ESCLUSIVA - G. Ferri: "Toro, uno stop che non ci voleva. Nicola ha cambiato mentalità"
Rinviata la sfida contro il Sassuolo, adesso il Torino aspetta di capire cosa capiterà per la trasferta di Roma contro la Lazio, al momento fissata per martedì sera. “Non ci voleva questo stop, è un peccato” ha detto in esclusiva Giacomo Ferri, ex difensore che in granata ha fatto il calciatore, l’allenatore e il team manager.
Ferri, il Torino era in crescita: ora, però, è costretto a fermarsi per i tanti casi di Covid-19 riscontrati nella rosa.
“E’ un vero peccato, non ci voleva questo stop: la squadra stava cominciando ad ottenere risultati confortanti, ma in casi come questo è giusto così. La salute viene prima di tutto, non posso che augurare una pronta guarigione a tutti i calciatori che hanno contratto il virus. Sono sicuro che, quando torneranno, riprenderanno da dove avevano lasciato: stavano facendo molto bene”.
I granata avrebbero potuto allungare sulla zona B, invece rischiano di trovarsi ancora invischiati dopo che avevano messo la testa fuori: può influire a livello mentale?
“Io credo di no, tutti sapevano che questo sarebbe stato un campionato anomalo: d’altra parte lo è stato quello passato, sospeso e poi ripreso dopo diversi mesi. E in questa stagione c’è l’incredibile episodio di Juventus-Napoli, penso che mai nella storia del calcio di nessun paese sia stata giocata prima la partita di ritorno e adesso si sta aspettando per recuperare quella di andata. E’ un campionato strano, bisogna sapersi adattare: è vero che il Toro avrebbe affrontato il Sassuolo prima che il Cagliari scendesse in campo a Crotone, ma non penso che possa influire”.
Intanto, con Nicola in panchina, la squadra ha fatto buoni passi in avanti. Qual è il merito più grande del nuovo allenatore?
“Ha restituito una nuova mentalità, è cambiata la testa dei giocatori. Adesso sono più convinti di ciò che fanno, seguono il tecnico e in campo i risultati si vedono sotto tutti i punti di vista. Nicola è riuscito a trovare la chiave per entrare nello spogliatoio: è una frase fatta, ma è davvero così”.
E’ arrivato Mandragora, si sta aspettando il primo impatto di Sanabria: sono stati gli innesti giusti?
“Da tanti anni al Toro mancava un giocatore con le caratteristiche dell’ex Udinese: è subito partito bene, si vedeva che i granata faticavano nella manovra in mezzo al campo e adesso hanno fatto un enorme salto di qualità. Prima adattavano Rincon, adesso c’è un regista vero e il venezuelano è tornato nel suo ruolo naturale, senza troppi compiti di impostazione che non erano nelle sue corde. Per Sanabria, invece, sarà importante ritrovare la miglior condizione nel minor tempo possibile: è fermo da tanto, appena è riuscito a negativizzarsi sono stati sospesi gli allenamenti. Anche il suo contributo sarà fondamentale per raggiungere l’obiettivo”.
Il Toro ce la farà a salvarsi?
“Non voglio immaginare il contrario: non posso prevedere il futuro, ma penso proprio di sì. E ribadisco un concetto che dicevo già ad inizio anno: questa squadra ha le potenzialità per stare tranquillamente nella parte sinistra della classifica. Lo ripeto anche adesso, pur con una situazione diametralmente opposta, perché la squadra ha qualità non indifferenti. E’ anche per questo che sono convinto che, alla fine, il Toro resterà in serie A”.