Due pesi e due misure anche con il Var. Troppa confusione sui falli di mano
Regole non perfettamente chiare e lasciate, ancora una volta, alla discrezionalità dell'arbitro. Ed è così che il Var, pur permettendo al direttore di gara di rivedere l'azione, non avendo direttive inequivocabili, può trasformarsi ugualmente in uno strumento utile ad indirizzare le partite in un certo modo, se solo si ha la volontà di farlo (in modo diretto, per volere proprio, o indiretto, si pensi alla sudditanza psicologica), magari compromettendone la reale utilità. Certo, molti errori, evidenti, vengono corretti, limitando al minimo le interferenze non richieste di chi dovrebbe permettere uno svolgimento regolare delle partite. Sul fallo di mano si è fatta troppa confusione, e dove esiste confusione e non chiarezza, ecco tornare l'antipatico discorso relativo ai due pesi e due misure nella gestione delle scelte. Non discutiamo sul fischio che ha portato al penalty realizzato da Pazzini domenica all'ora di pranzo, il gomito si alza sopra la testa e non basta che la mano sia rimasta attaccata al corpo, ciò non è consentito (in questo, Bremer si è mostrato pure recidivo, dopo Parma), ma sul fatto che tali "dubbi" sono emersi altrove, e senza sottolineare dove non sono stati puniti. Una conferma spiacevole che in caso di dubbio, i favori vanno quasi sempre in una o poche altre direzioni.