Il 3-5-2 garantisce spinta e protezione
La zona centrale è il fulcro del gioco, se si inceppa sorgono problemi sia in fase offensiva sia in quella difensiva. Seppur De Feudis e De Vezze, ovvero i giocatori che maggiormente hanno giocato in questa zona, siano stati fra i pochi ad aver avuto un rendimento nel complesso sufficiente e abbiano sempre profuso impegno durante le partite, al Toro finora in questo campionato i problemi sono proprio derivati dal centrocampo. Zona forse troppo sguarnita quando presidiata da soli due elementi nel 4-2-3-1 e poi passando al 4-4-2 con gli esterni più propensi alla fase di spinta che a quella di interdizione, e con un gioco complessivo che si sviluppava più orizzontalmente e meno verticalmente con la conseguenza di produrre pochi palloni utili per le punte.
Ora la soluzione di Papadopulo con il 3-5-2 sembrerebbe la più adatta per risolvere i problemi del Toro. Soluzione praticabile però se non ci saranno ulteriori infortuni che costringeranno l’allenatore a scelte, suo malgrado, obbligate. Contro il Frosinone saranno indisponibili sicuramente Gasbarroni, perché squalificato, De Vezze, Sgrigna e Iunco infortunati. In porta potrebbe posizionarsi Rubinho tornato a lavorare con il gruppo e pronto a contendere il posto a Bassi, mentre Morello, ad oggi, è candidato alla tribuna. In difesa Pratali, al rientro dall’infortunio, dovrebbe occupare il posto centrale con Ogbonna alla sua sinistra e Di Cesare o Rivalta a destra. A disposizione rimangono D’Ambrosio, Cavanda e Zavagno per ogni evenienza. A centrocampo la rivoluzione: Obodo al centro affiancato da De Feudis a destra e da Budel a sinistra e i due laterali Lazarevic e Garofalo chiamati a stantufare sulle fasce e a produrre cross per gli attaccanti. Zanetti e Pagano, entrambi rientranti da infortuni, con il primo però ancora lontano da una forma che dia garanzie adeguate, potranno essere le alternative del mister. In attacco la coppia Bianchi-Antenucci e a disposizione Pellicori e Gabionetta che ha però un’autonomia limitatissima, dovuta alla mancanza di forma per i mesi di forzata inattività.
Questa nuova soluzione tattica rafforza il centrocampo, consentendo un’impostazione di gioco offensiva sia per vie centrali sia sfruttando al massimo le corsie laterali, con l’utilizzo di Lazarevic a destra e Garofalo a sinistra naturalmente dotati di velocità e propensi a saltare l’uomo e ad andare sul fondo per confezionare traversoni indispensabili per mettere gli attaccanti nella condizione di segnare. Il centrocampo a cinque non è solo funzionale alla fase offensiva, ma anche a quella difensiva perché lascia meno scoperta la difesa, che davanti si trova un argine composto da tre uomini anche in caso di contropiede avversario con i laterali sbilanciati in avanti, capaci comunque di arretrare alla bisogna per dare una mano in copertura. Tutto ciò, ovviamente, sarà utile a una sola condizione che l’impegno e la concentrazione siano totali perché altrimenti qualunque soluzione si possa studiare, se gli interpreti non sono all’altezza, risulta vana.