Giacomo Ferri: "C'è un bel gruppo, sembra che giochino insieme da tempo"
Il team manager Giacomo Ferri, l’uomo che è più vicino sia ai calciatori sia all’allenatore, ha parlato in conferenza stampa di questo inizio della nuova stagione e delle prime impressioni che ha ricavato sia alla Sisport sia nel ritiro di Sappada.
Da team manager e uomo di calcio che differenze vede rispetto alla scorsa stagione?
“L’anno scorso era un’annata diversa rispetto a quest’anno e le situazioni rispetto al passato sono differenti. Qui si riparte da zero per costruire un percorso per raggiungere un obiettivo, obiettivo che c’era anche l’anno scorso però con alcuni altri giocatori. E’ passato un anno, c’è un allenatore diverso e anche parecchi giocatori nuovi quindi la stagione inizia con presupposti differenti. La mia impressione sul gruppo è stata positiva fin dai primi giorni a Torino alla Sisport e si riconferma qui a Sappada. Da subito i nuovi arrivati con i cosiddetti “vecchi” si sono integrati immediatamente perciò il gruppo in questo è molto buono. Siamo solo all’inizio, certo che ci sono delle differenze fra Verdi, che è un ragazzo molto giovane, e un calciatore esperto come Guberti; però in tutti ci sono delle qualità. E’ un bel mix fra i giovani e quelli con qualche anno di esperienza in più e fra chi c’era già e chi è appena arrivato per far si che tutti noi raggiungiamo l’obiettivo che volgiamo”.
I nuovi giocatori come si stanno ambientando?
“Si stanno ambientando bene, fin dalle prime ore immediatamente si è formato un bel gruppo. La prima cosa che mi ha colpito, già alla Sisport, è che sembravano dei calciatori che giocavano insieme da parecchio tempo e questo credo sia una cosa positiva”.
Lei è stato giocatore e allenatore stando a quanto ha visto in questi primi giorni che tipo di rapporto si è instaurato fra Ventura e i giocatori?
“Eccezionale. Il mister è un allenatore che ha un’esperienza alle spalle incredibile: ha avuto squadre esperte e squadre molto giovani e sempre ha dato dimostrazione sia di far giocare un buon calcio ai suoi uomini sia di ottenere dei grandi risultati”.
Questo rapporto è identico sia con i giocatori che già c’erano al Torino sia con i nuovi?
“Il rapporto del mister è identico con tutti i giocatori. Non esistono due gruppi i cosiddetti “vecchi” e i “nuovi” anche perché il mister ha talmente tanta esperienza che sa che il gruppo è unico. Chiaramente è formato da ragazzi di vent’anni e da altri con qualche anno in più, di ventotto-trent’anni, quindi professionisti che alle spalle hanno esperienze diverse, ma alla fine il gruppo è unico. Per fare un esempio l’anno scorso Lazarevic, che arrivava dalla Primavera del Genoa, si è inserito subito e ha fatto un ottimo campionato nonostante fosse il primo anno che giocava con i professionisti. Alcuni ragazzi che compongono la rosa quest’anno sono alla loro prima esperienza con il calcio professionistico, però se sono qua vuol dire che sono ritenuti giocatori importanti e sono pronti ad affrontare il mondo del calcio professionistico. E’ chiaro che poi, ma questo vale sia per il giovane sia per il calciatore meno giovane, tutti devono adattarsi immediatamente e dimostrare all’allenatore sul campo di essere da Toro e di poter giocare o meno”.
Ogni allenatore ha i suoi metodi di lavoro. Ventura sottopone i giocatori a sedute intense di allenamento alternando esercizi, tattica e momenti più ludici. Le sembra che i giocatori si adattino bene a questa preparazione?
“I ragazzi si stanno adattando bene. Chiaramente è il giocatore che deve adattarsi immediatamente alle teorie del mister. Ventura ha questo metodo di allenare, che è quello che aveva anche negli anni passati. Sia il giocatore esperto sia quello meno, perché più giovane, deve adattarsi da subito al modulo di gioco dell’allenatore che viene impostato durante l’allenamento”.
Sappada ha accolto il Torino con entusiasmo e calore, come si trova qui?
“E’ la prima volta che vengo a Sappada, il posto è bellissimo e fantastico e siamo stati accolti decisamente bene. Spero che nei prossimi giorni ci sia un po’ più di sole, non tanto per me, ma per i ragazzi e il mister così possono lavorare ancora meglio, perché tutti sappiamo che se il campo diventa pesante il lavoro diventa un pochino più difficile”.