ESCLUSIVA TG – Patrignani: “Noi tifosi esoneriamo Cairo in modo convinto e irreversibile. Da Petrachi parole giuste da dirigente del Toro”
Mario Patrignani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Patrignani è un medico e grande tifoso granata molto noto, nonché presidente del Toro Club Pesaro. Con lui abbiamo parlato dell’esonero di Vagnati e del ritorno di Petrachi, della partita di oggi pomeriggio con la Cremonese e della chiamata a raccolta dei tifosi del Toro da parte della Curva Maratona per confrontarsi e stabilire nuove forme di contestazione nei confronti del presidente Cairo, raduno che si terrà dalle ore 13 sotto la Curva.
Al Torino è cambiato il direttore sportivo, ma per i tifosi cosa rappresenta l’esonero di Vagnati e il ritorno di Petrachi?
“Sul piano ideologico poco perché per noi tifosi il principale problema, fra tanti, è il presidente Urbano Cairo. Dopodiché nella società ci sono tantissime cose che non vanno per cui il cambio di Vagnati con Petrachi creerà, almeno sul piano pratico, un miglioramento. Vagnati, per la maggior parte dei tifosi, non era un dirigente adeguato. Veniva dalla Società Polisportiva Ars et Labor, con tutto il rispetto per la Spal, però aveva il suo mondo limitato a questo e ha trasformato il Toro - purtroppo ormai è una squadra decaduta, però è un club nobile - in una Spal 2 infatti ha portato da noi tutti i dirigenti che c’erano appunto alla Spal perché evidentemente conosceva solo loro. E sul piano del suo lavoro ha una competenza, a mio parere, estremamente bassa e oltretutto aveva dimostrato nessun rispetto per il mondo granata avendo dichiarato in televisione che aveva convinto Adams a venire al Torino dicendo che così sarebbe tornato più forte di prima e poi sarebbe potuto andare in una grande squadra. Vagnati era inviso al mondo granata e non aveva niente di noi infatti lo scorso 4 maggio a Superga fu contestato. Sinceramente trovo inconcepibile che lo scorso gennaio Cairo gli abbia rinnovato il contratto fino al 30 giugno 2027 vista la sua eclatante incompetenza.
Il duo Cairo-Vagnati mammamia! Come diceva Leo Junior, a Cairo interessano solo i soldi, però le pochissime volte in cui hanno deciso di spendere i denari li hanno buttati dalla finestra e così al danno se n’è aggiunto altro.
Petrachi invece è più scafato ed è uno che nell’ambiente dei direttori sportivi ci sta bene e sicuramente attenuerà il disastro, ma la situazione di base resta però sempre la stessa”.
Ormai è quindi impossibile tornare indietro, giusto?
“Esatto. Come dice il mio amico Gigi Marengo, l’esonerare Vagnati e riprendere Petrachi è stato da parte di Cairo buttare fumo negli occhi dei tifosi per cui, se anche la squadra andrà meglio rispetto a quanto fatto finora, se si pensa che questo possa servire a fermare la contestazione ci si sbaglia di grosso. Dopo vent’anni qualsiasi cosa potrà essere fatta non cambierà niente e la contestazione rimarrà irreversibile. Infatti oggi noi tifosi ci troveremo alle 13 sotto la Curva Maratona per decidere come continuare la protesta. Con noi ci sarà anche Marengo che è un pezzo grosso - insieme agli altri “lodisti” ha fatto sì che dopo il fallimento il Torino ripartisse dalla Serie B – e la sua presenza dà importanza a questo incontro e toccherà le corde giuste per attivare la passione di tutti.
Le marce che abbiamo fatto, strapiene di amore e di lotta non violenta per il Toro, sono state gestite in maniera splendida e si sono svolte in un clima civile e pacifico, però se anche Cairo mi portasse Messi, lo dico come battuta, ormai lui non è più il mio Presidente e come me la pensa l’intero popolo granata: vogliamo un cambio di proprietà. Sia chiaro, non pretendiamo la luna, lasciamo stare l’Inter, il Milan e i gobbi, ma il Toro merita almeno di essere come le altre società al nostro livello e mi riferisco a Bologna, Atalanta, Fiorentina e Lazio. Loro cosa hanno più di noi? Eppure in questi vent’anni quante volte per meriti sportivi e non per defezioni altrui, come accaduto in due occasioni a noi, hanno disputato le coppe europee? Loro sono solo gestite meglio, hanno società più strutturate, rispettano la propria storia e il proprio dna e c’è simbiosi fra società e tifosi. Da noi, invece, non c’è niente di tutto questo. Petrachi qualche cosa potrà cambiarla, ma non più di tanto perché ormai di granata in questa squadra e in questa società non c’è niente per cui noi tifosi esoneriamo Cairo in modo convinto e irreversibile”.
Lei rappresenta un cospicuo numero di tifosi quindi cosa proporrà alle 13 agli altri appartenenti al popolo granata?
“Dirò che dobbiamo pervicacemente continuare la contestazione pacifica. Magari una volta al mese non dico fare una marcia, ma almeno un sit-in, una manifestazione di orgoglio granata per continuare a ribadire che rivogliamo la nostra dignità e il futuro perché ci sentiamo umiliati da questa società che non ci rappresenta. Poi sentiamo anche cosa propongono gli altri. Io vivo per il Toro, ma non sono nel cuore della Maratona per cui sentiamo chi è lì cosa ha da proporre. Adoro quei ragazzi, gli Ultras e i TH, che danno l’anima per il Toro, li avevo visti il 21 settembre, giuro, mi hanno commosso perché sentivo la loro straordinaria partecipazione di amore e di lotta per il Toro. Ci sarà un confronto d’idee e sicuramente si andrà avanti a contestare e non saranno due eventuali vittoriuzze che faranno cambiare idea. Ormai, ripeto, la nostra avversione è irriducibile e definitiva. Non ho nulla di particolare da proporre, se non ciò che ho accennato prima, ma appunto sentiamo cosa ha da dire chi è nel cuore delle Curve.
Indubbiamente dobbiamo fare qualche cosa per dare un segno tangibile, alrimenti qualcuno dirà che dopo due vittorie la contestazione non c’è più. Per cui dobbiamo tenere viva l’immagine del nostro totale rifiuto di questa situazione, anche agli occhi di quei tifosi che hanno bisogno di avere stimoli per vedere che il fuoco arde più forte che mai”.
Per quel che riguarda la partita con al Cremonese, ai giocatori e a Baroni basterà la scossa data dall’esonero di Vagnati e dalle parole di Petrachi su senso di appartenenza, nessun equivoco tattico, giocatori funzionali e garra che deve avere la squadra in campo per invertire il trend delle ultime tre partite perse?
“Petrachi ha parlato da dirigente del Toro e ha usato parole giuste nel contesto di una società che è detorinizzata. Sinceramente, ho paura per la partita perché ho un’enorme considerazione e affetto per Davide Nicola e vedo che la sua Cremonese gioca da Dio e di fronte al Torino visto negli ultimi tempi c’è il concreto rischio che faccia di noi un boccone, però se davvero , seppur in così poco tempo, è stato instillato il senso d’appartenenza, se hanno voglia di dimostrare che non sono dei pecoroni e se hanno un minimo di dignità allora non perderanno di nuovo. Ripeto, giustamente Petrachi giovedì ha parlato di senso d’appartenenza, di voglia di lottare per la maglia e dico ai giocatori ma lo sapete che siete unti dal Signore perché indossate una maglia epica, leggendaria. La stessa maglia che ha indossato la più grande squadra del Mondo e poi la Tragedia: questi giocatori oggi dovrebbero proprio essere orgogliosi di essere qui e invece non sanno neppure cos’è il Toro.
Il problema è che in vent’anni la squadra è stata portata una sola volta al Museo, che è l’anima del Toro. Se tutti gli anni la squadra andasse a visitare il Museo allora capirebbe cosa significa indossare la maglia che fu del Grande Torino, diventato una leggenda nel Mondo, e saprebbe cosa rappresenta. E’ dal visitare il Museo che si doveva ripartire per avere l’animus pugnandi perché fanno parte di un popolo glorioso che ha tradizioni che nessun altro al mondo ha. Ribadisco, una volta in vent’anni ed era il 21 ottobre del 2011. Come diceva Gino Bartali: “Tutto sbagliato, tutto da rifare!”. Dobbiamo ripartire da zero”.
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