Altra stagione (voto alla squadra 5 e alla società 4,5) che andrebbe dimenticata con una svolta che riporti il Toro dove merita
E’ giunto il momento di fare il bilancio finale per il Torino dopo che ieri si è chiusa la stagione con un mesto pareggino contro una squadra già retrocessa. I granata si sono salvati nella gara precedente, il tanto atteso recupero con la Lazio, e hanno raggiungo l’obiettivo che però non era quello iniziale, of course. Per la verità al Torino non si dice mai qual è l’obiettivo, ma almeno un campionato tranquillo, dopo lo scorso in caduta libera e con salvezza agguantata al termine della terzultima giornata era doveroso, tanto più che sulla carta la rosa non era di inferiore a quelle di Verona e Sampdoria che si sono piazzate rispettivamente al decimo e al nono posto. Ed invece sofferenza fino quasi all’ultimo e la pandemia non ha influito un po’ perché ha toccato tutte le squadre e un po’ perché non ha colpito i granata nei momenti cruciali della stagione. Non ne escono quindi bene né la squadra nel suo complesso né la società che ha commesso gravi errori cercando poi di rimediarvi con il cambio di allenatore e il prendere nel mercato di gennaio Mandragora e Sanabria.
La squadra sotto la gestione di Giampaolo, che era alla ricerca di darle il suo concetto di gioco, non era dotata degli uomini giusti per far sì che si arrivasse ad esprimere quel gioco, ma tra errori individuali e collettivi, mancanza di personalità di più di un calciatore con l’arrendersi alla prima difficoltà, prova ne sono state le tante rimonte subite, e la pochezza di limitarsi a cercare di fare il proprio non ha mai ingranato. Con l’arrivo di Nicola, che ha portato grinta e ha saputo compattare il gruppo, la situazione è migliorata e più volte la squadra ha saputo rimontare e conquistare punti importanti per la salvezza, anche se nelle ultime partite, a parte quella con la Lazio, la determinazione è venuta un po’ meno sono però restati gli errori individuali e collettivi che hanno sempre un po’ condizionato il gioco, che era diventato meno cerebrale e più concreto, ma che non ha sempre convinto. Per cui nel complesso alla squadra non si può dare un voto superiore al 5.
La società ha sbagliato ad affidare la squadra a Giampaolo, che è risaputo che ha bisogno di tempo per far apprendere ai giocatori il suo credo calcistico, in un’estate anomala compressa fra la fine dello scorso campionato, protrattosi fino al 2 agosto, e l’inizio di questo con una preparazione estiva stravolta rispetto al consueto. Poi non gli ha dato i calciatori che ricoprissero i ruoli chiave, il play davanti alla difesa e il trequartista. E accontentandolo di fatto solo prendendogli Linetty, che si è rivelato non quello dei tempi della Sampdoria, con l’aggiunta di Murru e Bonazzoli, anch’essi mai veramente incisivi, e andando a completare l’organico con giocatori che erano più che altro delle scommesse, Vojvoda e Gojak, e con Rodriguez in uscita dal Milan. Le cessioni di Bonifazi e Brenguer per fare cassa ci stavano come forse anche lasciare andare via De Silvestri per fine contratto e prestare altrove Djidji, Aina, Boyé, Damascan e Falque. Bene l’aver voluto puntare su Buongiorno e Singo e non aver ceduto alla tentazione di incassare con il dare via Belotti. A questo si è aggiunto però che sono stati tenuti giocatori che sarebbero andati volentieri altrove, Nkoulou, Izzo, Sirigu, Lyanco e Meïté. In seguito quando i risultati non arrivavano e la squadra faticava oltremodo ha tardato fino alla penultima giornata del girone d’andata per esonerarlo. La scelta di Nicola è stata giusta e anche l’assecondare i suoi desideri di avere Mandragora e Sanabria e i prestiti di Meïté, Segre, Edera e Millico e la cessione di Rosati ci stavano. Ma si è trattato solo di un obbligato correre ai ripari per evitare il rischio di essere retrocessi già a marzo. Tenuto conto di tutto il voto alla società non può che essere 4,5.
Adesso è tempo di impostare la nuova stagione e sarà fondamentale su tutto la tempistica sia per la scelta dell’allenatore, che si tratti di confermare Nicola o che si opti per un altro, sia poi nel dargli i giocatori che chiede, nel cedere chi non vuole più restare e nel definire la questione Belotti. E’ importante anche porre degli obiettivi dichiarandoli. Un’altra stagione come le due precedenti è inaccettabile.