Andrea Abodi: "Gli stadi vecchi sono un macigno per lo spettacolo"

04.02.2012 08:15 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com
Andrea Abodi: "Gli stadi vecchi sono un macigno per lo spettacolo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Abbiamo intervistato in esclusiva Andrea Abodi, presidente della Lega di serie B. In aumento il numero di gol, i giovani utilizzati e il pubblico sia negli stadi sia degli abbonati televisivi. La B a venti squadre dal 2014. Gli stadi devono avere standard adeguati a far stare bene i tifosi. Il black out di Padova-Torino un evento eccezionale sul quale si pronuncerà la Procura Federale. Consolidare il lavoro svolto, valorizzare i giovani, tenere sotto controllo i bilanci e venire incontro alle esigenze dei tifosi sono tutte prerogative per il futuro della Lega di serie B.

Siamo nella seconda parte del campionato, che bilancio si può iniziare a fare di questa stagione?
“Il primo bilancio lo abbiamo fatto alla fine del girone d’andata ed è stato positivo su tutti gli indicatori sia di carattere sportivo con, ad esempio, i gol segnati che sono aumentati di molto, con i giovani che per quel che riguarda gli Under 21 hanno raddoppiato il loro minutaggio in campo, con i convocati della serie B che crescono e si sono un po’ impadroniti dell’Under 21 di Ciro Ferrara e cominciano ad essere un numero importante anche nell’Under 20 e 19. Indicatori importanti di pubblico e di gradimento sono le presenze negli stadi, nonostante gli impianti e il momento climatico attuale. Un aumento in tal senso del trenta per cento è confortante, come anche il dato del diciannove per cento con le squadre che erano già presenti nella scorsa stagione, se non vogliamo conteggiare Sampdoria e Verona che indubbiamente hanno dato un apporto di pubblico importante. Crescita di ascolto televisivo, quindi una strana combinazione di successo perché di solito la televisione è considerata concorrente dello stadio, invece, per quanto ci riguarda, in questa prima parte della stagione siamo cresciuti anche come numero di abbonamenti televisivi. Ci sono pochi fattori negativi, ma quelli dovete segnalarceli voi, noi siamo in qualche maniera più attratti dagli elementi positivi, però tutto sommato di grandi negatività non ce ne sono, se non quella di una stagione molto lunga con ventidue squadre che sono comunque troppe e dobbiamo cercare un meccanismo, che per altro abbiamo già deliberato, per arrivare a venti squadre per via sportiva il più velocemente possibile”.

L’abbassamento a venti squadre quando è previsto?
“Nell’arco massimo di tre stagioni, quindi tendenzialmente entro il 2014 arriveremo a venti squadre”.

Un altro punto dolente sono gli stadi, ad esempio, abbiamo assistito alla gara fra il Padova e il Torino dove il generatore elettrico di emergenza non è entrato in funzione, malgrado la regola lo preveda. Questo è un episodio, ma in generale gli stadi non avrebbero bisogno di un ammodernamento?
“L’ammodernamento è necessario indipendentemente dall’illuminazione e da quell’incidente che è talmente straordinario, e questo è sottolineato dal fatto che è successo una volta su settecentoquarantatre partite considerando tutta la stagione scorsa e quella in corso, che non ci siamo fatti mancare un po’ di polemica tutt’attorno. Adesso questa partita è nelle mani della Procura Federale che dovrà valutare cosa effettivamente è successo, perché li, come in tutti gli stadi, tutti gli impianti devono avere gli standard anche di illuminazione adeguati per sostenere eventuali black out e in quell’occasione deve essere successo effettivamente qualche cosa di straordinario, così come nella valutazione tecnica di chi ha fatto ricorso e c’è stato quel piccolo black out anche di lucidità che forse ha impedito di accertare immediatamente i fatti nel modo corretto. Però quello che serve è un ammodernamento complessivo delle infrastrutture perché quel 70-80 per cento di stadi che ha più di sessant’anni pesa come un macigno sulla gradevolezza e l’attrattiva dello spettacolo, poi è chiaro che lo spettacolo vero lo fa il campo, però se tutt’attorno ci fosse qualche cosa di più accogliente e più moderno, diciamo così, probabilmente il pubblico sarebbe anche più invogliato ad andare a vedere le partite allo stadio. Quindi quel dato sull’affluenza in aumento di cui parlavo prima deve incoraggiarci, ma non farci accontentare e trovare altre forme per andare incontro alle esigenze dei tifosi, che credo abbiano bisogno di momenti di socialità e di vivere in diretta delle atmosfere che la televisione non riesce a riprodurre, però dobbiamo metterli anche nella condizione di poter stare bene come stanno i tifosi degli altri paesi. La Juventus da questo punto di vista è un indicatore importante perché se con lo stadio nuovo sono riusciti a ricreare quell’attenzione e quell’entusiasmo che era mancato nelle ultime stagioni vuol dire che l’infrastruttura ha il suo peso, non è l’unico elemento, ma è comunque importante”.

Il futuro della serie B?
“Il futuro della serie B è di dare stabilità e di consolidare il lavoro che abbiamo fatto in questo anno e mezzo, quindi sempre più valorizzazione dei giovani, sempre un occhio attento ai conti perché abbiamo bisogno di realtà che proseguano un percorso sano e una sempre crescente attenzione nei confronti delle esigenze dei nostri tifosi che sono il nostro patrimonio principale. Io sono dell’idea che non bisogna mai dimenticare che si scende in campo per una partita che deve essere apprezzata dai nostri tifosi, se noi ci dimentichiamo negli uffici e nei palazzi da un lato e in campo dall’altro che l’elemento più importante sono i tifosi noi tradiamo la nostra missione”.

Ha parlato dell’attenzione ai bilanci. Quest’anno sono quattro le società che hanno avuto una penalizzazione a causa di mancati pagamenti, fra queste squadre c’è l’Ascoli che ha avuto problemi di questo tipo nelle ultime stagioni. Come si può arginare il problema per fa si che i punti conquistati sul campo coincidano con quelli in classifica?
“Questo è un percorso che stiamo facendo tutti assieme, la Lega si è data delle regole sempre più stringenti e da questo punto di vista le società sono accompagnate in questo processo di risanamento che da un lato passa anche attraverso investimenti più oculati con una gestione della spesa più attenta e dall’altro c’è una leggera, ma costante crescita dei ricavi. Per quel che riguarda l’Ascoli il dato confortante è che nell’ultimo trimestre la società ha rispettato tutti gli impegni e quindi la penalizzazione è figlia più delle stagioni scorse, così come per la Juve Stabia, quindi sono convinto che questo dato, piano piano, si attenuerà. Abbiamo ancora un paio di realtà che sono sotto osservazione e la cosa che possiamo garantire è che non ci saranno più delle sorprese, perché le società sono monitorate costantemente e non c’è la possibilità di trovarsi a fine o a inizio stagione con sorprese che non giustificherebbero poi l’iscrizione al campionato, mentre d’ora in poi chi si iscriverà avrà le carte in regola per disputare regolarmente la stagione”.