Il Torino fa e disfa e vince il Genoa. In gol Immobile, Cerci e Rigoni
Immobile a inizio partita aveva freddato il Genoa con una doppietta in un quarto d’ora (4’ e 15’) e per il Torino sembrava che la gara si fosse incanalata sui migliori binari, invece poi, prima Molinaro atterrava in area Ansaldi (19’) e in seguito Acquah spingeva Izzo (46’), sempre in area, spalancando le porte alla rimonta dei padroni di casa regalando due rigori. Cerci si è presentato sul dischetto e in entrambe le occasioni ha avuto la meglio su Padelli. Nella ripresa Rigoni ha completato l’opera segnando il gol del vantaggio e della vittoria dei rossoblù (66’). Il Genoa dopo aver ribaltato il risultato è stato attento a non subire altri gol così ha conquistato i tre punti e scavalcato in classifica il Torino, confermando che in casa è una squadra temibile. Il Torino dal canto suo non è stato capace di conservare il doppio vantaggio iniziale e poi quando si è trovato sotto di un gol non è più riuscito ad agguantare il pareggio, pur provandoci, però, soprattutto nel finale la frenesia della ricerca del gol ha prevalso sul ragionamento e le manovre d’attacco non sono andate a buon fine. Emblematico il lancio lunghissimo di Acquah (93’) che ha finito per non sortire nulla perché Perin in uscita, nonostante il contatto con Vives che ha provato a infastidirlo, ha preso la palla senza particolari problemi.
La partita è stata sul piano del gioco sviluppata su buoni ritmi, impregnata d’agonismo, ma senza falli particolarmente cattivi e con le due formazioni che non si sono chiuse. Entrambe le squadre hanno lottato su ogni pallone e ci sono stati molti ribaltamenti di fronte. L’interpretazione del match è stata giusta sia da parte del Genoa sia da parte del Torino, che però non è stato abbastanza furbo in occasione dei due falli che hanno portato ai rigori per il Genoa. Molinaro e Acquah potevano evitare di colpire l’avversario. Ansaldi si stava allargando verso il limite laterale dell’area perché Molinaro lo spingeva in quella direzione e quindi il tackle poteva essere evitato visto che comporta il rischio di non arrivare per primo sulla palla e invece d’impattare con le gambe dell’avversario, proprio com’è accaduto. La spinta da dietro con le mani sulla schiena di Izzo da parte di Acquah è stata frutto di una lettura non buona della situazione perché Padelli in uscita stava intercettando il pallone proveniente da calcio d’angolo, infatti, l’arbitro non ha estratto il cartellino per il giocatore granata, però, ha concesso il rigore. Per quel che riguarda il terzo gol del Genoa la difesa granata non è esente da colpe, anzi. Punizione e cross di Suso con prolungamento della traiettoria di testa da parte di Rigoni: o il cross doveva essere intercettato o almeno doveva essere marcato meglio Rigoni, indubbiamente i difensori del Torino non erano piazzati bene. Tanto rammarico e delusione perché i due gol di Immobile non solo avevano dato l’illusione della possibile conquista dei tre punti, ma erano stati anche molto belli. Maksimovic avanzando aveva visto il movimento d’Immobile e lo aveva servito, Ciro ha optato per il velo con colpo di tacco per Belotti che gli ha restituito palla. Azione in velocità e tempismo e movimenti perfetti che hanno spiazzato la difesa del Genoa. Il secondo gol è stato ancora più bello. Acquah ha servito in profondità Immobile che entrato in area ha fatto partite un gran tiro da destra verso sinistra indirizzando la palla all’incrocio dei pali senza lasciare scampo a Perin.
La partita non si è limitata ai cinque gol, ci sono state altre occasioni per entrambe le formazioni di segnare e anche proteste, una per parte, per due altri possibili rigori. Il Genoa ha reclamato per un fallo da dietro di Peres su Pandev (27’), ma l’arbitro Doveri non ha ritenuto d’intervenire e se lo avesse fatto il Torino si sarebbe anche ritrovato in dieci perché il brasiliano a termini di regolamento andava espulso per aver interrotto una chiara occasione da gol. Il Torino ha richiesto il rigore quando Gabriel Silva è entrato in contatto con Peres (70’), ma anche in quest’occasione il direttore di gara non ha fischiato il rigore. Da questo punto di vista perfetta par condicio. Rossoblù e granata di tiri verso la porta avversaria ne hanno fatti rispettivamente quattordici di cui nove nello specchio con tre gol (Cerci 4, Rigoni e Suso 2 ciascuno, De Maio 1) e sette dei quali cinque nello spazio compreso fra i pali con due gol (Immobile 2, Vives, Acquah e Molinaro 1 a testa). Gasperini dopo il primo gol della squadra è passato dal 3-4-3 al 3-5-2 facendo indietreggiare Laxalt. Ventura ha mantenuto il consueto 3-5-2 fino al 75’ quando ha tolto Benassi e mandato in campo Maxi Lopez passando al 3-4-3. In precedenza l’allenatore del Genoa aveva sostituito Laxalt con Rigoni dopo l’intervallo e poi prima Cerci con Suso (57’) e in seguito Dzemaili con Tachtsidis (76’). Ventura aveva fatto entrare Martinez per Belotti (60’) e in contemporanea Maxi Lopez e Zappacosta rispettivamente per Benassi e Molinaro (76’). E’ evidente che i cambi di Gasperini hanno fatto la differenza, mentre quelli di Ventura no.
Il Torino ha fatto e anche disfatto e questo è una colpa grave. Che questa partita possa essere una tappa importante per la crescita della squadra, come ha dichiarato Ventura al termine della gara, suona un po’ stridente. Se con Milan e Lazio si erano visti sprazzi di miglioramento e alla fine il Torino aveva raccolto una sconfitta e un pareggio con il Genoa è assolutamente vero che la partita è stata giocata su livelli superiori alle precedenti due, ma è altrettanto vero che è finita con una sconfitta subita da una squadra che aveva due punti in meno e che adesso ne ha uno in più. Al Torino, come detto dallo stesso Ventura, serve personalità, ma se non c’è sufficiente personalità e se con il Genoa si era in dominio assoluto, ma è bastato l’errore che ha causato il primo rigore per far scendere il buio come si può crescere? E domenica prossima ci sarà il derby.