Con questo Torino non c’è mai limite al peggio
Se qualcuno pensava di averle viste tutte è stato smentito ieri sera quando al Grande Torino Olimpico è andata in scena la più pesante sconfitta casalinga della storia del Torino: il sette a zero inflitto dall’Atalanta. Un incubo. Si fa veramente fatica a commentare quanto accaduto. Non si sa se essere più arrabbiati, per usare un eufemismo, o delusi, ma sicuramente chi ha assistito al match è uscito dallo stadio schifato e chi lo ha visto in televisione lo è stato altrettanto. Il Torino non ha giocato a calcio, si è buttato via come peggio non poteva fare senza neppur provare, con un minimo moto d’orgoglio, a evitare la disfatta. Persino Sirigu a un certo punto si è arreso. Neppure pensare che mancavano dei giocatori, Rincon e Aina per squalifica e Ansaldi, Baselli e Zaza per infortunio, può attenuare la disfatta perché gli altri potevano fare un po’ meglio e non conta se oggettivamente l’Atalanta è una squadra più forte.
Bisogna ringraziare i giocatori dell’Atalanta che dopo il quattro a zero non hanno smesso di segnare quando ne hanno avuto l’occasione e non hanno manco forzato le giocate, perché se avessero smesso con un risultato meno umiliante del sette a zero, magari, qualcuno non si sarebbe trovato di fronte alle proprie responsabilità. Così non si è salvato nessuno, a parte i tre subentrati, Millico, Lyanco ed Edera, perché sono stati mandati in campo quando ormai non c’era più nulla da fare. Alla fine Belotti, Mazzarri e Cairo hanno chiesto scusa. Doveroso certo ed anche apprezzabile, ma è difficile pensare che importino a molti. Mazzari ha detto che non si dimetterà e Cairo ha dichiarato che non c’è un ultimatum per l’allenatore e che da oggi la squadra è in ritiro. Martedì sera al Meazza ci sarà la partita di Coppa Italia con il Milan e non c’è il tempo per un cambio di allenatore. E poi, servirebbe a qualche cosa? Chissà. Non che il mister non abbia le sue colpe, però difficilmente sarebbe utile se poi in campo i giocatori sfoderano non prestazioni. Bisognerebbe cacciarne anche tanti di loro. E in società dovrebbero farsi un grande esame di coscienza.
Una cosa però andrebbe fatta: affiggere una targa in bella vista all’interno dello spogliatoio con la scritta “Il 25 gennaio 2020 il Torino si è umiliato facendosi sconfiggere dall’Atalanta per sette a zero”. Una sorta di “memento mori” per il futuro, nella speranza che con questa sconfitta si sia toccato il fondo, ma con questo Torino pare non esserci mai limite al peggio. Nelle prossime partite sarebbe anche meglio non indossare la maglia granata per rispetto perché è stato dimostrato che questa squadra non ne è degna.