Il miglior Torino degli ultimi vent’anni non ha appeal in tv e allo stadio
Sembra un paradosso, ma non lo è per niente eppure il miglior Torino degli ultimi vent’anni, settimo in campionato e tornato in Europa League, si trova in posizioni decisamente da squadra di medio-piccolo cabotaggio nelle classifiche dell’audience televisiva e delle presenze allo stadio. L’audience media in televisione è di 15.603.034 che colloca la squadra granata al dodicesimo posto fra chi partecipa alla serie A e per la precisione quando gioca in casa il dato è di 7.322.550 che corrisponde al sedicesimo posto, mentre è un pochino più alto quando è in trasferta 8.280.484 ossia undicesimo posto (i dati sono di un’inchiesta realizzata da Tuttosport e pubblicata venerdì 3 aprile a pagina 7 e firmata dal giornalista Stefano Salandin). Per quel che riguarda le presenze allo stadio il valore è di 216.558 quindi in questa classifica il Torino è quattordicesimo, è vero che gli stadi hanno capienze diverse, però se si fa la media di questa stagione, sempre relativa alle sole partite di campionato, i tifosi del Toro sono stati finora 15.468,4 a fronte di una capienza dello stadio Olimpico di 27.958 posti, di sole 1.489 unità oltre la metà della capienza (13.979).
La crisi economica influisce certamente, così come l’inadeguatezza dell’impianto che è stato rifatto in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 e concepito per le cerimonie d’inaugurazione e di chiusura dei XX Giochi Olimpici Invernali e non per il calcio, pur sapendo che dopo quelle due cerimonie la struttura sarebbe stata utilizzata per ospitare le partite di pallone. Questi due fattori però non bastano a spiegare perché il Torino non riscuota un successo di pubblico più elevato. Sicuramente la violenza negli stadi, vent’anni di risultati mediocri e magari anche una tendenza a seguire di più altri sport rispetto a una volta può in parte, ma solo in parte, spiegare che il numero dei tifosi sia diminuito.
Quali sono allora le cause di un appeal così mediocre del Torino? La domanda dovrebbe farsela prima di tutto la società e Cairo dovrebbe essere preoccupato da questi dati.
Si può escludere che i continui allenamenti a porte chiuse non abbiamo allontanato i tifosi dal Torino? Persino nelle due settimane scorse, quelle della sosta del campionato per gli impegni della Nazionale, gli allenamenti sono sempre stati a porte chiuse ed il motivo, se ce ne fosse stato uno valido, appare inspiegabile, manco il Torino avesse dovuto preparare la finale di Champions League. E’ vero che nelle ultime dieci giornate la squadra deve fare di tutto per arrivare al sesto posto, ma con molti giocatori impegnati con le rispettive nazionali quali schemi innovativi possono essere stati provati da doverli tenere rigorosamente celati a chissà quali occhi indiscreti?
La vendita dei giocatori migliori da Ogbonna a Immobile e da D’Ambrosio a Cerci che negli ultimi anni hanno permesso al Torino di risalire la china non avrà avuto un peso? Sicuramente sul disinnamoramento dei tifosi peseranno i più che probabili addii quest’estate di altri fra i giocatori più forti: Darmian interessa a Barcellona, Manchester United e Bayer Monaco e Bruno Peres ha più estimatori, già a gennaio lo voleva la Roma che aveva offerto al Torino 8 milioni di euro come dichiarato dal suo agente Bernardo Silva, che ha anche detto che a luglio il suo assistito lascerà il Torino e infatti i club italiani (Roma, Napoli e Inter) e stranieri (Olympique Marsiglia, Tottenham e Southampton) non hanno mollato la presa su Bruno e torneranno alla carica in estate. Il Torino con Peres vuole realizzare una plusvalenza elevata, lo ha pagato 2,2 milioni e per cederlo ne vuole 13, ma alla fine la trattativa potrebbe essere chiusa a 10, sempre stando alle parole di Silva. A inizio marzo Mino Raiola agente di El Kaddouri aveva rivelato che: “Credo che sia difficile che Omar resti a Torino” e non aveva negato l’interessamento di Aston Villa, Tottenham, Southampton, Marsiglia, Werder Brema e Siviglia, ma anche di società italiane fra cui il Napoli che ne detiene il cartellino.
Anche il fatto che Ventura sia l’unico allenatore della serie A che sistematicamente non si presenta in conferenza stampa il giorno che precede la partita forse non influisce sul creare un certo tipo di clima intorno al Torino? Il mister, a prescindere dai più che positivi risultati che ha ottenuto finora, ha sempre avuto un atteggiamento ondivago fra l’amore e la sopportazione, in qualche caso mal celata, nei confronti dell’ambiente granata e questo ha portato fra le altre cose a decidere, senza che la società gl’imponesse altrimenti, di non parlare prima delle partite, l’ha fatto solo in occasione delle gare d’Europa League perché rientra fra gli obblighi imposti dalla Uefa.
Non c’è poi da stupirsi se lo spazio che viene dedicato da televisioni, radio e anche pagine di giornali nazionali al Torino Fc sia decisamente inferiore a quello di altre squadre. E meno visibilità si ha più facilmente i giocatori più bravi appena hanno l’occasione vanno via, gli sponsor investono cifre minori e alla fine i tifosi si allontanano e stentano a tornare anche quando i risultati tornano ad essere positivi e le prospettive non sono più da provinciale.