Il Torino fra bisogno di rinforzi e necessità di cedere gli esuberi: c’è rischio di restare con il cerino in mano
Nessuno vorrebbe essere nei panni di Davide Vagnati perché di qui al 31 gennaio dovrà riuscire a cedere sei giocatori e a prenderne possibilmente tre per riuscire ad accontentare le legittime richieste di Juric e “obbedire” alla volontà di Cairo. Auguri, sinceri. Izzo, Baselli, Rincon, Verdi, Zaza e Warming non rientrano nei piani tecnici e per dare più qualità al Torino servono un terzino sinistro, anche perché a gennaio Ola Aina disputerà la Coppa d’Africa e forse pure Singo sarà convocato per la stessa e resta la questione che Ansaldi spesso è obbligato a fermarsi a causa di infortuni muscolari, ma occorrono anche un centrocampista che sappia agire in fase difensiva e in quella offensiva e che abbia carattere e una punta che sappia sia dettare l’ultimo passaggio sia segnare.
Al Torino si sa che la regola è: prima vendere e poi comprare e il fatto che gli ultimi tre esercizi di bilancio siano stati negativi, 19 milioni di euro nel 2020, 13,9 nel 2019 e 12,3 nel 2018 per un totale di 45 mln a fronte dell’utile di 37,2 nel 2017, e che nel 2020 il club granata ha sottoscritto due contratti di finanziamento per complessivi 30 mln. Tutto questo spiega perché quest’estate siano arrivati più giocatori in prestito, Berisha con obbligo di riscatto, Brekalo, Pjaca e Praet con diritto di riscatto già fissato e Pobega in prestito secco, senza dimenticare che anche Mandragora nel mercato invernale scorso arrivò con la formula del prestito e la possibilità di riscatto con step differenti fino all’obbligo di riscatto a giugno 2022, al verificarsi di determinate condizioni.
Vagnati è stato in Sud America per visionare di persona alcuni calciatori e chissà se ha avuto riscontri positivi sia in termini di qualità sia per i costi dei cartellini, ma a gennaio prendere a gennaio giocatori che non conoscono il calcio italiano può essere un azzardo. E dovendo prima liberarsi degli esuberi che hanno ben poco mercato rende la possibilità di nuovi ingressi a dir poco complicata. Difficile che Cairo metterà a disposizione del direttore tecnico un budget per fare mercato per cui dovrà essere bravo lui a “autofinanziarsi” in modo da dare a mister Juric i giocatori che gli servono scongiurando così il rischio di restare con il cerino in mano. E a tal proposito l’allenatore - memore che aveva già dovuto battere i pugni in estate per farsi dare i calciatori che gli occorrevano, salvo poi ottenerne di qualitativamente discreti, ma che sono già incappati in infortuni e di non trascurabile entità - ha già detto molto chiaramente la sua: “Mi auguro che Cairo a gennaio mi ascolti sul mercato, a differenza di quanto avvenuto in estate quando non l’ha fatto. Se poi fallisco, paghiamo io e il mio staff con l’esonero e allora vorrei che la mia parola valesse di più”. E ha aggiunto: “Vorrei che facessimo un mercato più coraggioso. Non come in estate, poco coraggioso. Se prendiamo qualche bel rinforzo come dico io, tutta la rosa potrà compiere un salto di qualità. Altrimenti ho dei dubbi: così come siamo, più di tanto non si può crescere, temo”. Tutto chiaro?