Dennis Praet in da house. Come cambia il Toro di Juric?
Mancano ancora gli annunci ufficiali da parte di Torino FC e Leicester City, ma per Dennis Praet in maglia granata, un anno dopo, sembra fatta. Seguito inizialmente, fin dalla primavera del 2020, come "regalo" per Marco Giampaolo, il centrocampista della nazionale belga, ventisette anni compiuti lo scorso 14 maggio, non andò in definitiva ad arricchire la colonia di ex-blucerchiati agli ordini del tecnico teramano, già composta da Karol Linetty, Nicola Murru, e Federico Bonazzoli (gli ultimi due già partiti alla fine della scorsa stagione, con il polacco, a questo punto, in bilico, ove giungessero offerte adeguate). Ora, il classe '94, reduce da due stagioni in forza ai Foxes, soddisfacenti dal punto di vista del rendimento generale della squadra, meno sotto il profilo individuale - per quanto, in ogni caso, Praet fosse comunque riuscito a strappare una convocazione da Roberto Martinez per il recente Europeo, - torna a giocarsela in quel campionato italiano che, due anni fa, gli aveva aperto le porte della Premier League. La Sampdoria era riuscita a cederlo per poco meno di 19 milioni e mezzo di euro (a fronte della spesa di tre anni prima, quando lo aveva acquistato dall'Anderlecht, pari a otto milioni), cifra che Praet, lungo il biennio nelle East Midlands, non ha dimostrato appieno di valere.
Colpo forse strano, certamente non uno di quelli annunciati da lungo tempo, Praet, scelto inizialmente per Giampaolo, approda invece alla corte di Ivan Juric. Come Tommaso Pobega, si tratta di un jolly di centrocampo, a metà tra pensatore e cursore; primariamente una mezzala, Praet, per quanto mostrato in Italia, è capace di disimpegnarsi in tutte e quattro le posizioni mediane (trequarti inclusa) del 4-3-1-2 formato rombo. Al Leicester di Brendan Rodgers, ha coperto il ruolo di interno avanzato nel 4-1-4-1 signature dell'ex-tecnico di Liverpool e Celtic, cimentandosi anche da mezzala - sia a destra sia a sinistra - nel 4-3-3 (e, occasionalmente, nel 3-5-2), e da centrocampista centrale in un 3-4-2-1, a fianco sia di un regista mobile come Tielemans, sia di un classico mediano di copertura e di rottura come Ndidi. Rolando Mandragora è una sorta di mix tra le caratteristiche dei succitati ex-compagni di squadra di Praet.
Il belga, destro di piede dal buon livello tecnico, giocatore dal repertorio piuttosto completo, sembra ora potersi giocare il posto proprio a fianco di Mandragora, con Pobega come principale alternativa. A meno che Juric non valuti di reinventarlo, quanto meno a tratti, come trequartista (operazione finora poco riuscita con Linetty); ipotesi quest'ultima, tuttavia, minoritaria, considerata peraltro la tendenza a rendere il 3-4-2-1 concepito come base di partenza un 3-4-3 vero e proprio, anche in base a quelle che si stanno delineando come caratteristiche dominanti della rosa. Un colpo, quello legato a Praet, che i cuori granata potrebbe anche finire per farli palpitare.