Gagliardini, destinazione orobica più plausibile di quella granata

11.06.2020 09:49 di  Claudio Colla   vedi letture
Gagliardini, destinazione orobica più plausibile di quella granata
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© foto di Massimiliano Vitez/Image Sport

Come emerso tra fine maggio e inizio giugno, né i vertici dell'Inter né lo stesso Roberto Gagliardini (in foto) hanno manifestato entusiasmo di fronte all'ipotesi, sollevata dalla dirigenza granata, di uno scambio - più o meno - alla pari, che porterebbe all'ombra della Mole il 26enne centrocampista bergamasco, personaggio in cerca d'autore lungo la gran parte dei suoi tre anni e mezzo finora trascorsi in neroazzurro, con Armando Izzo destinato a muoversi nella direzione opposta. Ora, per l'ex-Atalanta, rimasto decisamente al di sotto delle aspettative riposte in lui da coloro che, all'epoca della sua esplosione alla corte di Gasperini, lo avevano assurto allo status, divenuto in breve tempo, piuttosto, uno stigma, di "Pogba italiano", si profila un possibile ritorno alla "casa madre".

L'Inter, considerato il contratto in essere col giocatore , valido fino al giugno 2023, potrebbe anche scegliere di proporgli un'ulteriore permanenza. Da rincalzo, ancora una volta, specie qualora il primo del reparto mediano a cambiare aria fosse Matias Vecino. E Gagliardini potrebbe trovarsi ancora una volta con cuore e mente a metà tra l'ambizione di giocarsi Scudetto e il sogno Champions League, seppur non da volto di primo piano, e l'opportunità di tornare protagonista, con la tranquillità necessaria per potersi riprendere la Nazionale, seppur in una piazza dal respiro internazionale più limitato. La panacea di tutti i mali, tuttavia, potrebbe arrivare proprio dalla sua Bergamo. Il Gasp sarebbe infatti pronto a riaccoglierlo, in un ambiente sulla cresta dell'onda, con l'esperienza straordinaria degli ultimi tre anni maturata da un nucleo di giocatori che, salvo alcune eccezioni (uno tra Castagne e Gosens, forse Gollini e Zapata), dovrebbe restare, per giocarsela nuovamente ad alti e insperati livelli. Ingaggio sostenibile (un milione e mezzo di euro l'anno, lo sarebbe anche per il Toro), reparto mediano collaudato e munito di un buon mix tra polmoni e qualità (De Roon, Freuler, Malinovskyi, tutti verso la conferma), la possibilità di tornare a giocare, almeno occasionalmente, da trequartista, ruolo in cui, anche all'Inter, tra Pioli e Spalletti, non aveva sfigurato. Giocando e divertendosi, peraltro, a pochi passi da casa, in un contesto che gli ha dato i natali - anche calcistici, - e che Gagliardini conosce come le proprie proverbiali tasche.

Operazione assolutamente sostenibile anche dal punto di vista finanziario: l'Inter, nel complesso, ha investito 22 milioni e mezzo di euro sul classe '94, il cui cartellino, alla prossima sessione di mercato, sarà a bilancio esattamente per la metà della cifra. E ai neroazzurri tanto basta incassare di fronte a una sua cessione a titolo definitivo, per non incappare in una minusvalenza. Considerate le qualità del giocatore, la sua integrità atletica, oltre al suo status di prodotto del vivaio, che - aspetto che non guasta - garantirebbe la possibilità di iscrivere un elemento in più alle liste per le coppe europee, Gagliardini, per l'Atalanta, sarebbe un investimento dal notevole potenziale. Nel frattempo, così, si allontana ulteriormente l'ipotesi Toro, per quello che al momento, tuttavia, si è dimostrato giusto un "semi-Pogba italiano".