Il Torino con Falque e Belotti ha archiviato la pratica Carpi in Coppa Italia
E’ andata come doveva fra Torino e Carpi e la differenza l’ha fatta la diversa categoria che separa le due squadre e la qualità dei granata ha avuto il sopravvento, anche se i biancorossi hanno provato a più riprese, soprattutto nei primi venti minuti, ad alzare il baricentro, ma senza ottenere ciò che avrebbero voluto. Mihajlovic ha schierato una formazione mista tra titolari e seconde linee, infatti, in porta c’era Milinkovic-Savic, in difesa De Silvestri, Bonifazi, Lyanco e Molinaro, a centrocampo Acquah, Valdifiori e Baselli e in attacco Falque, Belotti e Niang. Sirigu e Ljajic hanno riposato assistendo al match dalla tribuna. Calabro si è affidato a molti giovani, anche a causa dell’indisponibilità di Bittante, Copela, Concas, Jelenic, Ligi, Mbakogu, Poli e Prezioso. In porta Serraiocco, che a parte i due gol subiti ha sfoderato una prestazione di buon livello con parate interessanti. In difesa Vetturini, Brosco e Sabbione. In mediana Calapai, Romano, Giorico, Mbaye e Anastasio. In attacco Nzola e Manconi.
Il Torino ha iniziato subito attaccando e il Carpi ne ha preso le misure stando attento a non andare in inferiorità numerica con gli esterni, ma poco alla volta la qualità del Torino è emersa. Se il gol di Falque aveva sbloccato la partita il momento della svolta, si spera che valga anche per il futuro, è avvenuta tra i minuti ventotto e trentadue. Il risultato si è sbloccato grazie a un calcio d’angolo battuto da Niang corto e rasoterra che ha recapitato la palla a Falque (come da suggerimento al francese naturalizzato senegalese di Mihajlovic) lasciato solo al limite dell’area che di sinistro ha fatto passare la palla tra tre avversari e ha segnato (19’). Il gol del Torino è arrivato quando il Carpi stava giocando con equilibrio e non subiva più di tanto l’avversario e questo può aver reso più vulnerabili gli emiliani. La svolta è arrivata da due errori seguiti dal gol del raddoppio. Prima ha steccato Niang che ha perso palla (facendo arrabbiare Mihajlovic che ha mandato a scaldare Boyé) e l’errore ha innescato Calapai che è andato al tiro dalla distanza senza sorprendere Milinkovic-Savis (28’). E in seguito a cadere in errore è Belotti che su punizione, calciata correttamente da Niang e indirizzata a lui, appostato sul secondo palo ha colpito la palla di testa schiacciando ma senza inquadrare lo specchio della porta, cosa che gli è valsa un’occhiataccia del mister (30’). Poi il raddoppio. Niang è sgusciato a Calapai e ha crossa morbido sul secondo palo impedendo gli interventi di Serraiocco e Vetturini e Belotti con un preciso movimento si è smarcato e di testa questa volta non ha sbagliato e ha segnato (32’). Come già in precedenza con Falque (4’) il Torino ha avuto più occasioni per segnare con Belotti (36’, 65’ e 72’), Baselli (54’), Boyé (77’), Milinkovic-Savic (92’) e Edera (93’). Non si può non menzionare la traversa presa da Milinkovic-Savic, che di mestiere fa il portiere, con un tiro potente da distanza ragguardevole e centrale ha mandato la palla a stamparsi sul legno, se Mihajlovic, grande intenditore nel calciare le punizioni, aveva provato in allenamento ad affidare a lui questo compito e poi gli ha dato l’ok anche in partita qualche cosa vuole dire e lo si è chiaramente visto. Anche il Carpi qualche occasione per andare in gol l’ha avuta con Romano (11’), Calapai (27’) e Malcore (75’). Il Torino avrebbe potuto usufruire di un calcio di rigore per una trattenuta in area ai danni di Belotti (62’), ma l’arbitro e i suoi assistenti non l’hanno concesso, in questa fase della coppa Italia il Var come la goal line technology non sono previsti. Anche in occasione dell’ammonizione di Molinaro il direttore di gara Illuzzi non si è accorto che il granata è arrivato in scivolata sulla palla e solo dopo c’è stato il contatto con Seric, autore lui sì del fallo (66’).
In una partita senza storia per quel che è riguardato il risultato non sono passate inosservate alcune giocate concettualmente errate della difesa granata. Errori su disimpegni che potevano costare cari e che lo sarebbero stati se a posto del Carpi ci fosse stata una formazione scaltra nello sfruttarli. Per dirla tutta se saranno commessi con l’Atalanta sabato il Torino uscirà dalla sfida con una sconfitta. In occasione di un rinvio Milinkovic-Savic ha calciato male la palla finita ad Acquah che, però, a sua volta l’ha persa servendo Anastasio. Un retropassaggio di Bonifazi si è rivelato pericoloso e ha costretto il suo portiere a evitare il peggio spedendo la palla sul fondo. Un passaggio in orizzontale di Lyanco ha rischiato di permettere l’inserimento di un avversario e solo per fortuna Milinovic-Savic è arrivato per primo sulla palla. Un altro passaggio sempre in orizzontale di Molinaro non ha tenuto conto che un giocatore del Carpi stava andando incontro a Milinkovic-Savic e questo poteva costituire un pericolo. Tutte situazioni evitabilissime, ma come già in altre partite capitate e con esiti infausti.
Il Torino ha meritato il passaggio agli ottavi dove incontrerà la Roma con gara unica nella capitale. La squadra di Mihajlovic ha giocato nel complesso in modo convincente, positive le prestazioni degli esordienti Milinkovic-Savic e Bonifazi, pur macchiate dagli errori sui disimpegni. come quella di Lyanco, ma anche lui caduto nel negativo vizietto dei compagni di reparto. Bene Valdifiori in cabina di regia e anche Edera che è subentrato a Falque e si è messo in mostra saltando in più d’un occasione l’avversario e calciando una punizione non doverosamente sfruttata da Boyé (77’). Non male anche Gustafson che più di una volta ha servito in profondità il “Gallo”. Belotti è tornato al gol dopo settanta giorni, ma non ha ancora ritrovato lo smalto dei giorni migliori pur facendo vedere che è in netto miglioramento. Niang alterna buone giocate ad altre errate in modo evidente e questo gli è costato i fischi dei suoi tifosi con i quali è stato salutato quando ha chiesto di essere sostituito nella ripresa a seguito di una botta presa sul finire del primo tempo. Mihajlovic ha fine partita ha difeso il francese dicendo che i fischi erano ingiusti, ma per essere accolto a braccia aperte dai tifosi Niange deve metterci più impegno se lo farà anche lui diventerà un beniamino come lo sono tanti suoi compagni.