli, che precedono il derby, cercare di restare aggrappato a chi è davanti è una vera e propria impresa. Infatti Servirebbe un miracolo al Torino o comunque dovrebbe riuscire a sfoderare una raffica di partite non solo impeccabili, ma anche vincenti per rientrare in corsa. La sfida sarebbe prima di tutto con se stesso: segnare di più, magari se Sanabria si fosse davvero sbloccato tra lui e Zapata potrebbero garantire una più che discreta prolificità, e superare l’impasse che quando affronta squadre che sono in lotta per la salvezza, come farà con Udinese ed Empoli, riuscirà a scardinare i muri eretti dagli avversari a difesa dello zero a zero iniziale. Non bisogna illudersi … però vincendo le prossime tre partite e poi finalmente anche il derby - nell’era Cairo iniziata il 3 settembre 2005 su 29 disputati, due dei quali in Coppa Italia, ne ha vinto solo 1, pareggiati 5 e persi ben 23 (due in Coppa Italia) – allora forse si riaccenderebbero le speranze di andare oltre la metà classifica e magari agguantare un posto nelle competizioni europee.