Atalanta "ammaccata", ma resta una forza della natura. Bisognerà osare
La debacle, quanto meno dal punto di vista del risultato, in cui è incappata ieri la super-Atalanta di Gasperini, uscita sconfitta dal confronto tra le proprie mura contro una SPAL che, proprio in virtù dei tre punti strappati a Bergamo, ha nuovamente lasciato al Genoa il posto da cenerentola del campionato. Le cifre della performance di squadra sono rimaste solide, dalla mole di passaggi alle ripartenze da recupero di palla. Unico neo, la superiorità estense in termini di palloni riconquistati: 85 a 65, cifre imputabili, oltre naturalmente alla prestazione volitiva degli uomini di Semplici, alla condizione precaria di tanti degli uomini in campo per gli orobici, in piena emergenza infortuni e acciacchi. Gosens e Gomez, tra tutti, dopo una serie di prestazioni a dir poco eccellenti, sono stati chiamati agli straordinari.
I neroazzurri di Sir Gasperson restano la squadra che segna di più, e conclude di più verso la porta. Tuttavia, pur con Hateboer al rientro dopo il turno di squalifica, se la "stanca" orobica permanesse, almeno in parte, ipotesi da non escludere data l'intensità con cui la squadra ha finora affrontato gli impegni che si sono vorticosamente susseguiti, per il Toro, come all'andata, osare potrebbe significare spuntarla. In questa fase del campionato, per quanto apprezzabile, considerata la caratura dell'avversaria, un pari servirebbe abbastanza a poco, in ottica Europa League: Milan e Fiorentina sono in grande crescita, il Parma non sembra perdere troppi colpi, il Cagliari resta formazione di talento, e chi sta davanti, dalla stessa Atalanta in su, regge. Il Toro ha il problema di un attacco troppo basato sulla vena di Belotti (chiamato però spesso a un lavoro più di fatica che di cesello), specie ora che Ansaldi, che ha più volte tolto le castagne dal fuoco, è ancora in fase di recupero dall'infortunio occorsogli a fine dicembre. Ma proprio dall'attività sulle fasce potrebbe arrivare l'inaspettata soddisfazione di giocarsela senza timori reverenziali. L'Atalanta chiude bene la profondità, grazie a una cerniera tra terzetto difensivo e centrocampo pienamente funzionante, ma i crossatori del Toro, tra esterni veri e propri, e rifinitori d'attacco ad allargarsi, hanno funzionato in una moltitudine d'occasioni. Servirà tutto il dinamismo di Berenguer, e forse, almeno per parte della gara, le sponde di Zaza. Oltre, auspicabilmente, a un Verdi capace di ritrovarsi, e a un Gallo a cui la fortuna, domenica prossima, sorrida.