Gian Paolo Ormezzano: "La frenata del Toro può essere una casualità"

08.01.2012 12:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tuttomercatoweb.com
Gian Paolo Ormezzano: "La frenata del Toro può essere una casualità"
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Abbiamo intervistato in esclusiva Gian Paolo Ormezzano, noto giornalista sportivo, e con lui parlato del Torino. Dei granata si può ipotizare di tutto per spiegare il calo di vittorie nell’ultimo periodo e si va dalla rottura del giocattolo alla casualità. Il pareggio con l’AlbinoLeffe non è neanche un risultato orrendo. Bianchi o segna o non è. Se Guberti e Suciu guariscono e Di Cesare può essere utilizzato maggiormente si può continuare la stagione senza intervenire sul mercato. Stevanovic, Bianchi ed Ebagua sembrano sempre arrabbiati, Lazarevic non segnava, ma era più folletto e faceva divertire.

A prescindere dalla classifica che vede il Torino in testa, ma con solo più un punto di vantaggio sul Verona il pareggio con l’AlbinoLeffe ha dimostrato che i granata stanno faticando visto che avevano concluso il 2011 con la sconfitta di Modena. Un calo fisiologico o problemi finora mascherati che emergono?
“Premesso che io non ho la risposta perché non ce l’ho in assoluto e neanche nel relativo e che nei miei comportamenti non mi ritengo possessore di verità assolute, al massimo del vero che è quello che vedo, si può andare dall’ipotesi della rottura del giocatolo alla pura casualità. Padova, Modena e AlbinoLeffe possono essere tre pure casualità di seguito, quindi aspettiamo. Una possibile interpretazione buona della partita è l’omaggio a Mondonico, le sue due squadre hanno fatto una grossa lotta gagliarda con un arbitro non all’altezza del ritmo e dell’atletismo, però non autore di sbagli così colossali come noi tifosi granata possiamo pensare. Dico che questo risultato non è neanche orrendo, da tener presnte che loro ad un certo punto si sono trovati in dieci e il Torino in undici, è vero che in seguito ci si è trovati in dieci contro dieci, ma è vero che il Torino ha giocato in dieci dall’inizio perché Bianchi non è stato mai in partita. Lo sappiamio che di Bianchi si può scoprirne la grandezza in certi frangenti e in altri i limiti, magari più numerosi, perché Bianchi o segna o non è”.

Siamo in pieno calciomercato, questo Torino deve apportare dei correttivi o può continuare la stagione così come sembrerebbe dalle dichiarazioni fatte da Ventura e dai dirigenti?
“Se ci sono chiare notizie sulla tenuta fisica o sul recupero di Guberti e di Suciu si può andare avanti così e soprattutto sul recupero di un giocatore poco usato come Di Cesare e casomai anche Pratali. Direi che se si deve fare uno sforzo io lo farei sul portiere, arrivo a dire questo, però io non sono un esperto di calcio, ma un tifoso”.

L’attacco del Torino non è all’altezza della difesa, malgrado abbia dei giocatri di valore come Bianchi, Antenucci, Sgrigna ed Ebagua che nella categoria non sono sicuramente i peggiori, però non riesce a concretizzare quanto produce il resto della squadra. Prendere un attaccante che segni non potrebbe essere utile?
“Onestamente dico che non lo so, io non appartengo al gruppo dei giornalisti che sanno tutto, io so pochissimo così mi diverto come un matto perché gli eventi mi sorprendono poi passano, mi anticipano e mi smentiscono. Voglio solo dire che se all’inizio del campionato mi chiedevano di dare una votazione alta ad un reparto dicevo l’attacco e davo un voto basso alla difesa, quindi figuriamoci se posso parlare di correttivi che possono essere apportati. Mi manca un giocatore che faceva delle cose bellissime e mi divertiva, ma non segnava assolutamente mai che si chiama Lazarevic, gli attuali esterni fanno delle cose bellissime e non segnano neanche loro, però Lazarevic era più divertente, era più folletto, mentre questi qua mi sembrano sempre tutti arrabbiati: Stevanovic, Bianchi, Ebagua di quest’ultimo non parliamone che mi sembra addirittura ai limiti della follia per come si è fatto espellere. Tornando alla domanda proprio non lo so perché con il Torino oramai più passa il tempo, avendo compiuto da più di un quarto di secolo abbondante i cinquant’anni, mi accorgo di essere obnubilato dall’amore e ci capisco sempre meno”.