All’andata Radonjic firmò la vittoria del Torino sul Genoa con un gol strepitoso poi le divergenze con Juric. Oggi il serbo avrà l’ultima chance?

13.01.2024 14:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Nemanja Radonjic
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Nemanja Radonjic
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Era il 3 settembre e si era alla terza giornata di campionato quando Nemanja Radonjic, subentrato a Vlasic al 64’, in pieno recupero al 94’ fece esplodere il Grande Torino di gioia segnando il gol partita. Da in mezzo al campo, un po’ più spostato a destra, Ilic aveva visto Radonjic sulla sinistra che saliva - si trovava, senza nessun avversario nelle immediate vicinanze a controllarlo, già all’altezza del lato corto dell’area - e così ha aperto verso di lui indirizzandogli la palla con precisione millimetrica e il numero 10 dopo averla stoppata con il piede destro se l’è passata sul sinistro fermandola. Intanto Hefti arrivava in marcatura e Nemanja allora ha fatto un passettino e con il destro si è auto lanciato e accelerando è passato alla sinistra dell’avversario liberandosene. Ormai era già in area, quasi sul fondo, ha fatto ancora un passo in avanti, in modo da avvicinarsi ancora di più al lato corto dell’area piccola, e, vedendo il portiere posizionato sul primo palo, ha tirato col destro indirizzando esattamente la palla sotto la traversa verso l’incrocio opposto dei pali sicuro che sarebbe entrata, e così fu. Un gol davvero strepitoso.

Poi nella partita successiva con la Salernitana Radonjic diede seguito al gol di Buongiorno, che aveva sbloccato il risultato, mettendolo al sicuro con una doppietta e divenendo il capocannoniere del Toro a lungo fino a quando il 4 dicembre Zapata non segnò anche lui il suo terzo gol grazie alla doppietta con l’Atalanta, in precedenza era finito sul tabellino dei marcatori con la Roma, e due partite dopo, con l’Empoli, gli strappò lo scettro. Nel frattempo però il rapporto, da sempre altalenante, fra Radonjic e mister Juric si deteriorò ulteriormente a causa di ritardi del giocatore nel presentarsi agli allenamenti e a un rendimento in settimana e in partita, quando veniva utilizzato, non all’altezza delle grandi potenzialità del serbo. E questo sta portando Rado a chiudere la sua avventura al Torino con il Monza che sembra proprio interessato a lui.

Ora, alla prima partita del girone di ritorno c’è di nuovo il Genoa di fronte al Torino. La squadra granata è al 10° posto e la distanza dal 6°-7°, che portano in Europa, è di sole quattro lunghezze, ma per colmare il divario vanno superate quattro squadre: Napoli, Roma, Lazio e Atalanta. Chissà se Juric non darà un’altra chance, l’ultima, a Radonjic. Che il mister gli consegni una maglia da titolare non è neppure ipotizzabile, ma magari gli concederà qualche minuto nel finale e allora toccherebbe a Nemanja fare una magia, a prescindere dal risultato. Sarebbe un bel gesto che forse potrebbe un po’ appianare le divergenze, soprattutto se poi il giocatore andasse a festeggiare correndo verso l’allenatore e gli dicesse qualche cosa in segno di pace.
Una pia illusione: di sicuro, ma sarebbe bello. E il Toro ne gioverebbe.