Il gioco del Torino è più apparenza che sostanza
Le prestazioni e il rendimento del Torino oscillano di partita in partita e anche all’interno della stessa gara e questo lascia sconcertati perché la squadra di Mazzarri quasi sempre dall’inizio del campionato ha dato l’impressione di poter tener testa all’avversario di turno, anche quando ha affrontato squadre più forti come Roma e Inter. Infatti, solo con il Napoli è apparsa nettamente inferiore, mentre in altre partite anche quando ha sfoderato prestazioni nel complesso negative come con il Parma o parti di prestazioni non adeguate, di fatto in tutte le altre gare ad eccezione di quella con la Sampdoria giocata bene dall’inizio alla fine, è finita sempre per complicarsi la vita da sola sbagliando l’approccio iniziale (Roma, Inter e Parma), permettendo agli avversari di segnare sfruttando amnesie difensive (Udinese, Frosinone, Bologna, Fiorentina e Parma) o faticando troppo ad andare in gol pur creando più occasioni (Spal, Atalanta, Chievo e Parma). Chiedersi, quindi, il perché il Torino si comporti così è naturale e fa arrovellare tifosi, allenatore e dirigenti.
Due dati, forse più di qualsiasi altra cosa, sono la spia del gioco che potrebbe essere più redditizio, ma che di fatto non lo è abbastanza per una squadra che vorrebbe andare oltre il centro classifica: i chilometri percorsi e il possesso palla. Gli uomini di Mazzarri sono sedicesimi per chilometri percorsi con 106,386. In assoluto questo dato non è indice che la squadra non si dia da fare in campo perché si può correre poco se lo si fa bene, ma diventa significativo se sommato a un possesso palla quasi sempre superiore a quello degli avversari. E il Torino ha in generale una buona percentuale di possesso palla. Con la Roma 50 per cento, Inter 48, Spal 52, Udinese 61, Napoli 52, Atalanta 45, Chievo 60, Frosinone 61, Bologna 52, Fiorentina 55, Sampdoria 48 e Parma 66. Da notare che anche nelle peggiori partite che ha disputato, quelle con Napoli e Parma, il dato è superiore a quello degli avversari e che nella migliore gara, quella con la Sampdoria, invece, la percentuale scende sotto il cinquanta. Questo vuole dire che il Torino tiene il pallino del gioco, ma non lo sfrutta relativamente poco e non per nulla finisce per correre molto meno di quasi tutte le altre formazioni della serie A.
Mazzarri al più presto deve trovare una soluzione per rendere il gioco del Torino veramente fruttifero, magari facendo correre un po’ di più i giocatori e rendendo meno sterile il possesso palla. Ovviamente vanno anche abolite le amnesie in fase difensiva e potenziata l’efficacia realizzativa sotto porta soprattutto quella degli attaccanti, i sette gol realizzati nel complesso da Belotti, Falque e Zaza sono troppo pochi. La classifica dice che il Torino è a ridosso delle posizioni che portano in Europa, meno due punti dal settimo posto e meno quattro dal quinto, quindi, se la squadra passerà dall’appare più di quanto in sostanza non sia ci sono probabilità che la prossima stagione non guardi le coppe internazionali in televisione.