Che la Nazionale non diventi una vetrina negativa per Belotti

Il “Gallo” con due colpi di testa non andati a buon fine avrebbe potuto indirizzare diversamente la partita dell’Italia con la Spagna. La gara negativa degli azzurri ha penalizzato anche Belotti.
03.09.2017 13:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Che la Nazionale non diventi una vetrina negativa per Belotti
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Andrea Belotti è un patrimonio del Torino e della Nazionale. In granata il “Gallo” non ha vetrina internazionale, anzi, deve contribuire a portare il Toro in Europa per mettersi in mostra. In Nazionale Belotti ha sì un palcoscenico mondiale, stante l’attuale qualificazione in corso dell’Italia per il massimo torneo calcistico che si svolgerà in Russia a partire dal prossimo 14 giugno, però, anche in questo caso deve fare la differenza in azzurro. Ieri nella partita con la Spagna la Nazionale ha preso una di quelle batoste epiche perdendo per tre a zero e mettendo a serio rischio la partecipazione al Mondiale che adesso passa inevitabilmente per gli spareggi.

Nelle difficoltà generali che hanno avuto gli azzurri anche Belotti non ha brillato, infatti, su cross di Darmian il bomber granata ha staccato di testa eludendo il controllo di Sergio Ramos, ma ha colpito la palla indirizzandola troppo centralmente facile preda di De Gea e così è fumata per l’Italia la possibilità di pareggiare (22’). Stesso discorso nelle ripresa quando Barzagli, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha indirizzato la palla sul secondo palo dove c’era Belotti ben appostato che ha anticipato l’intervento di Carvajal, ma il suo colpo di testa è stato impreciso e la sfera è finita alta (54’), se il “Gallo” avesse segnato la partita sarebbe stata riaperta perché il risultato era di sue a zero per la Spagna.  

Il 4-4-2 che in fase offensiva diventava 4-2-4 messo in campo dal Ct Ventura ha finito per rivelarsi un boomerang perché non solo non ha prodotto un Italia offensiva a tal punto da costruire e andarsi a prendere la vittoria, ma l’ha indebolita perché a centrocampo Verratti e De Rossi si sono trovati in balia delle “Furie Rosse” e anche quando venivano supportati da Candreva e Insigne l’Italia non riusciva ad avere l’equilibrio, anche perché il resto dei compagni in generale non hanno retto l’impatto con l’avversario. Il gioco improntato sull’attendismo del Ct, che chi ha seguito il Torino quando Ventura ne era l’allenatore conosce benissimo, ha finito per amplificare il già fiaccante giro palla della Spagna che non dando punti di riferimento agli avversari ha mandato in confusione un po’ tutti gli italiani. Poi, una condizione fisica non ottimale degli azzurri e una cifra tecnica inferiore a quella della Spagna, imbattuta da 59 partite di qualificazione al Mondiale e con alle spalle nove vittorie nelle ultime dieci gare, sommata a un deficit d’esperienza, tutti gli undici titolari di Lopetegui giocano in Champions mentre solo sei uomini di Ventura fanno altrettanto, hanno in negativo fatto la differenza. Il Ct dell’Italia avrebbe dovuto sapere che i suoi non erano in grado di rimanere corti e non cedere il fianco agli spagnoli sia in fase difensiva sia in quella offensiva, quindi, non avrebbe dovuto concedere la superiorità numerica a centrocampo e lasciare il pallino del gioco agli avversari pressandoli troppo poco e concedendo spazi utilizzati dagli uomini di Lopetegui per sfruttare le improvvise verticalizzazioni, marchio di fabbrica della “Roja”.

Quella di ieri sera non è stata una partita positiva per Belotti che, come altri, ha patito la superiorità della Spagna. Per il bene del “Gallo” e soprattutto del Torino le chiamate in Nazionale di Belotti dovrebbero accrescerne l’esperienza e la dimensione internazionale. Magari già martedì con Israele, avversario temibile, ma di caratura inferiore rispetto alla Spagna, l’Italia tornerà alla vittoria e Belotti al gol, però, per far sì che il “Gallo” diventi sempre più un giocatore di primo livello anche Ventura, che lo ha lanciato ai tempi del Torino verso una dimensione superiore, deve metterlo nella condizione, come tutti gli altri azzurri, di potersi esprimere al meglio. All’Italia serve un Belotti al top e soprattutto serve al Torino che non può ritrovarsi un giocatore demoralizzato per le brutte partite della Nazionale che poi Mihajlovic deve riportare ai massimi livelli.