Il paradosso della rosa con 32 giocatori: troppi e troppo pochi

Tre portieri, dieci difensori, quattordici centrocampisti e cinque attaccanti, di questi fra i cinque e i sette sono in esubero. In sette partite di campionato sono stati utilizzati diciannove giocatori e ventisei in totale sono stati i convocati.
12.10.2012 12:25 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il paradosso della rosa con 32 giocatori: troppi e troppo pochi
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Tre portieri: Gillet, Lys e Alfred Gomis; dieci difensori: Darmian, D’Ambrosio, Glik, Di Cesare, Ogbonna, Rodriguez, Masiello, Agostini, Caceres e Migliorini; quattordici centrocampisti: Cerci, Stevanovic, Gazzi, Basha, Brighi, Vives, Suciu, Santana, Birsa, Verdi, Bakic, Barbosa, De Feudis e Gorobsov; cinque attaccanti: Bianchi, Sgrigna, Meggiorini, Sansone e Diop. Questa la rosa granata. Per una neo-promossa che disputa il campionato e la Coppa Italia numericamente gli uomini a disposizione di Ventura sono abbondanti e sulla carta quindi non ci dovrebbero essere mai problemi di formazione. Però è curioso che finora mai neppure una volta in campionato siano stati portati in panchina dodici giocatori come da nuovo regolamento, ma sempre in numero inferiore: Siena 11, Pescara 10, Inter 10, Sampdoria 10, Udinese 9, Atalanta 10 e Cagliari 11. Tenendo pur conto che Suciu solo in questi giorni si è unito ai compagni perché doveva recuperare da un infortunio accadutogli la scorsa stagione, che Birsa arrivato alla chiusura del mercato si è infortunato poco dopo e solo ora sta riprendendosi, che Agostini anche lui approdato in granata a fine mercato era fuori condizione e che per Bakic vale lo stesso discorso sull’arrivo a fine mercato e in più è giovanissimo e non parla neanche l’italiano, che Masiello è infortunato, nonostante questo se mai il Torino ha riempito tutti i posti in panchina vuol inevitabilmente dire che malgrado abbia una rosa abbondante non tutti i giocatori sono utili, per ragioni differenti, alla causa.

Stilando una classifica in base al numero di minuti giocati in campionato sono diciannove i giocatori utilizzati in sette partite: Gillet (7 gare), Darmian (7), Ogbonna (7) e Gazzi (7) 672 minuti; Glik 597’ (7); Bianchi 556’ (7); Brighi 477’ (6); Meggiorini 424’ (7); Santana 403’ (6); Masiello 383’ (4); Stevanovic 372’ (7); Cerci 330’ (5); D’Ambrosio 289’ (4); Vives 286’ (4); Sgrigna 269’ (5); Basha 116’ (2); Sansone 112’ (4); Di Cesare 75’ (1); Verdi 15’ (1). Tredici giocatori non hanno disputato neanche un secondo. Non sono mai stati convocati: Alfred Gomis, Migliorini, Suciu, Bakic e Gorobsov. Seppur convocati non hanno mai giocato: Lys Gomis (sette volte), Rodriguez (7), Agostini (1), Caceres (1), Barbosa (1), De Feudis (1) e Diop (3). Quindi tra chi è sceso in campo e chi almeno è stato convocato si raggiunge quota ventisei.

Tenendo presente che quando Masiello si è infortunato nel ruolo di terzino sinistro è stato dirottato D’Ambrosio, che è un destro, perché Agostini e Caceres non erano ancora pronti per essere convocati se non nell’ultima partita disputata con il Cagliari e tenendo anche conto dei dati sulle presenze non si può che dedurre che nella rosa del Torino ci sono dai cinque ai sette giocatori che sono in esubero e sarebbe bene sia per loro sia per la squadra che a gennaio trovassero collocazione altrove. Allo stesso tempo però in certi ruoli non ci sono quasi ricambi, si dovesse mai sostituire per squalifica o peggio ancora per infortunio Gazzi non si ha un sostituto naturale perché Basha non ha le stesse caratteristiche, stesso discorso vale per Brighi in quanto Vives non è il suo alter ego. Anche alla voce esterni Cerci, Stevanovic, Santana, Birsa e Verdi sono uno differente dall’altro. Bakic bisogna ancora vederlo all’opera, ma per attitudine è più un trequartista e forse la sua collocazione migliore sarebbe alle spalle delle punte a fare da regista, ma il Torino non gioca con un uomo in questa posizione, oppure in un centrocampo a tre o a due tenendo però conto che lui ha una maggiore propensione alla fase offensiva, quindi con una mediana a due il compagno di reparto dovrebbe sobbarcarsi una mole di lavoro molto elevata e se invece la mediana fosse a tre il modulo si trasformerebbe dal 4-2-4 al 4-2-1-3 con il rischio di dover impegnare troppo gli esterni e le punte nel lavoro di copertura in fase di non possesso palla. In attacco il discorso non è diverso Bianchi, Sgrigna, Meggiorini, Sansone e Diop hanno tutti peculiarità differenti e se dovesse mancarne uno non ci sono sostituti naturali. Ecco perché da un lato la rosa del Torino con trentadue giocatori è eccessiva, ma paradossalmente è incompleta: a gennaio alla riapertura del calciomercato è indispensabile che i giocatori in esubero vengano ceduti e presi uomini non solo avvezzi a giocare in serie A, ma anche che abbiamo le caratteristiche tecniche per essere utili al modulo di mister Ventura e se ingaggiati come riserve siano interscambiabili con i titolari.
La programmazione la si fa oggi che mancano ottanta tre giorni alla riapertura del mercato (giovedì 3 gennaio 2013) in modo da non dover attendere gli ultimi giorni per cercare in extremis di metterci una pezza, finendo così per ritrovarsi con la stessa situazione in cui si è adesso.