Cairo: "Abbiamo dato buoni segnali, ma si può sempre fare meglio"
Il Presidente del Torino Fc, Urbano Cairo, ha incontrato i giornalisti per una chiacchierata e come ha detto all’inizio della conferenza stampa “poiché oggi sono a Torino per una colazione di lavoro (molto probabilmente con mister Ventura, ndr) e poi per assistere all’allenamento pomeridiano della squadra alla Sisport così ho pensato di incontrare per una rimpatriata i giornalisti perché è tanto tempo che non ci si vedeva, ma non ho da dire nulla di così importante. Lo definirei un incontro en amitié (in amicizia), fra vecchi amici, o per lo meno mi sembra che il rapporto sia questo”.
Continuano a mancare i quattro punti per la salvezza e le prossime tre partite sono con squadre di livello superiore e una di queste è il derby molto atteso dalla tifoseria e poi ci sono le questioni inerenti al calciomercato. Rispetto a questi temi cosa può dire?
“Io sono abituato a fare una cosa per volta e cerco di farla bene, anche se non sempre si riesce a fare bene quanto si vorrebbe, sicuramente non bisogna fare troppe cose insieme altrimenti c’è il rischio che vengano male tutte. Per quel che riguarda i punti che mancano alla salvezza il tema vero è che non dobbiamo pensare ai punti che mancano altrimenti diviene pressante e poi nessuno sa quanti servano veramente, ma dobbiamo giocare come abbiamo fatto durante tutto questo campionato. Nel girone d’andata i punti in totale sono stati ventuno di cui sedici nelle prime tredici partite (per la precisione quindici, ndr) e nel girone di ritorno ne abbiamo fatti altrettanti, magari sono stati conquistati in maniera differente: nella prima parte della stagione c’era stato qualche pareggio in più mentre nella seconda parte del campionato qualche vittoria in più. Oggi abbiamo una squadra che sta dimostrando delle qualità anche se purtroppo qualche partita è stata persa all’ultimo ed è stato un peccato perché meritavamo molto di più, però come sempre il calcio è questo e quello che conta è il punteggio alla fine dei novantacinque minuti o quanti ne vengono disputati. Io credo che la cosa positiva è che abbiamo dato buoni segnali e poi ripeto che non è il caso di parlare di quanti punti mancano, quello che conta è che dobbiamo disputare sei partite giocando a calcio e avendo quel pizzico di attenzione in più in quelle situazioni che si è visto esserci qualche incertezza, magari nella prima parte di campionato realizzavamo meno gol, ma ne subivamo anche meno, mentre oggi ne facciamo di più, ma ne incassiamo anche di più, però la squadra è sempre quella ha buone qualità, ha un gioco che ha voglia di esprimere senza erigere barricate e che ha dato buona prova di sé. E’ chiaro che dobbiamo mettere a punto tutti i meccanismi che hanno funzionato bene in certe partite e meno in altre, ma la vita è fatta di errori che possono essere commessi e che possono essere corretti. Per questo non dico che bisogna conseguire una vittoria, ma che dobbiamo giocare le prossime partite come abbiamo sempre fatto con determinazione stando attenti fino al novantesimo e più. Il nostro campionato è stato all’insegna di una certa regolarità, che va continuata e penso che sia sotto gli occhi di tutti che nell’anno scorso e in quest’anno si sia visto un lavoro svolto bene, la squadra ha acquisito identità e il nostro mister ha eseguito un lavoro veramente eccellente e io sono contento per quello che ha fatto Ventura e anche per come si sono messi a disposizione i giocatori e lo hanno seguito e di come si è passati dal ragionare molte volte sull’io, anche da parte mia, vedendo durante la partita più il gesto del singolo che non la coralità della squadra, al ragionare sul noi con i calciatori che hanno giocato, poi sono andati in panchina e in seguito sono tornati a giocare mantenendo una grande costanza di rendimento e questo, penso, sia una cosa molto importante e un grande risultato acquisito dal gruppo. Il gruppo ha come leader Ventura e io non dimentico che quando il mister è arrivato eravamo reduci da una stagione purtroppo andata non benissimo e abbiamo ricostruito una squadra inserendo giocatori giovani. Prima di ogni partita leggo la distinta con le formazioni e mi diverto a confrontare le età dei giocatori nostri e dell’avversario vedendo quale delle due squadre è più giovane e devo dire che, ad esempio, domenica contro la Roma, formazione notoriamente molto giovane, la nostra era mediamente più vecchia di un anno, ma in moltissime altre occasioni eravamo noi la formazione più giovane. La nostra è una squadra che dà uno spazio importante ai giovani e speriamo che possano averlo ancora di più, perché ci sono dei ragazzi che hanno sicuramente voglia di farsi vedere e di mettersi in mostra, però questo lavoro è davvero bello e come in tutte le cose è ovviamente sempre migliorabile, ma quanto fatto va considerato.
Riguardo alla questione dei biglietti abbiamo fatto un’operazione carnet, che ci era stata richiesta da molti tifosi, consentendo di acquistare con lo sconto le ultime tre partite casalinghe con Juventus, Genoa e Catania. Ieri sera la vendita dei carnet è terminata e da oggi c’è la prelazione per chi ha la tessera del tifoso e sono più di quindicimila i nostri tifosi che la possiedono e chi ha la tessera può acquistare fino a quattro biglietti e se tutti i nostri tifosi lo facessero dovremmo avere uno stadio grande come il Maracanà ed è evidente che l’Olimpico non basterebbe, quindi abbiamo dato una doppia possibilità ai tifosi per assistere al derby e poi da lunedì ci sarà la vendita libera per tutti. Con queste operazioni abbiamo voluto dare l’opportunità ai tifosi di acquistare i biglietti per sé e per i loro amici e credo che sia stata una cosa gradita. Il bilancio della vendita dei carnet è stato buono, anche se non ho ancora il dato preciso all’altra sera erano duemilacinquecento.
Riguardo al mercato lasciamo perdere, adesso noi dobbiamo non farci distrarre da nulla e concentrarci sulle ultime sei partite che sono importanti e non solo per i punti che dobbiamo fare per raggiungere l’obiettivo, ma per come si raggiunge l’obiettivo e magari fare anche qualche cosa in più. E’ importante lavorare bene come si è fatto finora e prima di arrivare qui sono passato alla Sisport e il mister mi ha detto che questa mattina è stato fatto un lavoro notevolissimo, come d’altronde anche ieri, con risposte positive da parte dei giocatori, pur con il caldo che si fa sentire”.
L’hanno fatta entrare alla Sisport durante gli allenamenti?
“Sì, ho un pass speciale per la porta secondaria. D’altronde parte purtroppo se si va anche da altre parti non si può mai assistere agli allenamenti. Vedo che quando facciamo delle belle iniziative come a Pasquetta con i tifosi ci viene quasi girata al contrario, per cui dobbiamo stare attenti a esagerare da questo punto di vista”.
E’ inevitabile che si parli anche del futuro e a tal proposito per quello di Bianchi Ventura ha detto di parlarne con lei. Cosa ci può dire?
“Per noi la cosa importante è portare a termine il campionato e farlo bene, questo è l’obiettivo di tutti. L’ho detto poco fa di futuro oggi non parlo, perché dobbiamo concentrarci e fare una cosa per volta. Del mercato ne parleremo al momento opportuno, quando avremo ottenuto i risultati che ci servono e le certezze matematiche. Non stiamo parlando con nessun giocatore di rinnovi, leggo ogni tanto che si stanno effettuando delle trattative, ma sono cose delle quali non discutiamo neppure. Non abbiamo firmato rinnovi né con Rolando né con altri giocatori, questo per una politica generale aziendale. Rolando è un giocatore importante, ma ripeto che la cosa che conta di più é quella di avere una squadra più che un giocatore, il calcio è un gioco di squadra e conta quello che fa il gruppo. Un giocatore da solo conta sì, ma chi determinava, risolveva e vinceva talvolta le partite da solo era Maradona e dopo di lui non ne ho visti tanti altri, forse neanche Messi e avete visto che in nazionale non riesce a fare quello che fa con il Barcellona. Noi dobbiamo pensare alla squadra molto di più che ai singoli, poi i singoli hanno la loro importanza in quanto danno un aiuto alla squadra”.
Il fatto che Bianchi sia al Torino da cinque anni può essere d’aiuto a far sì che ci siano ancora margini di trattativa per il rinnovo?
“Come ho detto da parte nostra nel momento in cui ci metteremo a ragionare con i nostri giocatori in scadenza o su quelli che hanno voglia di rinnovare o che vorremmo che rinnovassero anche se non sono ancora in scadenza si vedrà cosa succederà, evidentemente Rolando è un giocatore che terremo in considerazione come si è sempre fatto. Credo che lui sia stato trattato e pagato nella maniera migliore e lui ha dato buoni risultati com’è giusto che avvenga in uno scambio. Per quanto mi riguarda nei suoi confronti c’è un rapporto di affetto dopo cinque anni di attività insieme, è il capitano, ha vissuto con noi momenti belli e brutti. A parte l’aspetto sentimentale e affettivo adesso bisogna coronare quelli che sono gli obiettivi e poi mettersi serenamente con lui, come con altri, a ragionare e vedere se ci sono le condizioni per proseguire ancora un tratto di strada insieme”.
Se non si trattasse di Bianchi, ma di un attaccante svincolato che ha realizzato dieci gol nell’ultima stagione in serie A al Torino interesserebbe per la programmazione futura?
“Rischio di ripetermi, ho già detto che al momento opportuno ci metteremo attorno a un tavolo e ragioneremo con lui. Non vedo problemi da questo punto di vista, c’è una grande disponibilità da parte mia e di tutti, non ci sono fazioni, Rolando è apprezzato da parte di tutta la società. Bianchi ha detto che ha segnato per i tifosi e per i compagni, ma spero che si sia dimenticato in un lapsus di citare anche la società. Gli ho fatto i complimenti anche dopo la partita e l’ho visto molto contento di riceverli, quindi la dimenticanza credo che sia stata una cosa dovuta a un momento di adrenalina forte e non si è ricordato, è una cosa che succede quando si rilasciano interviste al volo, non ci si può ricordare di tutto”.
La società si è imposta un tetto salariale agli ingaggi e Bianchi lo supera perché il suo contratto era stato stipulato antecedentemente. Sul rinnovo del capitano verranno fatti anche ragionamenti economici?
“Il tema è che la situazione economica italiana, europea e mondiale non è brillantissima e ci troviamo nella peggiore recessione italiana di sempre per cui dobbiamo essere attenti. Il che non vuol dire che non si possa anche uscire velocemente da tutto ciò, però sicuramente in questo momento l’attenzione ai conti è veramente fondamentale. Noi abbiamo un certo tipo di politica che dobbiamo applicare anche perché purtroppo la recessione fa sì che ci siano minori incassi allo stadio. La vicenda economica globale impatta anche sul calcio”.
In molti si chiedono cosa pensi Ventura sul programmare il futuro con o senza Bianchi, è impensabile che l’allenatore non si confronti con la società sul formare la squadra.
“Il giudizio di Ventura su Bianchi è assolutamente positivo e quando Ventura dice di parlarne con la società lo fa per una forma di rispetto, il mister è una persona corretta ed è nel mondo del calcio da tanti anni e preferisce non fare quello che scavalca gli altri, lui vuole rispettare un modo di operare e ci saranno dei dialoghi con lui. Ventura apprezza il giocatore e poi tutti gli allenatori stimolano i giocatori nel modo che ritengono più giusto, il mister lo fa con Cerci e con tutti gli altri giocatori quindi lo fa anche con Bianchi, tutti gli esseri umani sono motivabili e di conseguenza si cerca di motivarli al meglio. La stima del mister nei confronti di Bianchi c’è tutta e lo posso veramente assicurare, non ci sono posizioni diverse fra me, Ventura e gli altri dirigenti nei confronti di Bianchi, la posizione di tutti è unica”.
Domenica c’è la gara con la Fiorentina ed è inevitabile parlare di Cerci, da Firenze arrivano segnali che a certe cifre lo cedono. Per lei è un giocatore da tenere anche a fronte di grandi sacrifici economici?
“Noi Cerci lo abbiamo cercato lungamente durante tutta l’estate scorsa e scherzando avevo detto che avevo passato le vacanze più con il suo agente Berti, anche lui a Forte dei Marmi, che con la mia famiglia. Siamo arrivati ad ottenere l’obiettivo di avere il giocatore e oggi Cerci ha fatto e sta facendo un buonissimo campionato, come pensavamo e ci aspettavamo da lui considerando che la stagione più bella l’ha disputata sotto la guida di Ventura al Pisa realizzando dieci gol. Oggi è presto per dire che cosa accadrà ed è meglio attendere che termini il campionato e poi fare dei ragionamenti con la Fiorentina con la quale abbiamo rapporti molto buoni sia con i fratelli Della Valle sia con il direttore Pradé e tutta la dirigenza e quindi credo che ci sia la voglia di fare delle cose insieme; c’è anche la comproprietà libera di Bakic, tutti argomenti sui quali si può ragionare. Cerci disputando un ottimo campionato ha valorizzato le sue quotazioni e per lui come calciatore e come uomo è importante dare continuità restando qui a Torino con il gruppo che ha trovato e con Ventura e con i tifosi che lo hanno molto apprezzato e applaudito. Questo è quello che vorremmo, poi è chiaro che ci possano essere dichiarazioni mercantili, com’è giusto che sia, da parte di chi vuole valorizzare il suo cinquanta per cento del giocatore e credo che si potrà fare un lavoro intelligente insieme alla Fiorentina, fatto bene, per valorizzare ancora di più Cerci e lui se vuole arrivare a traguardi importanti come quello di disputare il Mondiale in Brasile deve continuare sulla strada intrapresa visto che con Ventura ha un rapporto di vecchia data di grande fiducia, il mister gli dice le cose e lui lo ascolta e si applica. Cerci ha qualità tecniche importanti e una gamba che se allenata bene diventa esplosiva e gli permette di avere risultati molto positivi, per questo è importante mantenerlo sempre sul pezzo e alle volte quando mi chiedono di lasciare a Cerci la possibilità di effettuare delle interviste rispondo di no in modo che resti tranquillo, rilasciando troppo interviste va a finire che lo si distrae, oggi lui deve pensare a fare bene e a ottenere risultati come sa fare quando è concentrato e ben allenato come è adesso”.
Avete un accordo con i giocatori in scadenza per non correre il rischio che firmino per altre società?
“Ho già detto che prima attendiamo di raggiungere gli obiettivi e poi vedremo, non possiamo obbligare nessun calciatore a prendere o non prendere delle decisioni. Ognuno fa ciò che è meglio per lui e per i suoi interessi”.
Si è parlato di giocatori importanti e non si può dimenticare Ogbonna, per motivi fisici quest’anno ha avuto dei problemi e il valore del suo cartellino è inevitabilmente diminuito questo potrà influire sulla sua permanenza in granata?
“Ogbonna ha avuto un problema fisico che fortunatamente ha superato, ma questo problema ha avuto un impatto su di lui in questa stagione che è stata più travagliata di quanto nessuno desiderasse. Io in Ogbonna credo ciecamente, è un giocatore straordinario. Il fatto che oggi si possa essere ridotto il suo valore quasi quasi mi fa piacere perché vuol dire che ce lo teniamo ancora un anno. Poter avere ancora un anno un giocatore della sua forza e della sua levatura a me fa piacere sia perché dal punto di vista personale c’è un rapporto bellissimo con lui, è un ragazzo veramente straordinario, sia perché averlo con noi è un valore aggiunto poiché nel giro di qualche partita recupererà la forza fisica e quindi averlo anche il prossimo anno è positivo, non ho assolutamente fretta di venderlo”.
Che lei sappia per il giocatore è meglio chiudere quest’annata al più presto per dimenticarla e ricominciare sempre al Torino oppure chiuderla e aprire un’altra esperienza altrove?
“Ogbonna in questo momento è concentrato soltanto a recuperare la forma migliore e a ritornare fisicamente quello di un tempo e io ho visto in tal senso dei passi avanti importanti. Il giocatore è concentratissimo e pensa soltanto al campo e a far bene, questo è il suo obiettivo”.
Ventura qualche giorno fa ha portato l’esempio del Napoli e degli introiti che ricava dai diritti televisivi che permettono di programmare il futuro e l’allestimento della squadra. Anche il Torino può programmare la sua crescita proseguendo il progetto intrapreso?
“Abbiamo davanti a noi un percorso che vogliamo sviluppare al meglio ed è evidente che si cerchi di migliorare sempre. La nostra situazione è un po’ differente da quella del Napoli che ha una quota dei diritti televisivi molto più importante e ha tante cose che rendono il suo fatturato differente e la sua dimensione economica è maggiore della nostra, per il momento. La strada che abbiamo intrapreso secondo me è quella corretta e dobbiamo pensare a noi, tutto è perfettibile certamente, ma dobbiamo valorizzare i giocatori giovani e poi vedremo come procedono le cose. Ogni idea molto chiara va perseguita, ogni società e ogni situazione è diversa, per cui non farei troppi paragoni con società come il Napoli o altre che hanno una dimensione economica molto superiore poiché hanno diritti televisivi che rispetto ai nostri sono il doppio. Il Napoli è una squadra che quando disputa la Champions fattura 150 milioni e senza 120, noi fatturiamo tre volte di meno. Non sono realtà paragonabili. Dobbiamo avere chiari i valori in campo e le cifre economiche e comunque sia in questo calcio, dove l’economia conta tanto, avere risorse molto maggiori dà una forza ben superiore e questo lo vediamo paragonando le squadre che disputano le coppe europee. La cosiddetta spending review per le squadre italiane ha comportato un indebolimento per cui nelle semifinali di Champions ed Europa League non c’è nessuna nostra squadra, quindi se questo vale nel rapporto fra club italiani ed europei vale altrettanto fra società che fatturano di più e di meno in Italia”.
Petrachi ha da tempo in programma un viaggio in Sud America per visionare dei giocatori. Quando partirà poi tornerà con dei rinforzi per la prossima stagione?
“Zavagno e gli altri osservatori che in Italia visionano i filmati dei giocatori stanno scandagliando il mercato Sud Americano come stanno facendo tante altre società. E il fatto che Petrachi vada in Sud America non determina o meno l’acquisto di un giocatore. Alcuni calciatori sono stati visti ripetutamente da Zavagno che si è confrontato con Petrachi e gli altri osservatori, è molto importante avere un quadro generale e poi si tratterà di capire se quei giocatori faranno al caso nostro piuttosto che no. Ripeto sono cose di cui oggi parlo mal volentieri, concentriamoci sull’obiettivo che è quello di terminare bene il campionato, approcciando come facciamo le partite e ponendo la giusta attenzione al quarto d’ora finale, che ci ha penalizzato in alcune gare, e poi tutto il resto verrà. Io sono fiducioso che si possa fare un buon lavoro come si è cominciato. In questi due anni qualche cosa di buono lo si è fatto e dobbiamo preservare e difendere quanto c’è di positivo a livello di gruppo e del mister che ha lavorato bene con la società, dal direttore Comi a Petrachi al settore giovanile che sta facendo buoni risultati. Mi sembra che ci sia la volontà di fare bene, con attenzione e impegno e nel rispetto dei valori che abbiamo. Il calcio è un mestiere difficile nel quale si cresce per step successivi, dobbiamo avere pazienza e cercare di tenere sempre compatto quello che abbiamo fatto e apprezzarlo, poi si può sempre migliorare qualsiasi cosa. Il valore delle cose costruite in questi quasi ventiquattro mesi da Ventura, è arrivato nel giugno 2011 e sceglierlo è stato positivo, mi rende contento, è una persona che si è data in maniera totale e credo che sia stato molto apprezzato. Non si è felici di uscire fra gli applausi perdendo, però domenica i giocatori sotto la curva sono stati applauditi, quindi la curva e tutto lo stadio ha apprezzato il tipo di partita e di gioco, poi alcune gare vanno bene e altre meno bene, l’importante è mantenersi con il tipo di focalizzazione che si è avuta finora”.
Per il 19 maggio i tifosi stanno organizzando una marcia pacifica per sollecitare l’inizio dei lavori di ricostruzione dello stadio Filadelfia, la società è vicina ai tifosi per quel che riguarda la marcia?
“Il diciannove è il mio giorno fortunato perché ho fatto una serie di cose positive per quel che riguarda la mia attività imprenditoriale, quindi il diciannove è un giorno proprio bellissimo. Ho avuto anche contatti recenti con l’assessore (allo sport del Comune di Torino Gallo, ndr) e secondo me c’è movimento serio in tal senso. Benissimo fare una marcia pacifica, è anche bello vedere la città con i colori granata, è sempre una cosa che fa piacere. Per arrivare prima possibile all’inizio dei lavori di ricostruzione si sta lavorando, magari senza fare dichiarazioni roboanti e secondo me siamo veramente a buon punto. C’è volontà da parte dell’assessore, del sindaco Fassino, nostra e della Regione che non può che non portare a un risultato: che il Filadelfia venga ricostruito”.
Sarà più facile risanare La7 o vincere il derby?
“La7 è una società che ha i conti che hanno bisogno di essere sistemati e per me è certamente un impegno notevolissimo. Il derby non avendolo ancora vinto per me è una cosa molto difficile e vediamo. Sono due impegni molto ardui, però nella vita è importante applicarsi e dedicarsi con tanta focalizzazione, non è detto che non si riesca a fare un buon risultato su entrambi i fronti. Mi dedico a entrambi con lo stesso ardore, perché da una parte si tratta di ridurre una perdita di tanti milioni, è una cosa seria sulla quale non si può scherzare e dall’altra parte c’è una cosa altrettanto seria e sappiamo tutti quanto conta un derby. Sono due cose che non voglio mettere in alternativa, tutte e due importanti per motivi diversi”.
Conte vuole vincere il derby per festeggiare lo scudetto.
“Dopo la partita con la Juventus ce ne saranno altre quattro, io non mi pongo questi problemi. L’ho detto che oggi dobbiamo pensare alle partite che rimangono non solo in chiave punti che ci mancano, ma come percorso che si compie per arrivare all’obiettivo. Noi dobbiamo giocare queste partite come sappiamo e con un’attenzione ancora maggiore perché si può sempre migliorare e poi alla fine vedremo. Dobbiamo fare bene in tutte le partite che mancano, poi è chiaro che il derby è la partita delle partite ed è molto speciale”.
Forse l’atteggiamento di qualche giocatore nel derby d’andata e qualche recente apprezzamento di cortesia nei confronti della Juventus di qualche dirigente granata ha fatto pensare che il derby sia una partita come le altre. Conquistare i tre punti in questa partita non è come farli in altre?
“Non lo dico più perché quando l’ho detto non mi ha portato fortuna, quindi faccio finta che il derby sia una partita come le altre, però sappiamo bene che non é così. E’ quasi un fingere l’indifferenza per una cosa che si desidera moltissimo, come quando a scuola si era innamorati della compagna di classe e la s’ignorava fingendo indifferenza, ma non era così. E’ la stessa cosa con il derby, non lo si affronta come tutte le altre partite, ma la scaramanzia alle volte domina”.