Carlo Grande: “Troppa permalosità da parte di tutti. Mi spiace se Juric andrà via”
Carlo Grande, giornalista, ex de La Stampa, prepara reportage dal mondo, presto uscirà l’ultimo sull’Iran che si presenta essere molto affascinante. Ma in questa occasione parliamo di Toro, una passione profonda che alimenta l’anima sensibile di Carlo.
Cosa pensi di Juric? Probabilmente non resterà nel 2024/25 ti dispiace?
Sì. Ci aveva dato risultati - anche se non ancora quelli che speravamo, cioè di giocarcela per l’Europa - e un’anima combattente. Negli ultimi mesi di tempra la squadra ne ha mostrata meno, perdere col Milan o il derby senza giocare è stato penoso. Se Juric se ne andrà tocca ricominciare da capo. Temo che la sua pazienza sia finita. E anche la nostra… Non parlo per lui, ma per la situazione complessiva. ‘Sti alti e bassi sono sfibranti.
Il gesto del dito come lo consideri?
Mi ha stupito, mi son chiesto: “Ma con chi ce l’ha?”. Poi ho letto che per tutta la partita la curva ha fischiato lui e la squadra… Bastava la protesta iniziale, poi si tifa. Con il Sassuolo hanno combattuto, s’è visto, pur in mezzo a tanti errori. Juric è un emotivo, pare persona seria, ha ammesso gli errori, ci ha messo un po’ ma lo ha fatto. Ora ripartiamo. Un campo di calcio e uno stadio ribollono di passioni, una parola in più può scappare ma ora avanti, se la squadra si sfascia finiamo in B. Di base c’è troppa permalosità, da parte di tutti. Juric è un professionista, guadagna in un anno quello che tanti non vedono in una vita. Il pubblico non è un’educanda, paga. Il rispetto andrebbe sempre mantenuto, da parte di tutti.
Eppure il Toro ha vinto due partite di fila. Segno che la squadra è viva.
Infatti, due vittorie sudate, andiamo avanti! Se vedi che i ragazzi danno l’anima perché criticarli? Col Frosinone, va detto, ho visto un arbitraggio scandaloso. La società si faccia rispettare di più. La credibilità della Federazione e del calcio italiano, sono in picchiata, non da ora. Penso alle scommesse, ai falsi in bilanci, ai risultati della Nazionale...
Però ci sono troppi infortuni. Secondo te lo staff tecnico sta sbagliando qualcosa?
Non so, dovrebbero rispondere medici e preparatori atletici, chi vive gli allenamenti. Di certo nella media si gioca troppo, è risaputo, ma il Toro non fa le coppe, “solo” campionato. Juric di sicuro li spreme ma è anche necessario, la tenuta atletica è fondamentale… Il problema è avere una panchina adeguata, cosa che il Toro non ha. Abbiamo troppi giocatori mediocri, presi in saldo, non certo da parte sinistra della classifica. Spesso la società vuol fare le nozze coi fichi secchi.
Ti aspetti qualche innesto importante a gennaio?
Temo di no, ma un paio di buoni sarebbero necessari. Un buon portiere e un buon rifinitore che veda la porta e non sia un cavallo pazzo. Juric sta facendo quello che può, anche se continuare con Vanja mi sembra autolesionista. Vlasic, ottimo ragazzo, è stato utile più sulla trequarti che in area. Spero mi smentisca con altri gol e assist. Ma sull’altra fascia siamo scoperti, Bellanova ha più potenzialità, gli altri no, bravi ragazzi tecnicamente limitati, per l’Europa.
Leggendo il pensiero dei tifosi, Cairo non godrebbe più di largo consenso. Che ne pensi?
Mi aspettavo di più da lui, che di imprenditoria se ne intende. Con il Toro non si dimostra “voglioso” di risultati, come dice lui. Alla Comisso, per dire. Vivacchia. Ha i suoi giornali, le sue reti tv, la sua visibilità - che è nata col Toro - non esce dalla comfort zone e fa stare i tifosi nella stress zone. Vogliamo ricominciare a lottare per qualcosa. Fino a 4-5 anni fa ci speravo, ora vedo che si aggiunge un tassello e se ne tolgono due, prendi Ricci e vendi Lukic, perdi Cerci e Immobile e prendi Amauri, Barreto e Larrondo… Vivono per lo più di saldi e scommesse, corrono di più i bonifici che certi “campioni” in campo...
Senza Juric si smonterà tutto, si torna indietro. In questa città viene da fare dietrologie … Una volta dietro la Gran Madre incontrai un allenatore del Toro, si fermò, fu molto gentile, avevamo appena perso un derby (ma va?) però lottando, lo arraffarono, come capita. Mi complimentai e lui allargò le braccia, indicando la collina:“Finché ci sono quelli là” disse. Ecco, Cairo cominci a vincere e a pareggiare un po’ di derby, così mi toglie i cattivi pensieri.
Se arrivasse un fondo arabo accetteresti questa soluzione?
Perché no, se non sono regimi impresentabili vanno bene tutti, anche gli americani. Commisso – spigolosità a parte – mi pare un esempio virtuoso. Fatti salvi i legittimi interessi i presidenti devono essere però al servizio del Torino, non il Torino al servizio loro. Il Toro non è una vacca da mungere. Strutture, squadre giovanili, nessuna sudditanza… È questa la strada per riavere i tifosi e incassi. Andavamo in 60-70 mila al Comunale, nelle partite di cartello.
Un ricordo di Giorgio Ferrini. In settimana si è ricordato l'anniversario della sua scomparsa.
Il derby dopo la morte di Gigi Meroni, 22 ottobre 1967, la prima partita che ho visto da bambino in curva Maratona. Mi ci aveva portato uno zio molto amato, che era della Juve. Vincemmo quattro a zero, con i Vieri, i Poletti, i Fossati, i Puia, gli Agroppi e i Combin e naturalmente lui, il capitano triestino, una colonna come il mitico Vatta, anche lui di quelle parti, istriano. Juric li conoscerà, spero, c’è gente vera su quella sponda dell’Adriatico. Mica certi fighetti prezzolati di oggi. Gente che dava il cuore sul campo, non mollava niente, ma era capace di dare una carezza ai bambini che come me chiedevano autografi. Ero andato a una loro festa in una villa di Rivoli, c’erano Rocco e Pianelli, imprinting indelebile. La qualità umana e “sportiva” era tutto.
Sarebbe tempo di riequilibrare fatturati delle squadre e incassi dei calciatori e dei loro agenti, il calcio italiano morirà, di questo passo. Il denaro non può prevalere su tutto, piuttosto smetterò di guardarlo, farò altro.…