Il Torino deve dare un senso alle prossime sedici partite iniziando dall’Empoli
Il nono posto e la distanza di nove punti dal quinto sommata all’uscita dalla Coppa Italia rendono la stagione del Torino quasi chiusa già alla quarta giornata del girone di ritorno. Oltretutto dal mercato di riparazione, che si è appena concluso, non sono arrivati i rinforzi sperati perché Iturbe è un calciatore con qualità, ma da rigenerare e Carlão non conosce il campionato italiano ed è pure fermo per infortunio. A centrocampo serviva l’innesto di almeno un giocatore di qualità e non è arrivato nessuno. Morale della storia Mihajlovic deve arrangiarsi con quello che ha e far rendere i giocatori al massimo.
In palio ci sono quarantotto punti, tanti in assoluto se la squadra riuscirà a conquistarne la maggior parte perché potrebbe ancora persino tornare in corsa per l’Europa League, anche se allo stato attuale delle cose sembra una chimera e sono in pochissimi a scommettere un caffettino che il Torino possa riuscire in una rimonta che sarebbe da standing ovation. E’ doveroso, però, che l’allenatore e i giocatori si diano degli obiettivi altrimenti arrivare a fine stagione sarebbe un cammino dove i marciatori si trascinano per forza d’inerzia, non a causa della stanchezza, ma per la noia dovuta all’obbligo di terminare il campionato. Mihajlovic lo sa e, infatti, continua a ripetere che l’obiettivo è fare più dei ventinove punti del girone d’andata e poi alla fine del campionato vedere a che punto della classifica si sarà approdati.
Nelle ultime otto partite il Torino ha conquistato sei dei ventiquattro punti in palio, media da retrocessione che, però, era già stata scongiurata prima in virtù dei venticinque punti fatti nelle prime quattordici gare, mentre quest’ultima media, invece, se fosse stata mantenuta per tutto l’arco della stagione avrebbe quasi certamente assicurato un posto in Europa League. Adesso prima delle due trasferte consecutive con Roma e Fiorentina - la prima impegnata a provare a contendere lo scudetto alla Juventus e la seconda a sgomitare con Milan e Atalanta per superare la Lazio e approdare in Europa League – ci sarà la partita di domenica al Castellani con l’Empoli e la successiva al Grande Torino con il Pescara. Due squadre del tutto alla portata dei granata, l’Empoli è al quart’ultimo posto ed ha ventuno punti, dieci in meno del Torino, e un margine di otto da chi in questo momento sarebbe retrocesso, mentre il Pescara chiude la graduatoria con nove ed è dà considerarsi già in serie B. Il Torino ha l’obbligo di conquistare sei punti nelle prossime due partite, senza se e senza ma. Fatto questo, potrà concentrasi su due sfide dal tasso tecnico elevato che vinse nel girone d’andata alimentando non poco le ambizioni europee, perché non solo batté Roma e Fiorentina, ma convinse sul piano del gioco. Il mese di febbraio sarà cruciale per il Torino che dovrà riscattare un dicembre e un gennaio molto deludenti e dare un senso al resto della stagione e a marzo poi si vedrà come sarà la classifica.