Giampaolo non confidi nel mercato e piuttosto cambi modulo al Torino
Otto giorni di speranze, o più realisticamente di illusioni, e poi? Certo tutto può succedere in questi ultimi giorni di calciomercato, ma Torreira, João Pedro, Andersen e magari un trequartista vero sono tutte operazioni difficili da concludere con esito positivo e dipendono dalle volontà di Arsenal e del probabile acquirente Atletico Madrid, Cagliari, Olympique Lyonnais e chissà da chi altro più che dal Torino. Infatti, nelle casse granata non ci sono i soldi per andare ad acquistare i suddetti giocatori di cui ha bisogno e vorrebbe Giampaolo, perché già solo per i primi tre, milione più milione meno, tra eventuali prestiti onerosi e obblighi di riscatto servono 59 mln. Sicuramente questa cifra non arriverà dal mercato in uscita visto che se anche Vagnati riuscisse a vendere Izzo, Lyanco e Zaza ai prezzi che vuole Cairo incasserebbe 47 mln. E difficilmente i restanti 12 mln potrebbero arrivare dalle cessioni di Falque, Djidji e Edera.
Per cui le strade da percorrere sono due: virare su altri giocatori molto meno costosi capaci di interpretare i ruoli utili a completare la rosa oppure che Giampaolo riveda le sue posizioni e adeguandosi ai giocatori che ha a disposizione rinunci al 4-3-1-2 e passi a un altro modulo di gioco che preveda anche un’interpretazione un po’ differente. Oltretutto se poi il mercato del Torino si concludesse con la mancata uscita dei giocatori che non rientrano nel progetto tecnico e il non arrivo di quelli sperati, prime, seconde, terze o quarte scelte che possano essere, cambiare modulo e interpretazione potrebbe diventare quasi una scelta obbligata per l’allenatore: un po’ per non svalutare ulteriormente i calciatori che non si sono riusciti a vendere e, soprattutto, per non andare in contro a un campionato di sofferenza, che è già iniziato con due sconfitte.