Alla fine la superiorità del Torino condanna il Catania

Al vantaggio iniziale di Bergessio rispondono nella ripresa prima Farnerud e poi Immobile. Torino poco incisivo nel primo tempo, ma alla distanza viene fuori. Catania colpevole di non aver chiuso la gara.
06.04.2014 18:35 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Alla fine la superiorità del Torino condanna il Catania
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Non è stata una bella partita fra Catania e Torino, soprattutto il primo tempo non ha regalato particolari emozioni se non il vantaggio dopo centoventi del Catania che ha saputo sfruttare al meglio la motivazione, almeno iniziale, che doveva a tutti i costi fare la partita e vincere per tenere viva la possibilità di restare in serie A. Il Torino è sceso in campo come chi è in gita e complice la pioggia non può godersi la giornata e di conseguenza attende che l’impegno al Massimino finisca, forte del sapersi superiore e di non avere particolari obiettivi in classifica da raggiungere. Bravo Plasil a rubare palla a El Kaddouri e a servire Barrientos che è attento e nota il taglio di Bergessio servendolo e mettendolo nella condizione di infilare la palla in porta alle spalle di Padelli, grazie anche allo scivolone di Moretti che non riesce a intervenire. Il ritmo della partita è blando e il Torino non lo incrementa limitandosi ai soliti passaggi lenti in orizzontale per cercare di stanare i giocatori rossoazzurri che dopo il vantaggio sono accortissimi nel chiudere tutti gli spazi e non ricevono particolari pressioni dai granata. Cerci praticamente non sembra neppure in campo almeno per la prima mezz’ora ed è troppo impreciso in alcune occasioni o non capace di sfruttare al meglio le opportunità, come quando al 18’ calcia una punizione in pieno sulla barriera risultando tutt’altro che l’Henry di Valmontone o il Robben come lo chiamano scherzosamente i compagni. Tachtsidis schierato al posto di Vives gioca frenato e non detta i tempi come sa fare il compagno in panchina e perde ancora troppi palloni. El Kaddouri non crea profondità finendo per non supportare le punte ed è anche un po’ indisponente quando prova a metà campo dei colpi di tacco perdendo la palla. Immobile è l’unico che prova a farsi vedere in attacco, ma risulta troppo isolato e quindi finisce per rimanere imbrigliato nella morsa dei difensori del Catania. Kurtic, che al 32’ deve chiedere il cambio per un problema muscolare, si sbatte in mediana, ma non sempre le sue giocate sono efficaci e Farnerud che gli subentra all’inizio patisce un po’ l’apatia generale della sua squadra. Il Catania prova a sfruttare gli errori sui passaggi a centrocampo del Torino e ripartire, però non va oltre qualche tiro fuori dallo specchio della porta difesa da Padelli (35’ Monzon, 42’ Bergessio). Sul finire del primo tempo Maksimovic spedisce la palla in rete, ma Rocchi aveva già fischiato un fallo a Cerci in mezzo all’area, fallo non evidentissimo, ma non si può neppure parlare di gol annullato per il Torino. Da segnalare al 28’ l’ammonizione di Darmian per un fallo su Peruzzi, il terzino granata salterà per squalifica la prossima partita con il Genoa.

 

Nella ripresa la musica, almeno all’inizio, non sembra cambiare di molto, anche se il Torino, sicuramente strigliato da Ventura nell’intervallo, appare un po’ più determinato, mentre il Catania continua a non ricercare con la dovuta urgenza il gol del raddoppio, che avrebbe messo un po’ più al riparo i siciliani dalla rimonta dei granata. Un po’ la voglia di Immobile di segnare, un po’ la superiorità tecnica del Torino, un po’ il tentativo del Catania di conservare il vantaggio senza correre rischi di essere infilato in contropiede e quindi il chiudersi sempre più in difesa e un po’ l’orgoglio dei granata che non potevano lasciare il Massimino a mani vuote ha fatto si che la ripresa fosse giocata meglio, soprattutto dal Torino. I granata hanno ripetutamente provato a pareggiare prima con Immobile (52’ e 62’), poi con Glik (57’), Moretti (59’)  e con un tiro assolutamente velleitario dalla grande distanza Cerci (64’) e poco oltre (68’) dopo una lunga corsa e aver saltato Rolin non riesce a impensierire Andujar. Nel frattempo Maran aveva modificato l’assetto dei suoi passando dal 4-3-3 al 5-3-2 per cercare di arginare la spinta del Torino e Ventura togliendo Maksimovic e inserendo Meggiorini era passato al 4-3-3 con il chiaro intento di agguantare almeno il pareggio. Sfiorato al 78’ con il tiro in porta di Meggiorini, sarebbe stato il suo primo gol quest’anno in campionato, ma l’arbitro aveva fischiato il fuorigioco di Cerci che gli aveva servito la palla. Pareggio arrivato al 79’ con Farnerud che effettua un bel taglio al centro ricevendo dalla destra la palla da El Kaddouri e poi con il sinistro di potenza spedendola in rete. Passano quattro minuti e Immobile realizza la sua diciottesima rete su azione andando a raggiungere in vetta alla classifica marcatori Tevez: ancora una volta il suggerimento parte da El Kaddouri con Meggiorini che prolunga il lancio e Immobile di sinistro porta in vantaggio il Torino ribaltando il risultato. Sui tifosi del Catania scende il gelo perché ormai le possibilità di restare in serie A se non sono ancora del tutto esaurite si sono ridotte a un lumicino e forse neppure Sant’Agata con un miracolo potrebbe intercedere. La colpa dei padroni di casa indubbiamente è stata non chiudere la partita e i limiti della squadra si sono visti anche nella ripresa quando troppe volte l’ultimo passaggio è stato sbagliato (59’ e 75’ Bergessio, 67’ e 81’ Monzon e 69’ Plasil) o il tiro non è andato a buon fine per il preciso e attento intervento di Padelli (89’ Izco e 92’ Lodi).

 

Il Torino ha il merito di aver cambiato marcia nel corso della partita e di essere riuscito a ribaltare il risultato, però nelle prossime gare deve assolutamente scendere in campo con maggiore convinzione perché l’avversario non sempre ha le difficoltà che il Catania ha palesato e continua a palesare. Magari l’Europa League per quest’anno è solo un miraggio, ma la crescita del gruppo è reale e pone delle solide basi per il futuro solo se si è capaci di imporre per novanta minuti il proprio gioco ad avversari che sono oggettivamente inferiori o equivalenti. Tachtsidis deve migliorare ancora, El Kaddouri deve imparare ad avere maggiore continuità nel corso della partita e Cerci se vuole giocare in Champions League non può permettersi di scendere in campo come ha fatto nel primo tempo con il Catania, le potenzialità ci sono e sono oggettive, ma tutti e tre possono dare di più e il Torino se vuole puntare la prossima stagione a obiettivi più prestigiosi deve scegliere con la massima oculatezza su chi puntare.