Il momento cruciale del Torino è giunto: dentro o fuori l’Europa
Quella di questa sera con l’Athletic Bilbao non è solo una semplice partita, per quanto importante, poiché determinerà se ad accedere agli ottavi di finale sarà il Torino o il club basco, è un punto di svolta. L’approccio e l’andamento della gara diranno chiaramente se i granata sono passati dall’essere una compagine che può vivere una tranquilla esistenza da metà classifica in Italia oppure se ha raggiunto un grado di maturità superiore per puntare a traguardi più prestigiosi. Passare il turno in Europa League metterà la dirigenza di fronte a un bivio: investire per potenziare veramente la squadra già a partire dalla prossima stagione colmandone le lacune oppure non farlo e dover spiegare il perché, senza avere più alibi di nessun tipo. Una squadra che pur non avendo un organico né numericamente né del tutto qualitativamente competitivo, ma che riesce a superarne altre a livello internazionale vuol dire che ha nel suo dna una base veramente solida sulla quale è possibile costruire il futuro, ovviamente apportando il necessario potenziamento.
Ventura è un allenatore di lungo corso che ha un carattere non facile e una visione del calcio ben precisa ai limiti del rigido, in carriera non ha mai raggiunto traguardi particolarmente prestigiosi, infatti, solo in questa stagione per la prima volta ha condotto una squadra a disputare partite internazionali. Al Torino ha dato, ma dal Torino ha anche ricevuto molto e ha trovato in Cairo un presidente con il quale ha instaurato un buon feeling di reciproca convenienza. Cairo gli ha dato fiducia e lui ha prima ottenuto risultati che altri allenatori non erano riusciti a centrare, ritorno in serie A e permanenza nella massima divisione, e poi ha riportato in Europa il Torino dopo vent’anni. Ora però anche se ha sessantasette anni compiuti deve dimostrare che quanto ottenuto con il Torino non è un traguardo raggiunto una tantum, ma un percorso di vera crescita che si sta sviluppando con continuità. Il feeling fra Ventura e Cairo è stato anche alimentato, in modo non marginale, dall’aver da parte dell’allenatore valorizzato più di un giocatore, Ogbonna, D’Ambrosio, Cerci, Immobile, Darmian che poi sono stati venduti, ovviamente non ancora Darmian, riempiendo le casse societarie e permettendo così praticamente di autofinanziare la vita del club, la vita non solo le varie campagne acquisti.
Le scelte che Venturà farà oggi su quali giocatori mandare in campo ad affrontare l’Athletic Bilbao avranno inevitabili ripercussioni sul risultato nell’immediato e sul futuro della squadra di qui a fine stagione e non solo. Il Torino di domani dipenderà molto da quanto accadrà a Bilbao, andare avanti in Europa renderà i tifosi ancora più vogliosi di avere un Toro competitivo e pretenderanno, giustamente, dalla dirigenza una programmazione finalizzata a piazzarsi anno dopo anno nella parte sinistra della classifica e a frequentare l’Europa League con assiduità, capiterà magari di non riuscirci una stagione, ma l’obiettivo dovrà essere centrato in quella immediatamente successiva. Per il Torino non sarà semplice passare il turno perché l’Athletic Bilbao è favorito dall’aver pareggiato due a due in Italia nella gara d’andata, ma ai granata basterà vincere per raggiungere l’obiettivo. Tutti tifosi, addetti ai lavori e anche avversari si aspettano che Ventura punti sui giocatori più esperti che non si facciano intimorire dal ruggito dei Leoni del San Mamés e che ai più giovani si lasci la passerella finale e la possibilità, se tutto andrà bene, di cimentarsi ancora in Europa nel turno successivo, dando il loro contributo anche solo per spezzoni di gara senza doversi accollare il peso di un impegno così importante e determinante anche per il futuro. Padelli, Bovo, Glik, Moretti, Darmian, Farnerud, Gazzi, El Kaddouri, Molinaro, Quagliarella e Maxi Lopez possono farcela per loro stessi, i compagni e i tifosi.