Cinquina al Copenhagen e granata ai sedicesimi d’Europa League

Torino in svantaggio, poi dilaga con doppietta di Martinez, Amauri, Darmian e Silva. Espulsi nel primo tempo Antonsson e M. Jorgensen. Defezione di Vives e Bovo schierato in mediana. Esordio del Primavera Graziano.
11.12.2014 22:35 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Cinquina al Copenhagen e granata ai sedicesimi d’Europa League
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Sedicesimi di finale d’Europa League il Toro c’è. Battuto il Copenhagen con una goleada con reti di Martinez, Amauri che si è procurato il rigore e poi dal dischetto non ha sbagliato e ancora un gol di Martinez e a suggellare il risultato per concludere in bellezza a segno anche Darmian e Silva. Tutto bene quel che finisce bene, ma non sarebbe il Toro se non si complicasse da solo la vita. Infatti, ancora una volta un errore individuale ad inizio partita ha complicato la situazione, già resa difficile dall’ennesima defezione quella di Vives a causa di un problema fisico, che ha costretto Ventura a schierare Bovo in mediana al fianco di Gazzi nel ruolo d’interno destro. A cadere nell’errore individuale questa volta è Gaston Silva che al 6’ ha effettuato un retropassaggio azzardato e Glik nel tentativo di rimediare in scivolata ha finito per dare la palla all’accorrente Amartey che ha spedito la sferaalle spalle di Padelli. Con il Torino che restava un po’ troppo confinato nella sua metà campo lasciando la manovra ai danesi e pativa la velocità degli esterni del Copenhagen aumentava il rischio che la qualificazione potesse dipendere solo dall’andamento della gara fra il Club Brugge e l’Helsinki. La squadra granata però non ha patito l’essere andata sotto di un gol e infatti al 15’ Maksimovic ha pescato con un lancio lungo Martinez, che dopo aver controllato bene la palla al limite dell’area con il sinistro ha freddato Andersen. Ristabilita la parità il Torino ha proseguito cercando di prendere in mano il controllo della partita senza riuscire a manovrare in modo fluido e facendo non poco innervosire Ventura a causa di qualche sufficienza di troppo soprattutto in fase difensiva. Il Copenhagen non si è fatto mettere sotto, almeno inizialmente, ed ha esaltato in due circostanze Padelli: 19’ su tiro di Hogli il numero uno granata con la mano ha mandato il pallone sopra la traversa e al 21’ con un intervento provvidenziale ha smanacciato un tiro di Toutouh evitando il peggio. Tutte le volte che il Torino sfrutta l’evidente difficoltà dei padroni di casa quando vengono pressati si capiscea che osando e credendoci la vittoria è alla portata e infatti due episodi cambiano il volto della partita. Al 30’ l’espulsione di Antonsson per un fallo su Martinez che sfruttando la sua velocità gli era scappato via in prossimità dell’area di rigore e poi al 40’ anche l’espulsione di Mathias Jorgensen che in area ha atterrato Amauri trattenendolo e beccandosi così il cartellino rosso e regalando un calcio di rigore al Torino. Amauri dopo essersi procurato il penalty ha preso il pallone non lasciando adito a dubbi sul fatto che sarebbe stato lui a calciarlo. Breve rincorsae gol con Andersen spiazzato e la maledizione dei rigori sbagliati interrotta. Proprio un altro Torino rispetto a quello del campionato perché in Europa i rigori non li fallisce. Il primo tempo si è concluso con i granata che ribaltano la situazione e tornano ad essere artefici del proprio destino.

 

Nella ripresa al Torino si chiede solo di chiudere la partita e questo avviene quasi subito: 47’ Martinez effettua un taglio e viene servito da El Kaddouri, al quale Ventura sul finire della prima frazione di gioco aveva detto di giocare più vicino alle punte,  e il venezuelano con un tiro a cucchiaio a scavalcare Andersen in uscita ha firmato la sua prima doppietta stagionale, andando a raggiungere con tre reti all’attivo in Coppa (la prima l’aveva segnata nella gara di ritorno con il Brommapojcarna) Quagliarella. In vantaggio di due reti e con due uomini in più per il Torino si è fatto tutto più facile. Sono arrivati così anche i gol di Darmian e Silva che si è fatto perdonare l’errore iniziale. Al 49’ Martinez ha provato a firmare la tripletta, però Andersen questa volta non si è fatto sorprendere e ha respinto il tiro, ma la palla è giunta a Gaston Silva che ha crossato verso il secondo palo e l’accorrente Darmian non si è lasciato sfuggire l’occasione di aumentare il bottino segnando il quarto gol. Al 54’ è arrivata la quinta rete con Silva che ha sfruttato una sponda di Amauri e di destro al volo ha trafitto Andersen. La partita non ha avuto più nulla da dire: per il Torino è diventata un allenamento e per il Copenhagen un cercare di arrivare il prima possibile al fischio finale. Spazio quindi per Quagliarella, Jansson e debutto per il Primavera Graziano che sono stati fatti entrare rispettivamente per Martinez, Maksimovic e El Kaddouri. Bovo da interno di centrocampo se l’è cavata e in caso di emergenza, come avvenuto in questa partita, può essere una soluzione. Graziano non è parso intimorito dalla vetrina internazionale e ha dimostrato discreta personalità in un paio d’interventi, ora sarebbe bello che il ragazzo venisse utilizzato qualche volta anche in campionato, lui che dai pulcini alla prima squadra ha sempre indossato la maglia granata.

 

Appuntamento con l’urna lunedì a Nyon per il sorteggio che non sarà così benevolo come lo è stato nella fase a gironi anche perché il Torino, arrivato secondo nel suo girone dietro il Brugge che ha battuto l’Helsinki,  incontrerà squadre decisamente di caratura superiore, ma questo è proprio quello che voleva Ventura smanioso di cimentarsi con formazioni di alto livello, come ha detto nella conferenza stampa che ha preceduto la partita con il Copenhagen. Con il campo invece appuntamento fissato per il 19 e il 26 febbraio 2015.
La legittima soddisfazione e l’orgoglio per il passaggio ai sedicesimi di finale dell’Europa League devono essere convogliati in campionato e lunedì sul fare della sera, fischio d’inizio alle 19, la trasferta in Toscana con l’Empoli deve ridare linfa vitale alla classifica granata: un Toro al quart’ultimo posto e con un margine di due sole lunghezze dalla zona retrocessione proprio non si può vedere perché non si può andare avanti in Europa ed essere fra i più scarsi in Italia.